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La famiglia è la comunità originaria secondo natura

di Diego Fusaro - 11/06/2025

La famiglia è la comunità originaria secondo natura

Fonte: Diego Fusaro

Nei giorni scorsi, su "Adnkronos", è comparso un interessante articolo che spiega significativamente quanto segue: «La famiglia naturale non esiste”: è questo il punto fermo della sociologa Chiara Saraceno, intervenuta lo scorso fine settimana al Festival Nobìlita di Reggio Emilia, dedicato alla Cultura del Lavoro. Al centro del suo speech, il rapporto tra lavoro e famiglia, le trasformazioni culturali in atto e la ricerca di nuovi equilibri sociali». E così prosegue l'articolo: «Per famiglia naturale, o tradizionale che dir si voglia, si intende quella formata da una coppia eterosessuale legata da matrimonio, con una netta distinzione nei ruoli di genere e votata alla procreazione». Si tratta della ormai ben nota ideologia dominante, che prova in ogni modo a dissolvere l'idea stessa di famiglia, liquidandola come una convenzione sociale storicamente determinata. La sociologa sabauda Chiara Saraceno ha oltretutto scritto un libro per Laterza dedicato proprio a questo tema, vedendo, come è ovvio che sia, le proprie tesi rilanciate con entusiasmo da tutti i quotidiani più allineati all'ordine discorsivo dominante della globalizzazione liberalprogressista. Secondo quanto abbiamo provato a dimostrare nel nostro studio "Il nuovo ordine erotico", la globalizzazione turbocapitalistica sta provando già da tempo ad aggredire il concetto di famiglia per favorire l'individualizzazione di massa coessenziale alla civiltà del mercato. Il sistema capitalistico, che con Hegel potremmo definire un sistema dei bisogni globalizzato, deve necessariamente decostruire tutte le radici dell'eticità per fare sì che sopravviva unicamente il mercato come spazio della relazione tra gli esseri umani: ogni comunità solidale viene in tal maniera spodestata dalla mera contiguità spaziale degli atomi competitivi. Resta appunto soltanto il sistema dei bisogni, ovvero la bestia selvatica del mercato, ciò che per Hegel rappresentava la dispersione dell'idea etica e la peggior forma di libertà possibile, quella secondo Il capriccio individuale, dimentico di ogni elemento comunitario. In quanto prima radice del mondo etico, basata sulla naturale attrazione dei sessi diversi che con la vita matrimoniale guadagna uno statuto etico in senso pieno, la famiglia risulta inaccettabile per l'ordine neoliberale, proprio in ragione del fatto che ci ricorda quello che già era noto ad Aristotele prima che a Hegel: vale a dire che l'individuo nasce in una comunità e solo grazie alla comunità si sviluppa come individuo comunitario. Crolla dunque il modello contrattualistico alla Hobbes, secondo cui vi sono individui che si associano per tutelare il proprio interesse: nasciamo già all'interno della comunità e siamo per definizione animali comunitari. L'ordine discorsivo dominante oggi, grazie ai discorsi alla Chiara Saraceno, vorrebbe farci credere che la famiglia sia soltanto un'invenzione recente, peraltro foriera di violenza e di patriarcato, dunque un retaggio degno di essere abbandonato senza rimpianti nel museo delle antichità, per poter così aderire pienamente ai moduli della civiltà neoliberale degli individui isolati che si relazionano soltanto secondo secondo contratti a tempo determinato istituiti secondo l'algida geometria dell'utilitarismo. Contro queste tesi vuote e gravide di ideologia, è d'uopo ribadire, sulle orme di Aristotele e di Hegel, che la famiglia è la comunità originaria secondo natura, la prima comunità entro la quale l'individuo si sviluppa, per poi accedere alle altre cerchi del mondo etico, dalla società civile fino allo Stato. Il momento degli individui che competono, cioè il sistema dei bisogni, rappresenta soltanto il puro negativo che deve essere superato mediante la società civile e lo Stato. Anche su questo punto, non bisogna fare concessioni al pensiero unico politicamente corretto: e nemmeno bisogna commettere l'errore di parlare di "famiglia tradizionale" (non sfugga appunto l'identità istituita tra famiglia naturale e famiglia tradizionale dalla sociologa sabauda), poiché le tradizioni cambiano e sono per definizione mutevoli, laddove la famiglia è naturale, perché inscritta nell'ordine delle cose. Con tutto il rispetto, continuiamo a preferire Hegel e Aristotele agli odierni ierofanti del pensiero unico postfamiliare e politicamente corretto, il cui pensiero svolge semplicemente la parte di grancassa dei rapporti di forza dominanti nel tempo del capitalismo assoluto e totalitario.