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Obama? Più un wasp che un nero: questa è la nuova aristocrazia americana

di Alessandra Farkas - 07/11/2008

    
  

 
Parla David Brooks, il columnist conservatore di punta del New York Times, che il mese scorso fece scandalo dissociandosi dal ticket McCain-Palin, in polemica con la governatrice dell`Alaska da lui definita «il cancro terminale dei GOP (il Grand Old Party repubblicano, ndr)».

«Ho incontrato Barack Obama almeno cinque volte», racconta Brooks.

«Ricordo che un giorno, alla fine di un`intervista, gli chiesi per curiosità se conoscesse il teologo protestante Reinhold Niebuhr. ` Con mia enorme sorpresa lui si tuffò in un`appassionata e dotta dissertazione sulla filosofia teologica di Neibuhr pertinente al potere che corrompe, pur essendo un male necessario».

Perché si è stupito tanto? «Mi creda: non ci sono molti politici in America e nel mondo che conoscano Niebuhr. Il neo-eletto presidente possiede anche il dono rarissimo di saper ascoltare e capire il background e le ragioni altrui».

L`ha sperimentato in prima persona? «Nel 2006, quando Obama era già senatore, scrissi un fondo sul Times per attaccare il Congresso repubblicano "eccessivamente spendaccione" dove alla fine, per non sentirmi troppo in colpa, inserii alcune frasi negative anche contro i democratici. Il giorno dopo ricevetti l`email di Obama: "Lei ha ogni diritto di criticare i democratici", mi scriveva, "ma si capisce che qui l`ha fatto solo per placare il proprio senso di colpa"».

Qual è la differenza tra Obama e gli altri presidenti che ha conosciuto? «Bill Clinton è un avido lettore e una mente politica geniale. Ronald Reagan consultava libri di filosofia politica. Persino Bush legge molto più di quanto non voglia dare a credere. Ma Obama possiede una metodologia analitica molto più accademica e rigorosa dei suoi predecessori, grazie forse agli anni spesi come docente in legge».

Come giudica il suo stile politico? «La maggior parte dei leader americani usano il contatto fisico corpo a corpo per comunicare. Obama, al contrario, è completamente verbale: così calmo da sembrare freddo e distante. Persino nel discorso della vittoria è parso privo di emozioni».

Come lo spiega? « E come un Wasp, l`antitesi del calore mediterraneo. Obama non sarebbe mai capace di pronunciare la celeberrima fra se di Clinton: "Io sento il tuo dolore"».

Però ha molta grinta.

«Anche troppa e spesso il suo livello di autostima mi fa quasi paura. Come se niente e nessuno potessero fermare le sue ambizioni».

Da dove deriva questa sicurezza di se? «Ha frequentato scuole d`elite tutta la sua vita: dal liceo per ricchi alle Hawaii a università Ivy League quali Columbia e Harvard. Obama è da sempre un membro della nuova aristocrazia americana, completamente diversa dalla vecchia upper crust>>.

S`identifica più con l`America bianca o nera? «Direi entrambe. Ma a chi oggi enfatizza che è il primo presidente afro-americano della storia, ricordo che Obama ha basato tutta la sua campagna sul ricambio generazionale, non certo su quello razziale».

Pensa che Obama abbia più cose in comune con l`elite bianca che non con la comunità nera? «Certo. Non dimentichiamoci che ha vissuto in ambienti accademici bianchi e liberal tutta la sua vita. E anche Hyde Park, il quartiere di Chicago dove vive ora, non è certo un quartiere nero».

Che tipo di first family saranno gli Obama? «Tradizionalissima. Le famiglie dell`aristocrazia americana colta fanno tutto all`antica. Credono nella disciplina dei figli, dai compiti all`ora della buona notte. I pettegoli di Washington stanno già chiacchierando su quale delle scuole più esclusive della capitale sceglierà per le figlie».

Non vedremo un`infusione di black culture alla Casa Bianca? «Non credo proprio e comunque l`impatto della Black America permea già ogni aspetto della nostra cultura».

Pensa che chiamerà al governo molti afro-americani? «Nell`entourage di Obama c`è qualche afro-americano ma il gruppo è per lo più integrato. L`enfasi sarà sull`intelligenza e la cultura, non la razza».

Che tipo di first lady sarà Michelle? «È lei il carabiniere della famiglia e l`entourage del marito ne è terrorizzato.

Michelle sarà meno coinvolta di Hillary nella politica e Obama sarà l`opposto di Clinton: chiunque cerchi scandali e corna rimarrà molto deluso».