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Piccoli rimedi per un pianeta deturpato e per curare noi stessi

di Francesco Tullio - 16/12/2008


La complessità autodistruttiva e l’accelerazione della nostra civiltà sono diventate difficili da gestire. La rete di distribuzione dei beni è vulnerabile, pochi giorni di sciopero hanno scosso i rifornimenti alimentari.
Si discute di cosa fare dei rifiuti, ma non dobbiamo anche cambiare qualcosa di fondo? La civiltà dell’usa e getta insudicia ed inquina il nostro comune pianeta. Il rischio più grosso è quello invisibile dell’inquinamento chimico. Il nostro mondo è intossicato, la terra ha una brutta febbre.
Eppure continua imperturbabile la propaganda per il consumismo, che ha raggiunto forme di vero e proprio plagio mentale di massa, a difesa di un sistema squilibrato.
Su questo sistema sono basate anche le entrate dello Stato. Se il sistema si fermasse per un po’, non ci sarebbero più gli introiti per pagare gli stipendi ma nemmeno i servizi sociali. I politici dilazionano le scelte e gli interessi parziali prevalgono su quelli collettivi. Ma siamo tutti corresponsabili se non riusciamo ad unire le voci in un progetto costruttivo.
Cosa fare? Si dovrebbe impostare un programma “deciso”, rivedere la rete del consumo e della distribuzione, ri dimensionare (non annullare!) lo sviluppo economico, considerare i parametri della qualità della vita e non solo quelli del prodotto interno lordo, ricalibrare le dinamiche sociali e le regole di una società basata troppo sulla competizione. Un processo del genere non può avvenire senza una partecipazione o meglio iniziativa di tanti cittadini.

Cosa fare? Le piccole scelte, la nuova formadi voto
Vi sono intanto dei piccoli rimedi, che riducono i rischi, anche personali.
Possiamo iniziare a cambiare le nostre abitudini e raggiunta la massa critica faremo scattare delle regole più equilibrate anche per gli altri.
Bisogna ridurre gli acquisti, le scelte e le produzioni che producono rifiuti ed inquinamento. Il sistema dell’usa e getta scarica i costi sull’ambiente e sulle generazioni future, mentre distribuisce i benefici di queste operazioni in modo diseguale fra i membri della società. Il beneficio va ad alcuni circuiti mentre la maggioranza dei cittadini trae vantaggi solo minimali e non li confronta con i costi complessivi, per mancanza di consapevolezza, di senso civico, per via del plagio di massa, della confusione, ecc. Guardiamo il vantaggio delle automobili o dell’internet. Grandiosi certo, ma alla fine non ne siamo diventati schiavi? Ma siamo anche più felici? Non si tratta di tornare all’età della pietra ma dosare le innovazioni alle esigenze generali. Il sacrificio da fare è relativo e sarà transitorio. La ridistribuzione dei ruoli e delle dinamiche sociali ci sarà comunque. Chi merita ed è capace troverà il suo posto.

Cosa fare? Un passo alla volta!
Se avete difficoltà di organizzazione personale o altro, iniziate dalle vostre possibilità e priorità. Accontentavi di migliorare, perché comunque fa bene a voi e contribuite a spostare il mercato verso meccanismi più sani.

Cosa fare? Salute personale e salute del pianeta
L’approccio alla salute ed al benessere più ragionevole è quello “integrato” sia convenzionale che non convenzionale. Si tratta di calibrare le soluzioni ai problemi, in modo da non intervenire in maniera pesante e farmacologica quando è possibile fare meglio e senza effetti collaterali.
La medicina ufficiale ha sicuramente apportato dei benefici per la salute, ma vi sono anche abusi, eccessi e gli interessi delle lobbies che hanno contribuito a generare dei costi insostenibili per lo Stato. Molti medici si sforzano di umanizzare la medicina, valorizzano l’ascolto attivo e la relazione medico-paziente.
Richiedete loro di dare importanza alle cure integrate ed alla prevenzione reale, quella che valorizza gli stili di vita sani, le attività di movimento, di consapevolezza e di meditazione, di autocura, di alimentazione corretta, e gli strumenti delle medicine tradizionali, spesso efficaci eppure abbandonate.
Le erbe officinali sono uno dei possibili aiuti, alla lunga altrettanto efficaci e meno dannose delle medicine, proprio perché più lente nell’azione. La scelta delle erbe necessita la partecipazione e la sperimentazione personale, un particolare atteggiamento di autoascolto e di collaborazione fra paziente e medico.

Cosa fare? Alimentazione e spesa
Per quanto riguarda la alimentazione è importante scegliere le produzioni locali, stagionali e meno trasformate e trattate possibile che sono:
 meno tossiche, meno allergizzanti ed hanno generato meno inquinamento con i trasporti attraverso i continenti;
 più facilmente controllabili, perché i circuiti a filiera corta ci consentono di conoscere e seguire gli agricoltori;
I prodotti biologici costeranno di meno in futuro. Intanto è già possibile trovare verdure locali e stagionali di sapore migliore a prezzi contenuti, ed altri alimenti sani con alto rapporto prezzo/qualità.
Lo Stato impone per ora dei costi di certificazione e controllo, proprio a noi che mangiamo più sano e non avveleniamo la terra. La certificazione ed i controlli vanno bene, ma non dovremmo essere noi a pagarli bensì coloro che inquinano. Lo Stato così crea una turbativa di mercato e sostiene di fatto gli inquinatori, quindi crea un danno alla salute pubblica. Un paradosso che va risolto presto!