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L’«eccelso sionista» ed il disvelamento della stampa sionista

di Antonio Caracciolo - 27/09/2009

L’«eccelso sionista» ed il disvelamento della stampa sionista, complice della copertura mediatica di “Piombo Fuso”, un crimine di guerra

C’era da aspettarselo. I solito giornali dove compaiono i più triti e vomitevoli articoli di propaganda sionista non tradiscono la loro ragione sociale e scendono in campo a difesa dell’«eccelso sionista», cioè Giorgino Israel. Costoro non sembrano voler intendere che per una fascia non ristretta di pubblico il termine “sionista” ha un suono non meno funereo di “nazista”, ma con una attenuante per quest’ultimo. “Nazista” e “nazismo” sono ormai passato storico, dove chi ne vuole sapere sapere effettivamente qualcosa deve smettere di credere di poterla apprendere dalla fiction o dalla propaganda olocaustica e si deve affidare a libri seri di storia, basati su ricerche serie non comandate da Tel Aviv o dal B’naï B’rith. Per fare un solo piccolissimo esempio basta ricordare il caso della conduttrice televisiva tedesca, che si trovo licenziata in tronco per aver detto che il nazismo aveva avuto una buona politica verso le ragazze madri. Per non parlare poi del consistente aumento di stipendio ai ceti disagiati, un aumento reale e non rimangiato dall’inflazione. Se si potesse seriamente e liberamente occuparsi di storia ed avere libri diversi da quelli che ci vengono ammanniti dal regime, se ne scoprirebbero di belle. Ed esiste un pubblico crescente disposto a lasciare il mondo delle favole, o meglio delle bufale di regime, per una seria conoscenza del passato. Diverso il caso del sionismo che è presente e passato presente, i cui orrori sono molto più facili da conoscere di quanto non sia sempre più difficile costruire un’immagine del fascismo e del nazismo ad uso di regime.

Chi sono i campioni del sionismo fatti scendere in campo? Rispondono ai nomi di Miska Ruggeri, di Matteo Sacchi. Chi sono? Non lo so! Ma li si valutano – come è giusto – per ciò che scrivono. Le testate? Il Foglio, Libero, il Giornale! Come a dire il “non eccelso” della stampa italiana. Per non parlare poi della stessa «Informazione Corretta». Il boomerang? E quale sarebbe? Quello che hanno nella loro testa, fatta apposta per rappresentarsi una riveduta e “corretta” realtà che vale solo per le loro “corrette” teste, ma di cui ognuno si può liberare con un minimo di conoscenza critica e di controinformazione, ammesso che sia stato vittima dei loro inganni e delle loro bufale. Forse per boomerang intendono che i citati Miska e Sacchi abbiano scritto le loro insignificanti fesserie, al massimo buone per loro stessi, per loro consumo interno ma totalmente irrilevanti per una valutazione critica dell’event. Vediamo brevemente ciò che scrivono.

