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Zerismo

di Marco Francesco De Marco - 27/11/2008

    

 
Non è questione secondaria la definizione di una nuova ideologia o, meglio, visione del mondo. E’ addirittura essenziale, e la stessa esistenza di Movimento Zero sarebbe poco utile se la questione, nel modo e nei tempi giusti, non venisse definita. Zerismo deve suonare come romanticismo e futurismo, solo per fare due esempi. Lo Zerismo dovrà diventare un modo di concepire se stessi e la realtà che ci circonda. Il percorso è impegnativo ma inevitabile. Non è sostenibile dal pianeta e dall’uomo il destino perverso e tossico che elite oscure hanno disegnato per tutti noi. Qualcuno dovrà sbarrare loro la strada. E costoro, gli svegli ed i risvegliati, dovranno avere una chiara idea del mondo e dei valori che sentono primari, esattamente come ce l’hanno coloro che questo mondo stanno distruggendo.
Intorno allo Zerismo dovranno coagularsi coloro che per “intimo sentire” avvertono come estraneo il mondo concepito secondo i disvalori tecnico-economici e materialistici. In fondo al cuore di esseri dotati di sangue celeste vi è una luce che non può essere spenta. Ad essi dobbiamo parlare e da questi dobbiamo essere riconosciuti come portatori di un nuovo-antico pensiero. L’uomo eroe , guerriero, sacerdote, pater familias, conoscitore di un’arte (mestiere), che si concepisce come parte di un disegno cosmico di bellezza e meraviglia, rappresentato dalla natura e dalle forma viventi. Da contrapporsi all’homo economicus, l’ipnotizzato ed inconsapevole cittadino dell’occidente, illuso di essere libero grazie alla democrazia; cianciante di diritti civili, volontariato, associazionismo, partecipazione, società civile.  
Chiuso tra ideali di realizzazione apparentemente diversi tra loro, ma in realtà figli di un unico disegno di controllo della psiche: dal possesso e dall’accumulo finanziario agli ideali di consumi equi e solidali. Gli orizzonti materialisti ed atei hanno corroso ormai anche quel poco di spirituale che le religioni ufficiali rappresentano, a dimostrazione che nulla che abbia rilevanza nel tempo attuale potrà aprire le porte di una nuova epoca. Ma il nuovo, il giusto, non possono muovere i primi passi partendo da un terreno infettato di modernità, e l’antimodernità non può essere una critica della “misura” della modernità.
Il passato non torna, ma la pianta nasce sempre identica ad una pianta precedente, e quando essa cresce storta è nel passato “normale” che si deve cercare il modello della normalità, del ripristino. L’eccezione, la deformità temporanea, ovvero l’attuale società cancerogeno-radioattiva, dovrà essere considerata una deviazione dalla normalità. Lo splendore dell’uomo non può essere infantilmente ricercato nel futuro e nel nuovo che non esiste. Lo si deve auspicare per il futuro, ovviamente, ma i disegni giacobini e marxisti ci dovrebbero aver ben fatto comprendere quanto sia pericoloso e perverso immaginare un mondo nuovo contro la natura e le leggi del buon senso e della conoscenza cosmica.
Il “mondo nuovo” è appunto quello che viviamo oggi, il mondo legato alla tecnica, alla scoperta scientifica, all’invenzione; nuovo appunto perché inventato. L’ateismo, il materialismo, il pacifismo, l’egualitarismo scientista e tecnologico, con l’aggregato discendente di evoluzionismo e psicanalisi, relativismo e positivismo, sopravvivono in maniera manifesta o sottile nelle coscienze e nelle cellule cerebrali di ognuno di noi. Essi sono i pilastri della modernità, ne perpetuano il demonico disegno di distruzione perché è da questo substrato che, anche inconsapevolmente, hanno avuto origine i soli movimenti che ne avrebbero potuto ostruire il cammino. Elogiare la guerra, ovvero il rischio, la contrapposizione, la sfida, il coraggio, la lotta estrema per i propri ideali. Distruggere la ragione, ovvero il materialismo, il positivismo ed ogni loro nefasto sottoprodotto. Svelare l’inganno della democrazia, la finta libertà, la gabbia di parole vuote che accerchia la mente degli uomini d’occidente. Lo Zerismo può partire da qui e con questo spirito tenere uniti, sotto gli auspici di Giano che guarda al passato ed al futuro, il mondo antico degli uomini felici e quello futuro degli uomini ritrovati. Se lo Zerismo sarà il fiume che travolgerà l’onda di petrolio che uccide e paluda, o solo un affluente del grande serpente d’acque bianche che chiuderà un’era e ne aprirà un’altra, io non posso saperlo. So soltanto che qualcuno dovrà attrezzarsi per questo ruolo e questo scopo. Non vedo nessun altro in giro. E non rimane molto tempo. Cominciamo noi.