Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Eluana è volata via dalle gabbie con cui tutti hanno costruito la sua ultima prigione

Eluana è volata via dalle gabbie con cui tutti hanno costruito la sua ultima prigione

di Gabriele Adinolfi - 10/02/2009

Eluana è volata via. Tutti si attendevano una lunga agonia, e uno spettacolo interminabile, ma la giovane sventurata ha lasciato a bocca aperta milioni di sciacalli. Voglio pensare che abbia desiderato fuggir via dalle gabbie della saliva lasciva con cui tutti, nessuno escluso, hanno costruito la sua ultima prigione. Sulla sua morte si sono scontrati, come in un reality o in un saloon, gli opposti So/tutto/di/tutto/e/ti/dico/come/devi/vivere/e/morire. In una nazione che fa schifo da sessantaquattro anni, raramente avevamo toccato punte di vergogna paragonabili a questo balletto di avvoltoi. “Eluana death show” avevamo intitolato l'unico intervento dedicato alla tragedia quando avvertimmo che ne avremmo parlato solo una volta raggiunto l'epilogo. Ebbene ora siamo sollevati per Eluana e nauseati per tutto il resto.

Non si tratta soltanto(?) di concezioni di vita. Personalmente mi sento erede di, o meglio mi sento ancoratissimo a, una visione del mondo antica e virile che tiene in grande considerazione il suicidio, la dignità di chi non vuole diventare larva e l'eutanasia intesa, come tuttora s'intende di fronte a qualunque plotone d'esecuzione, del colpo di grazia. Ma non è per questa ragione che il clero mi ha fatto orrore nella fattispecie. E nemmeno perché ha fatto violenza psicologica sulla nazione, tanto ci siamo abituati. E' per l'ipocrisia e per la doppiezza; perché si può anche considerare sacrosanto opporsi alla morte assistita di una persona ma, allora, non si deve avallare l'espianto d'organi a cuor battente. Oppure per il clero la vita è nella “Ragione”? E' diventato giacobino? Per il clero si può anche vivisezionare se ciò è utile per produrre pezzi di ricambio? Vada per il No assoluto alla morte assistita ma allora, per cortesia, si faccia come i Testimoni di Jeohwa: nessun trapianto e nessun accanimento terapeutico. Si provi, talvolta, ad essere coerenti e consequenziali, specie quando si pretende d'insegnare a vivere.

Non meno schifo mi hanno fatto i razionalisti, quelli che il dolore lo vogliono semplicemente esorcizzare così come l'idea della morte; quelli che non hanno pensato mai alla dignità di Eluana ma alla loro ideologia della “libertà” e alla loro contro/teologia.

Sono pienamente favorevole all'eutanasia (che non è la vigliaccata commessa su Eluana) ma temo che con questa gente diventerà tutt'altra cosa. Del resto se da un lato l'ipocrisia si è accostata all'arroganza, dall'altro l'arroganza si è sposata con la vigliaccheria; perchè altro è uccidere una persona che si ama altro è far sì che muoia per mancanza di cure. E' roba da gentucola di oggi, non da uomini e donne normali.

Con un'agonizzante sullo sfondo la gentucola di oggi si è accapigliata tra “dogmi assoluti” gridati con foga l'uno contro l'altro ma confezionati male, con un misto di retorica e ignoranza. Dogmi accompagnati da stupidi pretesti come, ad esempio il fatto che “in assenza di volontà scritte” non si poteva giurare che Eluana volesse essere sottratta a questo suo avvilimento, e ciò quando la legge per gli espianti decreta invece il “silenzio assenso” per questa barbarie unna. Questa gentucola, tutta, dagli alti prelati ai testimoni del laicismo fino all'ultimo ballerino di can can e facitore di baccano, ha fatto vetrina, prodotto soldi e vissuto emozioni patologiche sull'agonia di Eluana. E, come crème della crème penso a tutte quelle fetenzie d'individui presenti, in cloache contrapposte, sui marciapiedi dell'ospedale udinese dove Eluana ha consumato le sue ultime ore.

Eluana è volata via. Tutti si attendevano una lunga agonia, e uno spettacolo interminabile, ma la giovane sventurata ha lasciato a bocca aperta milioni di sciacalli. Voglio pensare che abbia desiderato fuggir via dalle gabbie della saliva lasciva con cui tutti, nessuno escluso, hanno costruito la sua ultima prigione.

In quanto a me posso solo sperare che ora ella ci scusi, noi italiani.