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Ancora i bombardieri democratici

di iraqiresistance.info - 17/03/2006

Fonte: iraqiresistance.info

 

 

L’attacco USA a Samarra

 

Nel giorno in cui il parlamento iracheno uscito dalle elezioni del 15 dicembre ha aperto i battenti, a tre anni esatti dall’inizio dell’aggressione, il comando militare americano ha annunciato l’avvio “della principale offensiva aerea dalla conquista di Bagdad”.

Questa volta il bersaglio dell’operazione è la Resistenza popolare che opera nella zona di Samarra. Il grande dispiegamento di uomini e mezzi (si parla di oltre 50 velivoli da combattimento e di 200 mezzi corazzati sul terreno) fa pensare alla possibilità di una nuova Falluja.

Il fatto che questo attacco sia stato lanciato proprio il giorno dell’apertura del nuovo parlamento da il senso di cosa intendano gli americani per “normalizzazione” e “democratizzazione” dell’Iraq.

E’ la stessa “normalità” e la stessa “democrazia” che Israele ha messo in mostra nei giorni scorsi assaltando, con l’evidente sostegno di Stati Uniti e Gran Bretagna, il carcere palestinese di Gerico.

E’ una normalità che in occidente sta passando anche e soprattutto per la responsabilità della sinistra ufficiale. Una “sinistra” unicamente preoccupata di raggranellare in ogni modo qualche voto in più, che tace sulle stragi americane come sull’oppressione del popolo palestinese per allinearsi al pensiero unico imposto da Washington.

Samarra e Gerico sono solo le ultime due tappe della guerra infinita scatenata da Bush, che oggi mette già nel mirino l’Iran dato che ciò che è concesso ad Israele (ad esempio le 400 atomiche) è negato ad altri paesi.

L’Iraq è stato un tassello fondamentale di questa più generale volontà di conquista, asservimento e schiacciamento dei popoli e delle nazioni che non accettano la logica ed il ruolo loro assegnato dalla strategia americana. La guerriglia irachena ha inceppato questo ingranaggio micidiale e il fatto stesso che gli Usa abbiano messo in piedi un’offensiva come quella in corso su Samarra dimostra quanto sia forte e radicata nel popolo la resistenza contro gli occupanti.

 

Oggi il movimento contro la guerra è chiamato a schierarsi apertamente con la Resistenza, ad unire la propria voce a quella di chi lotta rischiando la vita tutti i giorni.

E’ questo il primo passo per raccogliere concretamente la sfida della costruzione di un ampio fronte antimperialista internazionale come quello proposto al Forum Sociale di Caracas dal presidente del Venezuela Hugo Chavez.

Le resistenze all’imperialismo crescono, in varie forme, in diverse parti del mondo, in particolare in Medio Oriente ed in America Latina. E’ arrivato il momento di unire idealmente e politicamente queste lotte con quelle di chi in occidente si batte contro la guerra, contro chi la fa in nome del proprio “diritto” al dominio planetario, per affermare invece i diritti dei popoli alla libertà ed all’autodeterminazione.

Noi lavoreremo in questo senso, e chiediamo a tutti quelli che si riconoscono in questi obiettivi di fare altrettanto: insieme dovremo costruire anche qui, in Italia ed in Europa, la resistenza al totalitarismo imperialista.