Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Cybersessonauti

Cybersessonauti

di Carlo Gambescia - 16/09/2008

 
.
Un recente studio della Siipac (Società italiana di intervento sulle patologie compulsive - http://www.siipac.it/) ha evidenziato che quasi due milioni di italiani avrebbero una idea fissa: il sesso. Si tratta grosso modo del 2% della popolazione. La dipendenza dal sesso attraverserebbe tre fasi: la masturbazione maniacale, culminante nel sesso telefonico, e in quello che viene definito il cybersesso, il feticismo e il travestitismo, poi l’esibizionismo, il voyeurismo le molestie sessuali e infine il sesso con chiunque si abbia, diciamo così, a portata di mano.
Ora quel che ci interessa analizzare è il cosiddetto cybersesso. Come è noto Internet sta modificando le abitudini sessuali. Perché consente la fruizione di contenuti in materia, inseriti in rete senza alcuna forma controllo. Ragion per cui, malgrado gli straordinari vantaggi di questo strumento, Internet consente un facile, forse fin troppo, accesso a contenuti di tipo pornografico.
Sembra che il 60% delle visite abbia come motivazione la ricerca di contenuti esplicitamente sessuali. Tuttavia l’internauta in cerca di cybersesso non si limita alla fruizione visiva, magari accompagnando queste azioni con la masturbazione, ma alla vera e propria pratica di una sorta di sesso post-moderno, romantico, anzi fantastico ma cinico e concreto al tempo stesso. E soprattutto individualistico. Fatto di lettura e scrittura di messaggi e storie inviati via e-mail e cinicamente finalizzati alla ricerca di incontri sessuali effettivi, nonché virtuali, attraverso l’uso di webcam. Se ci si perdona la caduta di stile: si tratta di comportamenti rivolti al clicca e godi...
E’ perciò scontato che sotto questo profilo siano molto seguite le chat a contenuto sessuale. Tuttavia resta il fatto - ecco un’altra caratteristica del sesso on line - che molti soggetti “sfoderano” in Rete comportamenti sessuali (sadomaso, con varie curvature, eccetera) che invece non manifestano nel mondo reale. In poche parole, grazie a un nickname vengono meno quei freni inibitori che tutto sommato caratterizzano la vita reale, comunque segnata da regole scritte e tacite da rispettare.
La maggior parte delle persone coinvolte è spinta dalla curiosità. Mentre altre, sembra un 10%, finiscono per essere risucchiate in modo permanente nel circolo vizioso del cybersesso maniacale, cui abbiamo accennato all’inizio. Sembra che i “cybersessonauti” (chiamiamoli così) siano tra il 6 % e l'8% dei navigatori. Si tratta di uomini ( grosso modo l’ 80%), e per la metà sposati, “frequentanti” per 11 ore a settimana. Pare che gli uomini siano più colpiti dalle immagini sessuali, mentre le donne dalla possibilità di “incontri” attraverso le chat. I collegamenti in genere “coprono” le ore notturne.
Ora, una riflessione finale.
Il cybersesso - e sappiamo di asserire una cosa scontata - è frutto della mancanza di una autentica vita sessuale e relazionale. E di regola provoca nel soggetto colpito una specie di “avvitamento” esistenziale: il suo stato di solitudine e frustrazione cresce man mano che aumentano le ore trascorse davanti al computer alla ricerca di cybersesso. Una condizione di malessere psicologico e fisico che finisce per estendersi alle persone, se vi sono, che ruotano intorno al cybersessonauta, perché, a loro volta, si sentono trascurate dal proprio familiare e/o partner.
La riposta più logica, almeno sul piano individuale, potrebbe essere quella, come nelle altre dipendenze, dell’astinenza da computer, e dunque dal cybersesso, per almeno novanta giorni. Ma in una società mediatizzata che ha mercificato il sesso come regolare consumo di massa. E che risponde alle critiche, attraverso i suoi guru televisivi, dichiarando che anche il sesso obbedisce alle "inesorabili" leggi della domanda e dell’offerta, il cybersessonauta dove potrà trovare idee e stimoli per smettere? Si è già visto che i divieti non funzionano. E poi in che modo controllare l’individuo nella sua intimità domestica? Forse si potrebbe puntare su una controcultura del sesso, anzi dell'amore fisico, come punto di arrivo della pienezza di rapporti, soprattutto spirituali, con l’Altro o l’Altra.
Ma c’è qualcuno che oggi sia disposto a credere nelle future fortune di una cultura basata sul valore iniziale dell’astinenza sessuale in nome dei valori dello spirito?
Si accettano scommesse.