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Una massa di necrofili

di Marco Sicco - 05/02/2009

Fonte: traccefresche


Mi ha fatto riflettere l'articolo reperito oggi su Arianna Editrice ...
(peraltro nell'archivio che io maggiormente suggerisco di consultare,
è infatti una miniera di contro-informazione di alta qualità),
citato da "Avvenire", di Claudio Risè; attribuire la "colpa"
di atti di aggressione verso i più deboli ("barboni" locali e non)
all'utilizzo di alcool e marijuana mi pare cosa vagamente moralistica
oltreché del tutto indimostrabile e altamente improbabile.

Vi sono migliaia per non dire milioni di persone
che facendo uso di tali sostanze si calmano e si rilassano.
Il fatto che qualcuno possa subirne effetti distruttivi
(sempre che sia così) mi pare percentualmente insignificante.
La stessa cosa vale per il discorso degli incidenti stradali.

Si tira in ballo l'alcool per non dire che il nostro sistema dei trasporti
è intrinsecamente assassino, lanciando esso sui circuiti stradali
(le autostragi, si potrebbe dire) autentiche bombe di velocità
(eccessiva e del tutto inutile per un'organizzazione dei trasporti,
di là da venire se mai verrà, degna di tale nome).

Semmai io direi che ciò che crea individui insensibili (tali sono)
nasce da molto più lontano: una scuola disumanizzante,
che crea fuori e al suo interno un deserto culturale
infarcito di nozioni inutili, studi squalificati e squalificanti,
ma che conducono inevitabilmente a una presunzione odiosa,
l'invasione delle televisioni aride, ciniche, e dei films violenti,
l'osannazione del dio-denaro e l'ostracismo dei sentimenti,
il continuo martellamento razzista non solo nei confronti
dello straniero (che una volta era sacro) ma anche del "diverso"
in tutti i sensi, comprendendo dunque anche il "drogato".

Persino il fumatore oggi sta diventando un "diverso"
persino il libertino, oggi un adulto che guarda una ventenne
è rapidamente bollato come "pedofilo" mentre sappiamo bene
che fino a pochi anni addietro la cosa era considerata normale.
Anche in medicina il sofferente è trattato come un deviante
da bombardare, anziché come un organismo da proteggere.

Io credo che se un vocabolo è adatto alla nostra epoca
bigotta più che mai e moralista al cubo (oltre che immorale,
forse etica e moralismo si escludono a vicenda?), questo è "necrofilia".

Noi costruiamo certi individui privi di sentimento, talora
al punto di essere incapaci di provare l'umana "pietas",
perché le nostre istituzioni, e le nostre famiglie, e le nostre scuole,
e le nostre televisioni, e i nostri uomini politici, e i nostri giornalisti,
ci hanno trasformato in una massa informe di inconsapevoli necrofili.

La cura sarebbe una bella doccia di umiltà,
una diminuzione della velocità e un'attenzione diversa (quella sì)
a quei piccoli dettagli che la vita un tempo regalava
non essendoci di mezzo l'asfissiante frenesia
prodotta dai nostri ingranaggi scintillanti ma obsoleti.

Parafrasando Rino Gaetano ...ma chi mme sente?