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La stella di Obama non brilla su Finmeccanica

di Giovanni Petrosillo - 26/02/2009

 

Mentre i governanti di tutta Europa continuano a discutere su come salvare il libero mercato dalle tentazioni protezionistiche, negli USA il “Buy America" sta diventando un “must” sempre più elogiato e perseguito dagli alti vertici istituzionali.

E’ notizia di questi giorni quella seconda la quale Mr. President Barack Obama stia tentando di bloccare, o almeno di rivedere, l'offerta effettuata dal consorzio di cui fa parte il gruppo italiano Finmeccanica, per la fornitura, all’amministrazione americana, degli elicotteri presidenziali “Marine One”. Se questo dovesse accadere, i mancati guadagni per l'azienda italiana sarebbero tali che tutta la struttura aziendale ne risentirebbe pesantemente, tanto che qualcuno ha paventato un rischio bancarotta (ma questa previsione così catastrofica è certamente una esagerazione).

Tuttavia, è indubitabile che dopo l’acquisto da parte di Finmeccanica, per 5,2 miliardi di dollari, della DRS (azienda bellica USA) i bilanci del gruppo non sono  solidi come in passato. Ora che la DRS non è più di proprietà dello zio Sam, diventano forti le pressioni su Obama (soprattutto da parte repubblicana) per evitare di favorirla sul mercato interno. Insomma, secondo gli americani dovremmo prenderci questo "pacco" e stare zitti, nonostante il disattendimento unilaterale degli accordi precedentemente siglati.

Si capisce che gli statunitensi stiano facendo di testa propria, nel tentativo di uscire dalla crisi che li ha investiti, mentre vorrebbero vendere agli altri la favola della cooperazione e della coordinazione degli interventi, al fine di ripristinare un ordine economico internazionale più robusto.

La via per condurre gli altri governi all’inferno è sempre lastricata di buoni consigli, che, ovviamente, chi dà non ha alcuna intenzione di seguire. I masochisti liberisti stanno in Europa non in America.

 

Ennio Caretto per il "Corriere.it" (DAGOSPIA)

 

1 - COSTI RADDOPPIATI, DUBBI SUL MARINE ONE...

Il presidente Obama sta discutendo con il ministro della difesa Robert Gates il destino del «Marine One», il nuovo elicottero della Casa Bianca della Lockheed Martin americana e della Augusta-Westland, del gruppo della Finmeccanica, il cui costo è quasi raddoppiato, dai previsti 6 miliardi di dollari a 11 miliardi. Ha lasciato intendere di non avere deciso se rispettare l'appalto, se modificarlo o se annullarlo, ma lo ha portato a «esempio di una procedura che s'è imballata», dicendo che «la questione dovrà essere risolta».

 

 

«BUY AMERICAN» - Obama ha parlato del «Marine One» in risposta a una domanda del senatore John McCain, il suo avversario repubblicano alle elezioni, che lamentava gli sprechi del Pentagono, incluso a suo parere il VH 71 della Agusta Westland. «L'elicottero che ho ora mi sembra perfettamente adeguato» ha dichiarato il presidente «forse perché non ne avevo avvertito la mancanza» ha aggiunto con un sorriso. La settimana scorsa, il New York Times aveva messo in dubbio la sorte della fornitura di «Marine One» visto che ogni apparecchio verrebbe a costare 400 milioni di dollari, quasi quanto il jumbo «Air Force One», la «Casa Bianca Volante».

 

Obama ha fatto presente che in questo momento di crisi finanziaria il costo degli armamenti va contenuto. Ma il presidente è sottoposto a forti pressioni - perché riduca l'appalto o lo cancelli - anche dalla lobby del «buy American», compra prodotti americani, e dai liberal al Congresso. Uno di loro, il senatore Carl Levin, il capo della Commissione alla difesa, ha annunciato proprio ieri un disegno legge «per prevenire gli sprechi cronici dei militari».

 

COSTI E PREVENTIVI - Secondo Levin se i costi reali superassero i preventivi, gli appalti dovrebbero essere cancellati. Attualmente, in base alla legge Nunn - McCurdy, dal nome di due ex senatori, se i preventivi vengono superati del 25 per cento scatta una revisione dell'appalto. Delle 21 ultime revisioni, però, 2 sole condussero alla revoca. La Lockheed Martin, un gigante dello establishment militare industriale, e la Agusta Westland continuano a essere ottimiste. Osservano che i costi aggiuntivi sono dovuti alla richiesta dell'amministrazione Bush, che voleva fare del VH 71 una fortezza high tech, in grado di reagire a ogni attacco, e potrebbero essere ridotti sotto Obama. E sottolineano che i progetti alternativi sono più costosi.

 

 

FRATTINI OTTIMISTA - Un primo gruppo di elicotteri, inoltre, fino a 7, è pronto, il secondo è in attesa del responso del Pentagono il giugno prossimo. E' ottimista anche il nostro ministro italiano degli esteri Franco Frattini, stando a cui il «Marine One» verrà ultimato. Ma la lobby del «buy American» si batte affinché l'appalto sia trasferito alla Sikorski, la casa produttrice degli attuali «Marine One».

