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O foreste o miniere

di Fulvio Gioanetto - 03/12/2008

 

Panama: gruppi indigeni e di agricoltori provenienti da comunità della selva di Donoso (Colon) y La Pintada (Coclé) si sono riuniti nella capitale pochi giorni fa per un appello all'Ambasciata canadese, ultimo atto dopo settimane di lotta, condotta in modo autoorganizzato e senza nessun aiuto (nemmeno da parte della stampa locale), per la distruzione che stanno provocando nelle loro terre boscose le compagnie minerarie canadesi Petaquilla Gold Panamá e Petaquilla Copper Ltd. Oro, rame e in prospettiva altri metalli.
Una lotta impari: la miniera d'oro a cielo aperto di Petaquilla Gold taglia clandestinamente alberi, inquina falde acquifere e fiumi, distrugge i pendii delle montagne di Cerro Petaquilla, Rio Molejones, Rio San Juan, Rio Turbe e 54 ettari di selva alla base della montagna della Tortuga.
All'inizio dell'anno nella comunità di Cañaza la compagnia mineraria Santa Rosa, capitale misto panamo-canadese, ha messo a tacere varie comunità con l'appoggio non solamente delle autoritá locali, ma anche del vescovo di Colon-Kuna Yala, con l'espulsione dal territorio di alcuni parroci e sacerdoti «sovversivi».
Dopo vari giorni di sit-in e picchetti di fronte all'ambasciata canadese nella capitale panamense, fatto inedito nella storia panamense, i manifestanti sono finalmente riusciti a farsi ascoltare e a consegnare allo sportello dell'ambasciata una lettera. Peccato che nessun funzionario si sia degnato di riceverli.
Nella lettera dei residenti, accompagnata da moltissime firme, si legge fra l'altro: «Siamo stati attaccati, minacciati e aggrediti dai funzionari dell'impresa; ci hanno obbligato ad andarcene dalle nostre terre; hanno distrutto e bruciato varie abitazioni nelle aree indigene e ci hanno espropriati delle terre con vari sotterfugi legali. Molti di noi hanno dovuto fuggire. Le autorità, invece di appoggiarci, si sono schierate con l'impresa e il suo "progetto di sviluppo economico"; la contaminazione dei fiumi, dove gettano i loro scarichi di materiali e terra ormai avvelenata sta provocando malattie che non conoscevamo e che localmente non si possono trattare. I proprietari della miniera non hanno nessun diritto di sfruttare Petaquilla o altri luoghi dei paese distruggendo i nostri ecosistemi e le nostre comunità. Il governo canadese e la sua popolazione devono sapere della distruzione che stanno causando nei nostri villaggi. Petaquilla Gold-Richard Fifer Co. è un cancro che il popolo panamense e il popolo canadese devono sradicare».
Secondo i dati forniti dalla stessa impresa, le prospettive sono di estrarre fra le 317.696 e le 593.000 once di oro, per un valore attuale fra i 290 e i 542 milioni di dollari canadesi.
In seguito alle proteste e finalmente alla mobilitazione di alcuni gruppi ambientalisti e sociali, il ministero dell'ambiente panamense ha deciso di «multare» con 94.000 dollari la compagnia mineraria per «possibili danni all'ecosistema e per coprire i costi causati da un mal strutturato studio di impatto ambientale».
Una somma ridicola rispetto alla distruzione causata da questa miniera a cielo aperto. L'associazione ambientalista Sustainable Harvest international ha dichiarato di appoggiare gli indigeni e gli abitanti che respingono questa elemosina, e ha sostenuto che «l'ubicazione di questa miniera nel corridoio biologico centramericano va in direzione contraria rispetto alla protezione di ecosistemi vitali per la vita e lo sviluppo delle popolazioni locali». (
www.conflictosmineros.com)