Intanto non vedo dove stia la “crociata” di Odifreddi, con il quale a scanso di equivoci affermo qui di non aver nessuna conoscenza personale e nessuna particolare intesa. Ho letto ed apprezzato alcuni suoi libri. Di recente ho potuto perfino scoprire che su alcune questioni essenziali siano perfino di diverso avviso. Ma ciò non mi impedisce di stare dalla parte di Odifreddi anziché dalla parte di Giorgino. Beninteso, non sono a libro paga di Odifreddi e non è lui che ha commissionato questa mia presa di posizione che è assolutamente spontanea e gratuita. Il “fanatismo” in personaggi come Giorgino e dalle grondaie di IC se ne può tagliare a fette. Non mi è mai, proprio mai riuscito di percepire Odifreddi come un “fanatico” di qualsivoglia cosa. Un “eccentrico” può essere e convengo, ma eccentrico non significa né “squinternato” né “fanatico” ed inoltre non ha per me un’accezione negativa. Una “crociata” è un’impresa collettiva che qui proprio non vedo. Odifreddi ha semplicemente restituito indietro un premio che aveva avuto nel 2002, dicendo che anche in questo modo voleva dimostrare di non aver nulla a che fare con Giorgino Odifreddi. Dove sta la crociata? Perché Odifreddi non avrebbe dovuto restituire il premio, se ha ritenuto di volerlo e doverlo fare. Non sono un matematico ed a me un simile premio, della cui esistenza neppure sapevo, non lo hanno mai dato. Ma se per ipotesi me lo avessero concesso, lo avrei restituito anche io. Al momento non ho il testo integrale della Lettera di Odifreddi, ma ne avrò il testo, lo publicherò, ove concesso e possibile. È questo un elemento essenziale di una discussione e di una polemica che si è avviata ed i cui sviluppi al momento ignoro. A parte il Corriere di Sion è significativo che altri importanti quotidiani non se ne siano occupati. Avendo la Lobby i suoi uomini imbucati in ogni redazione non escludo che possano uscire dei “pezzi” su commissione o di squadra. Ne trarrò schede per il mio Monitoraggio, che fino adesso vede una significativa infiltrazione sionista nei gangli del potere, ma non irreversibile ed irresistibile. Staremo a vedere.

Il “ridicolo stratosferico” è di chi ha scritto il pezzo non firmato (o meglio firmato Redazione) sul “Foglio”. La “caricatura” poi è tutta nei “corretti” desideri dei “Corretti Informatori”… Che poi venga messo in rilievo l’essere “ateista” da parte di Odifreddi suona “stratosfericamente ridicolo” da chi si professa “ateo devoto”, cosa il cui senso solo i bravi riescono ad afferrare. Non per mortificarlo, ma non posso dimenticare la raccolta di ortaggi che Giuliano Ferrara ha fatto, quando ha pensato di misurare il consenso ai suoi “concetti” ideologici, notoriamente sionisti, e le sue “posizioni” politiche, altrettanto notoriamente sioniste. Non escludo che la sua strategia fosse quella di una penetrazione sionista nel corpo dogmatico della fede cattolica. Non so dire quanto la Curia sia sprovveduta per cascarci. Non mi invitano ai “conclavi”, dove Dershowitz dice di partecipare abitualmente. Il fatto ritorna a bomba: Odifreddi ha voluto restituire un premio che evidentemente ora considera infamante. Per chi ha appena una vaga idea del concetto feudale di onore, questo procede dall’alto verso il basso e non viceversa. Sempre più si improvvisano giurie che in questo modo pensano di elevarsi al di sopra dei premiati. Un re che fosse davvero consapevole della sua maestà sovrana non accetterebbe lauree honoris causa che università bisognose pensano di conferirgli. La logica delle giurie che conferiscono premi non è diversa. Odifreddi sembra averlo capito e probabilmente non ha bisogno del premio in danaro che forse gli è stato concesso, se il premio comporta un vantaggio economico. Se non è incluso, allora a maggior ragione lo si può rifiutare, anche per rispetto ad un più ampio pubblico che con la logica del premio viene defraudato del suo proprio giudizio nel riconoscere i meriti. Il gesto di Odifreddi giunge opportuno per interrogarsi degli infiniti premi che vengono istituiti sostanzialmente in frode del libero giudizio di chi è in grado di valutare. Se non è in grado di farlo, non sarà certo il premio che potrà supplire alla sua mancanza di giudizio. In realtà, un premio è un atto di promozione politica e ideologica. Nel caso di Giorgino non potrebbe esservi altra motivazione.

