Ancora una volta mi trovo a scrivere di rifiuti, ma stavolta la prendo alla larga affrontando la questione che secondo me sottende ogni aspetto di questo argomento, ovvero la corretta applicazione di una legge, la legge più importante oggi attualmente in vigore per la gestione dei rifiuti anche conosciuta come Dlgs 22/1997 o Decreto “Ronchi”.

Tutto ciò scaturisce dopo quasi un’anno di esperienza sul campo, là dove certe cose le devi prima imparare per poi “insegnarle” (e dire che non avrei mai voluto farlo!)

Quando ai ragazzi si diceva RIFIUTI veniva fuori di tutto e in questo tutto c’erano sempre sicuramente le parole (purtroppo) “discarica” e (per fortuna) “raccolta differenziata”.
Rapportando queste realtà alla “regola”(la legge) non c’era nulla da meravigliarsi trovando che entrambe sono possibilità previste ma mi stupivo al sentire che la discarica doveva trovarsi “prima” della raccolta differenziata.

Molto raramente si accennava al “recupero energetico”, che detto così ha tutti gli aspetti positivi della produzione energetica da una fonte certa e diciamo piuttosto rinnovabile come i rifiuti solidi urbani. Peccato che però la parola che traduce tutto ciò è “termovalorizzatore” che insieme al più “pigro” inceneritore non sono affatto parte della sfera RIFIUTI di un certo tipo di società, quantomeno non quella italiana!

Lo stupore era al massimo quando dovevo dire che oltre a queste realtà ce n’era una quarta, che addirittura era possibile (anzi obbligatorio se pensiamo che è proprio la legge che ce lo dice!) riscontrarla PRIMA della raccolta differenziata che si chiama RIDUZIONE.

Alla fine veniva fuori un quadro completamente diverso dall’immaginario della collettività a cui mi rivolgevo durante i miei interventi, uno scenario fatto di priorità nella gestione dei rifiuti che in realtà non viene quasi mai rispettato. E mi sono inventato due disegniper spiegare questa cosa, chiamati “disegno vuoto” e “disegno al contario” a seconda del tipo di intervento.

Il disegno vuoto serviva per far capire che in realtà quando decidiamo di disfarci di qualcosa andando ad aumentare la quantità di rifiuti da gestire, indipendentemente che siano indifferenziati da smaltire in discarica o differenziati da riciclare, abbiamo ancora la possibilità di RIUSO e RIUTILIZZO, che nelle più svariate forme (dai restauri ai mercatini alle donazioni per solidarietà) possono essere un’ottima azione per concorrere alla RIDUZIONE.

Il disegno al contrario invece, più articolato, ripercorreva a ritroso il percorso della maggiore parte dei rifiuti che in genere sono costituiti da imballaggi e che provenendo dal consumo domestico hanno origine dagli acquisti. Qui il problema era molto più delicato, perchè si capisce una cosa molto importante della gestione dei rifiuti: non ci sarebbe motivo a spingere tanto per la raccolta differenziata lasciando inalterata la quantità di rifiuti da gestire con relativi costi (più alti rispetto alla gestione indifferenziata) se non per il fatto che in questo caso il consumo è già avvenuto e le abitudini economiche dei consumatori cambiano di poco o restano invariate, altrimenti sarebbe più corretto sia dal punto vista ambientale (perchè sappiamo tutti che riciclare inquina come produrre!) e dal punto di vista legale (e qui ritorniamo all’applicazione del decreto), promuovere le politiche di riduzione.

Il drastico abbattimento degli imballaggi come maggior componente dei rifiuti sarebbe il ritorno alle merci sfuse che lentamente e a fatica stanno cercando la loro affermazione.
Ma se l’imballaggio non è più “accompagnatore” della merce ecco che diventa lui stesso merce, e tristemente si trovano oltre alle sporte in vendita a 2,50 euro anche le scatole di cartone a 0,75euro che un tempo molto più diffusamete in alcuni supermercati venivano messi a disposizione a fianco delle casse.

Riduzione, Raccolta differenziata, Recupero energetico, Smaltimento, sono le 4 tappe della gestione dei rifiuti secondo il decreto, ma vengono mai rispettate?