L'allarme influenza aviaria e' ''una 'mongolfiera' che si sta gonfiando sempre di piu'. E a rifornirla di gas e' tutta una serie di figure interessate a vario titolo ''ad alimentare la psicosi. In prima fila i 'nuovi cervelli'. Esperti che ogni giorno, magari per garantirsi visibilita', diffondono le notizie piu' disparate'': dalla lista dei volatili piu' vulnerabili a quella delle specie immuni, dalle virtu' dei farmaci antivirali fino addirittura ad arrivare al 'toto-morti' in caso di epidemia globale. A ridimensionare l'emergenza e' Francesco Chiodo, professore ordinario di Malattie infettive all'universita' di Bologna, che contro ''questa assurda pandemia mediatica'' propone all'ADNKRONOS SALUTE ''l'antidoto della conoscenza''.
I cittadini, afferma l'esperto, ''riuscirebbero a vivere piu' serenamente se si facesse comprendere loro che la comparsa di mutanti virali in determinate specie, animali o umane, e' un fenomeno naturale che e' sempre esistito e tale mutazione risulta dannosa pressoche' esclusivamente per la specie originaria. Fenomeni di 'salto di specie' sono frequenti in natura, come e' accaduto recentemente per la Sars e in passato per la peste, il cui agente patogeno sopravvive ancora tra i roditori selvatici''. Casi come i decessi di vari uccelli migratori in alcune regioni della nostra penisola sono ''fenomeni annuali - sottolinea ancora l'infettivologo - di cui pero', stranamente, prima d'ora non si era mai preoccupato nessuno. Scatenare una psicosi partendo da una carogna trovata su una spiaggia non ha alcun senso'', ribadisce Chiodo. Convinto che un'eventuale pandemia di influenza sia ''impossibile da prevedere''. E se anche dovesse arrivare, ''mai e poi mai potra' assumere i connotati della 'Spagnola' che nel 1918 ha ucciso milioni di persone nel mondo''. ''Se ci fosse una maggiore diffusione di notizie scientifiche, invece che di allarmi, e se ci fosse un vero approfondimento delle conoscenze attuali - prosegue Chiodo - forse si capirebbe che il regno animale non e' immune dalle infezioni, e che ogni germe ha un suo 'parco'''. E il parco dell'H5N1 rimane ''veterinario'', conferma l'infettivologo. Per ora ''non si tratta che di una semplice zoonosi, come ce ne sono state ogni anno senza che l'opinione pubblica si smuovesse in questo modo''. I casi di persone infettate all'estero ''sono tutti legati a un contatto strettissimo con gli animali malati. La trasmissione del virus al momento e' oro-fecale e gli italiani non rischiano nulla''. Come pure non rischiano i polli allevati in batteria: ''La nostra filiera e' impenetrabile - garantisce lo specialista - Se esiste un problema, puo' riguardare al massimo i polli ruspanti. Ma basta coprire gli spazi in cui vivono e il pericolo e' azzerato''. Nessuna 'Spagnola bis' all'orizzonte, ribadisce Chiodo. ''Allora eravamo agli inizi del '900 - dice - Uscivamo da una guerra e non avevamo a disposizione alcun antibiotico. Ora invece li abbiamo. E poiche' non si muore di influenza, ma di complicanze, possiamo contrastarle con efficacia''. No, infine, alla corsa agli antivirali: ''Sono utili in profilassi, non a contagio avvenuto'', ricorda l'esperto. Che tranquillizza anche sui tempi di un possibile vaccino pandemico: ''Se sara' necessario - conclude - sono certo che le aziende potrebbero produrlo in un mese''.