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Il vero e il falso

di Angelo Baracca - 08/02/2006

Fonte: Il Manifesto

 
Il Trattato di Non Proliferazione (Tnp) sancisce per tutti i paesi il diritto di sviluppare programmi nucleari civili, sotto il controllo della Aiea, e per gli Stati nucleari il dovere di cooperare al loro sviluppo. Altri paesi lo hanno fatto senza che vi siano state rimostranze: il Brasile (che ha sviluppato fino agli anni `80 programmi nucleari militari!) sta realizzando la tecnologia per arricchire l'uranio, e ha in programma addirittura di commercializzarlo. La vicenda iraniana ricorda per molti aspetti quella dell'Iraq. Fu Washington ad offrire allo Scià un faraonico programma di centrali nucleari, con la prospettiva di realizzare anche la bomba. Anche l'Europa ha uno scheletro nell'armadio, l'associazione dell'Iran al 10% nel consorzio europeo Eurodif di arricchimento dell'uranio: oggi congelata, ma che potrebbe forse spiegare le goffe mosse attuali dell' Ue.

Teheran in effetti ha compiuto alcune infrazioni, nascondendo alle ispezioni della Aiea alcuni impianti nucleari (ma chi si è scandalizzato quando si apprese che anche la Corea del Sud aveva eseguito esperimenti segreti di arricchimento, violando il Tnp?). Poi li ha aperti alle ispezioni, e fino ad oggi l' Aiea afferma di non avere trovato indizi di attività militari, anche se non è ancora in grado di escluderle (ammesso che questo sia mai possibile, se è vero che tanti paesi, aderenti al Tnp, hanno sviluppato nel passato programmi nucleari militari: compresa l'Italia, stando alle memorie di Lelio Lagorio). È necessario sottolineare anche un aspetto tecnico taciuto: anche una volta che si sia arricchito l'uranio (nell'isotopo 235) al tenore del 2 - 3% necessario per i reattori, il passaggio ad un arricchimento superiore al 90% necessario per realizzare bombe può non essere così immediato come si tende a far pensare; e può essere difficile da realizzare in assoluto segreto, per l'entità delle operazioni, delle centrifughe e degli impianti necessari. Quando Israele avviò negli anni `60 la costruzione del laboratorio nucleare sotterraneo di Dimona (nascosto a qualsiasi ispezione, poiché Israele non aderì al Tnp), le ricognizioni aeree sovietiche rivelarono l'entità e indirettamente la natura dell'impianto: e ne parlò il New York Times. Il vero fattore destabilizzante è il potente arsenale nucleare di Israele, che nessuno denuncia. Come nessuno denuncia i piani per un attacco nucleare all'Iran. Anzi, Chirac si accoda. Ed è sconcio che a trattare con l'Iran per la Ue siano Gran Bretagna e Francia, che sono in stato di clamorosa violazione del Tnp non avendo ottemperato all'obbligo di disarmo nucleare, e la Germania, che può realizzare la bomba in tempi brevissimi.

L'impacciata azione della UE è forse volta più a scongiurare un attacco militare, che non ad impedire il programma di arricchimento dell'uranio. Ma quando i negoziatori iraniani si dichiararono disposti a smantellare i propri programmi di arricchimento su scala industriale, pur di potere continuare ricerche su un limitato numero di centrifughe sotto controllo della Aiea, gli europei rifiutarono per la ferma opposizione dell'amministrazione Bush.
Il controllo del Medio Oriente e delle sue risorse riveste un'importanza strategica nel confronto che si delinea con un blocco asiatico che si sta formando tra Cina, Russia, Repubbliche ex-sovietiche dell'Asia, ed India (con la quale gli Usa stipulano contratti di fornitura di tecnologia nucleare «civile, servita a Nuova Delhi per realizzare le armi nucleari). È più che mai necessaria la creazione di una Zona Libera da Armi Nucleari in Medio Oriente, decisa dalla Conferenza di pace di Madrid del 1991, ribadita da numerose risoluzioni dell'Onu, ed assunta anche nella Dichiarazione di Tehran sottoscritta il 21 ottobre 2003 da Francia, Germania e Gran Bretagna con l'Iran, a fronte del suo impegno a sviluppare solo tecnologia nucleare civile.