 

Rosa del Lauro, una deputatessa del Connecticut, dove si trova la Sikorski, ha rinfacciato all'amministrazione Bush di avere favorito la Agusta e la Westland, che è inglese, in cambio dell'aiuto di Roma e Londra nella guerra dell'Iraq. La questione verrà discussa da Obama e dal premier britannico Gordon Brown quando questi visiterà la Casa Bianca a marzo. E a tempo debito, verrà consultato anche il governo italiano.

 

Finmeccanica «posteggia» l’elicottero di Obama La prima parte del contratto con gli Stati Uniti è blindato, possibile una mediazione per la seconda tranche: entro giugno la decisione. Aumenta l’attesa per la maxi-commessa di Abu Dhabi: l’M-346 rimane il favorito
di Andrea Nativi (Fonte Il Giornale)

Abu Dhabi. Ore di attesa negli Emirati Arabi, dove si aspetta la scelta, da parte degli sceicchi del nuovo velivolo militare da addestramento, con l’Alenia Aermacchi M-346 favorito sul rivale coreano T-50. Un programma da oltre un miliardo di dollari e con implicazioni strategiche. Ma i manager del gruppo di Finmeccanica che prendono parte al salone della difesa Idex, a partire dal direttore generale Giorgio Zappa sono già soddisfatti (AgustaWestland si è aggiudicata un contratto per 2 elicotteri VIP AW-139, Selex Sistemi Integrati e fornirà sistemi di combattimento alla Marina per 70 milioni di euro), ma sono stati sorpresi dalle notizie che arrivano da oltre Atlantico che riguardano il programma VH-71, l’elicottero presidenziale per la Casa Bianca che Lockheed realizza con AgustaWestland.


La situazione non sembra però così critica. Il presidente Barack Obama vuole combattere gli sprechi ed è conscio delle difficoltà economiche. Per questo ha detto di aver chiesto al segretario alla Difesa Robert Gates di rivedere il programma VH-71 e i suoi costi. Scherzosamente ha aggiunto che gli sembra che il suo attuale elicottero vada bene, precisando che però questo è il suo primo elicottero.


Obama non si intende di elicotteri ed evita con cura di pronunciarsi sui molti programmi militari Usa che superano i costi preventivati: secondo il Gao (una specie di Corte dei conti), si tratta di 95 programmi che complessivamente superano le previsioni di 300 miliardi di dollari. Uno di questi programmi è quello dell’elicottero presidenziale, politicamente delicato, ma non il più travagliato. Sono 28 elicotteri, oltre ai prototipi, destinati a sostituire gli attuali 19 elicotteri VH-3 e VH-60, troppo vecchi e che non rispondono alle esigenze di sicurezza. Il programma VH-71 è stato gestito male da Casa Bianca e Pentagono, ma ora ha superato il peggio. La prima tranche, che vale 2,56 miliardi di dollari dopo l’incremento di 500 milioni deciso a novembre, è finanziata e blindata, anche con garanzie penali in caso di cancellazione: è il cosiddetto Increment 1, che copre 4 prototipi e 5 elicotteri di serie iniziale. La quota di Finmeccanica è pari a 1 miliardo, con 750 milioni già incassati. Il resto arriverà entro il 2011. Gli elicotteri saranno tutti consegnati entro maggio e le 5 macchine di serie andranno in servizio l’anno prossimo.


In discussione sono i successivi 23 elicotteri, Increment 2. Che prudentemente Finmeccanica non ha calcolato nei sui piani industriali e finanziari. La marina americana completerà la revisione del programma entro aprile. Poi la parola passerà al parlamento, che si esprimerà entro giugno. Una cancellazione appare improbabile. E fonti americane sussurrano di un programma di compromesso, Increment 1,5, che accontenterebbe il Congresso, farebbe fare bella figura ad un Obama risparmiatore e porterebbe nuovo business a Lockheed e AgustaWestland.

Dubbi di Obama sul contratto per il Marine One, Finmeccanica cade in borsa


Finanzaonline.com - 17.2.09/10:08

Titolo Finmeccanica sotto pressione a Piazza Affari dopo che alcuni quotidiani hanno riportato l'ipotesi secondo cui l'amministrazione Obama starebbe valutando la revisione dell'offerta effettuata dal consorzio di cui fa parte il gruppo italiano per la fornitura degli elicotteri presidenziali al governo degli Stati Uniti, il cosiddetto Marine One.

Il titolo è arrivato a toccare un minimo di 10,750 euro, archiviando anche una sospensione al ribasso, e viene ora scambiato a 11,410 euro, in calo del 3,96 per cento.

Il Pentagono aveva assegnato l'appalto nel 2005 a un consorzio guidato da Lockeed Martin e del quale fa parte anche Agusta-Westland, società del gruppo Finmeccanica. Il contratto prevede la consegna di 28 elicotteri entro la fine del 2010.