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Cos'è la sinistra

di Marino Badiale - 19/02/2006

Fonte: Marino Badiale


Su "Repubblica"  del 15-2 Michele Serra commenta, fra le altre cose, le
polemiche sorte intorno al caso Ferrando. Si tratta di un commento
utilissimo a capire in profondità cosa sia, oggi, l'essere di sinistra.
Michele Serra è, a mio avviso, rappresentativo della persona media di
sinistra e del suo sentire molto più dei rappresentanti politici, dei
Fassino D'Alema o Bertinotti. Dice in sostanza Serra che Ferrando poteva
ben starsene zitto e che le sue "esternazioni" corrono il rischio di far
perdere le elezioni alla sinistra. Ora, riflettiamo: la persona media di
sinistra di autopercepisce come persona che fa riferimento a valori
profondi, ai valori storici della tradizione della sinistra (giustizia,
solidarietà, libertà), e che quindi si oppone alle correnti dominanti del
mondo contemporaneo che negano quei valori, e anzi negano tutti i valori
che non siano quelli del successo economico. Ma una persona con
riferimenti forti a valori come quelli enunciati, come reagirebbe di
fronte al "caso Ferrando"? E' evidente che ci sono due possibilità: o
Ferrando ha enunciato tesi che sono componenti legittime del mondo della
sinistra (anche senza essere condivise da tutta la sinistra), oppure ha
enunciato tesi talmente estreme o assurde da essere incompatibili con la
sinistra. Nel primo caso la persona di sinistra si trova di fronte a una
esponente della sinistra che subisce un linciaggio mediatico e un
ostracismo politico per aver enunciato tesi perfettamente legittime e
compatibili con la sinistra, con la sua storia e i suoi valori: è evidente
che la reazione di una persona che sente profondamente il legame con tali
valori non può che essere quella della solidarietà immediata con chi è
oggetto di tale attacco mediatico. Nel secondo caso abbiamo un personaggio
che, accingendosi ad assumere un ruolo nella compagine di centrosinistra,
enuncia tesi in contrasto con i valori storici della sinistra stessa: in
tale caso è chiaro che tali tesi devono essere criticate e che la
solidarietà deve essere data a chi si è assunto la responsabilità di
isolare questo personaggio. Queste sono le uniche due reazioni possibili
da parte di una persona che badi ai contenuti e che viva in maniera
profonda il legame con i valori storici della sinistra. Ma la reazione di
Michele Serra non è nessuna di queste due. Serra non dice nulla sul
contenuto delle tesi di Ferrando, non si esprime sul problema se egli
abbia ragione o torto, se le sue tesi siano compatibili con i valori della
sinistra oppure no. Serra dice solo, in sostanza, che queste cose possono
far perdere voti. E cosa significa questo? Significa che i valori della
sinistra, a cui  Serra fa riferimento nella sua autopercezione, in realtà
per lui non significano nulla. E quindi anche i contenuti non contano
nulla: essere a favore di Israele o dei palestinesi? Pro o contro la TAV?
Non si sa, non ha nessuna importanza, perché i contenuti della politica
hanno importanza solo se si hanno in mente dei valori che essi sono
chiamati a realizzare. Ma la persona di sinistra media, così ben
rappresentata da Michele Serra, non ha nessun autentico valore alternativo
alla realtà attuale. Alla persona di sinistra media, quindi, in realtà non
importa nulla né dei palestinesi né della TAV. Importa solo il dirsi di
sinistra. Perché poi sia così importante tale autodefinizione vuota di
ogni contenuto, è un problema che merita un esame più approfondito[1]. In
ogni caso, la conclusione è ovvia: chi voglia seriamente continuare a 
fare riferimento ai valori storici della sinistra, come giustizia e
solidarietà, non può più avere nulla a che fare con il mondo della
sinistra, così ben rappresentato, nel suo vuoto, da Michele Serra. Occorre
andarsene e inventarsi qualcosa di nuovo.


[1] Mi permetto di rimandare a: M.Badiale-M.Bontempelli, Il mistero della
sinistra, Graphos 2005.