Che ci sia crisi e che almeno il 2009 sarà difficile, ormai anche i liberisti nostrani, continuando a pontificare dalle televisioni o negli editoriali dei giornali indipendenti, lo ammettono (gli stessi che prima raccomandavano di cartolarizzare il più possibile e che la colpa del castello di carta dei sub-prime è della mancanza di cultura finanziaria di chi si indebitava e non di chi concedeva prestiti non esigibili).
La colpa della crisi è dei sub-prime? Il problema subprime (di dimensioni grandi, ma non planetarie) produce un’instabilità che invece è davvero planetaria perché l’intero sistema si avvicina ad una situazione intrinsecamente instabile. Se non ci fosse stato il problema subprime, l’instabilità si sarebbe sviluppata lo stesso con l’occasione di una qualunque altra perturbazione. La vera questione è la natura instabile dell’intero sistema. Il caso subprime è stato l’elemento che ha destabilizzato il sistema, provocando una crisi di fiducia con un grande effetto imitativo che ha amplificato di molto la perturbazione originale e ci ha portato all’attuale crisi globale. Come noto, l’ideogramma giapponese di crisi è composto di 2 parti: pericolo e opportunità. I pericoli non li intuiamo ancora bene. Cerchiamo di cogliere l’opportunità. Un’opportunità potrebbe venire dalla ricerca, su cui proprio ora sarebbe il caso di investire. Tutto quello che viene proposto sono dei provvedimenti che tentano di arginare gli effetti di questa crisi, come se agendo sull’effetto si potesse tornare indietro e ricreare un sistema stabile, cooordinato dalla mano invisibile, che ora viene aiutato dalla mano visibile dello Stato. Quando un sistema entra in crisi è necessario un cambio di paradigma, non si può fare finta di niente e soprattutto non si può tornare indietro.
Uno studio commissionato dall’Unione Europea rivela che “l’economia globale paga conseguenze maggiori a causa della deforestazione che non a causa dell’attuale crisi bancaria (il costo annuale dei tagli delle foreste si aggira attorno ai 2-5mila miliardi di dollari: la stima viene calcolata sommando il valore dei vari “servizi” che le foreste assicurano all’ecosistema, come fornire acqua pulita e assorbire il biossido di carbonio)”.
Pensiamo dunque ad un modo diverso di vivere e produrre, una produzione che sia funzionale al benessere ed alla qualità della vita: posso suggerirvi di leggere? http://www.stiglitz-sen-fitoussi.fr/en/index.htm