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Pantano Iraq

di misteriditalia.it - 09/03/2006

Fonte: misteriditalia.it

 

PANTANO IRAQ:
SQUADRONI DELLA MORTE NELLA POLIZIA IRACHENA

A Baghdad, ma anche nel resto dell’Iraq, operano squadroni della morte al soldo del ministero dell’Interno iracheno che nella sola capitale, ogni mese, assassinano centinaia di iracheni. La denuncia e del domenicale britannico Independent on Sunday che ha raccolto le dichiarazione dell’ex inviato dell'ONU per i diritti civili in Iraq, John Pace.

Secondo Pace, il ministero dell’Interno iracheno agisce "come un elemento canaglia all'interno del governo". E' controllato dal principale partito sciita, il Consiglio Supremo per la Rivoluzione Islamica in Iraq (Sciri) ed il ministro Bayan Jabr è un ex leader della milizia di Sciri, la brigata Badr, che è uno dei gruppi accusati di compiere omicidi settari.

Pace, che ha da poco lasciato Baghdad, ha detto al giornale britannico che fino a tre quarti dei cadaveri che finiscono nell'obitorio della città mostrano segni di colpi di arma da fuoco alla testa e bruciature sul corpo.

La maggior parte delle informazioni raccolte da Pace e dal suo team provengono dall'istituto di medicina legale di Baghdad. E i dati sono agghiaccianti: le cifre mostrano, infatti, che lo scorso luglio all'obitorio sono arrivati 1.100 cadaveri, 900 dei quali mostravano segni di torture o di esecuzioni sommarie. L'affluenza è rimasta costante fino a dicembre, quando i cadaveri arrivati all'obitorio sono stati 780, 400 dei quali con ferite da arma da fuoco e segni di tortura.

John Pace, che ha lavorato per le Nazioni Unite per oltre 40 anni e che ora è andato in pensione, ha detto inoltre che "la violenza costante e la mancanza di sicurezza in Iraq stanno creando un circolo vizioso nel quale i cittadini ordinari si rivolgono ai gruppi di estremisti settari per ottenere protezione".

L'ex inviato dell'ONU, secondo il quale negli ultimi due anni la situazione in Iraq è andata sempre peggiorando, ha criticato anche i rastrellamenti che fanno le truppe USA assieme alla polizia irachena. "La maggioranza degli arrestati - ha detto - è costituita da innocenti, ma che spesso rimangono in prigione per mesi. Non si elimina il terrorismo facendo così. L'intervento militare causa seri problemi di diritti umani e umanitari ad un gran numero di civili innocenti. Il risultato è che questi individui alla fine della detenzione si trasformano in terroristi".

Preoccupazioni per la situazione in Iraq sono state espresse anche dall'ex ambasciatore britannico in Iraq, Jeremy Greenstock, secondo il quale il Paese sta scivolando verso "una guerra civile di bassa intensità"'. In molte città, ha detto l'ex inviato di Blair, è in atto la pulizia etnica ed i diversi gruppi razziali o religiosi cercano di stabilire i loro territori.

 

PANTANO IRAQ (2):
I CADUTI AMERICANI SUPERANO QUOTA 2.300

Secondo dati diffusi dal Pentagono, alla data del 2 marzo 2006 i soldati americani caduti in Iraq erano 2303.

 

PANTANO IRAQ (3):
MOLTO ALTO IL RISCHIO DI UNA GUERRA CIVILE

E’ molto alto il rischio che l’Iraq precipiti in una vera e propria guerra civile. Tutto dipende dall’atteggiamento che assumeranno sciiti e curdi, vincitori delle ultime elezioni legislative, nei confronti dei sunniti.

E’ quanto afferma l'International Crisis group (ICG) un influente gruppo di riflessione con base a Bruxelles e composto da ex alti responsabili americani.

"L'attentato contro il mausoleo sciita a Samarra (il 22 febbraio scorso) - si legge in un documento dell’ICG - le rappresaglie contro le moschee sunnite e le uccisioni di sunniti sono l'ultimo segnale che l'Iraq si sta avvicinando ad un disastro totale".

L'ICG propone cinque misure per cercare di evitare una guerra fratricida in Iraq:

1) "le principali liste sciite e curde dovrebbero formare un governo d'unità nazionale nel quale gli arabi sunniti non dovrebbero essere emarginati"; "Le milizie che hanno contribuito alla destabilizzazione del Paese dovrebbero essere smantellate" e "integrate all'interno delle nuove forze di sicurezza".

 2) "Si dovrebbero apportare dei cambiamenti significativi (nella Costituzione), soprattutto emendando gli articoli relativi al federalismo e alla distribuzione dei proventi delle vendita del petrolio".

3) "I Paesi donatori dovrebbero incoraggiare le istituzioni non settarie a fornire fondi ai ministeri e ai progetti che sostengono la trasparenza e la competenza".

4) Gli Stati Uniti e i loro alleati dovrebbero esprimere "chiaramente le loro intenzioni sul ritiro dall'Iraq. La ritirata dovrebbe avvenire gradualmente, tenendo conto della capacità del governo iracheno di occuparsi (della sua sicurezza) e della creazione di forze di sicurezza non settarie"; "Con la loro presenza le forze straniere impediscono per il momento che le violenze settarie ed etniche diventino incontrollabili".

5) "La comunità internazionale, tra cui gli Stati vicini, dovranno prepararsi all'eventualità di una disgregazione dell'Iraq per contenere le ricadute sulla stabilità e la sicurezza della regione"; "non pensare a questo tipo di scenario potrebbe portare a molti disastri nel futuro".

L'organizzazione conclude affermando che "le elezioni del gennaio e del dicembre 2005 hanno evidenziato la predominanza della religione; le moschee si sono trasformate in quartieri generali di partiti politici e i religiosi in politici".

Fonte: Agence France press