L’ironia sui “numeri” di Odifreddi è fuori luogo. Almeno lui con i numeri qualcosa ci capisce. Per altri è già tanto se arrivano alla conta aritmetica degli ortaggi e delle uova marce ricevute in omaggio sulle pubbliche piazze. Se il Foglio, come sembra, riconosce il “sionismo oltranzista” di Giorgino trova subito una conferma la perplessità non di Odifreddi, ma di chiunque abbia a cuore le sorti della pubblica istruzione. Se per Hosni il sionismo mondiale ha organizzato la campagna, anzi il “complotto” che sappiamo, per avere l’egiziano detto o non detto alcune frasi, sarà pure lecito chiedersi cosa ci sta a fare un “sionista oltranzista” al Ministero della Pubblica Istruzione? Forse che i nostri ragazzi, ed i loro insegnanti, devono pure diventare “sionisti oltranzisti”? È questo il progetto educativo di una Tizia messa a capo di un Ministero dei cui problemi dimostra assoluta incompetenza. Nulla di strano per i politici, ma non può non far riflettere che come consulenti si sia andata a scegliere proprio un Giorgino Israel. Se avessi dei figli, li ritirei dalla scuola pubblica se appena avessi il sospetto che nei programmi educativi vi fosse la mano, la mente e lo spirito di Giorgino. Altro che premio Peano! Io ritirerei i miei figli da scuola e potendo scegliere mi guarderei bene dall’insegnare in una siffatta scuola.

Sulla storia del “puparo ebreo” si continua a strumentalizzare. La bufala si rivela tale per chi appena si prende la briga di andarsi ad informare su quanto effettivamente è accaduto. Sarebbe come se qualcuno entrando in un cesso pubblico lasciasse una scritta sui muri e su questo si imbastisce la consueta operazione vittimistica, gridando all’antisemitismo. Credo che Odifreddi abbia commesso l’errore di non andarsi a documentare alla fonte dell’evento ed abbia attinto a fonti secondarie, che hanno alterato ed inquinato i fatti realmente accaduti. Interessa a costoro il mostro sbattuto in prima pagina, non la verità. Vecchia storia. Vogliono costringere Odifreddi a piegare la testa al regime. Questo lo scopo che perseguono. Ma Odifreddi si è sottratto con una decisione che rientra nelle sue facoltà e che sta facendo imbestialire i “sionisti oltranzisti” che vogliono farsi passare come posizione ufficiale delle istituzioni italiane. Per fortuna, di recente vi è stato una decisione antisionista del più importante sindacato inglese e poco prima prima il rapporto Goldstone, che l’armata sionista del Foglio, di Libero, de L’Opinione, e qualche rimasuglio di stampa, tentano inutilmente di screditare.

Miska si esprime già nel titolo: «L’illuminato Odifreddi non tollera il sionista». Ebbene, se sostituissimo “sionista” con “nazista”, quale sarebbe il contenuto dell’articolo che accompagna un simile titolo. Io aggiungo che, a mio avviso, “sionista” è assai peggio di “nazista”. Punti di vista? No! Basta leggere in ultimo il rapporto Goldstone ed un libro come quello dell’«ebreo israeliano» Ilan Pappe, autore di un libro sulla “Pulizia etnica della Palestina”, e per questo costretto da minaccie a trasferirsi nell’eccellente università di Exeter. Ma anche l’ebreo Burg ( http://www.neripozza.it/magazine_dett.php?id_mag=33 ) ci ha detto cose importanti che non è possibile ignorare. Inoltre, l’«ebreo» Pappe va ripetendo in pubblici convegni che se non si vuole essere antisemiti per davvero occorre essere antisionisti: un totale ribaltamento delle veline che dalle riunioni più o meno segrete del B’naï B’rith sono giunte in alto loco e che trovano continua ripetizione nella stampa sionisti dei succitati organi. Si tenta di accreditare la follia criminale del sionismo come se fosse un’innocua faccenda di educande. Odifreddi che non è un fesso ha detto: “Non ci sto!” La sua restituzione del premio ha questa facile lettura per chi la sa e la vuol fare. A ben riflettere, le ragioni di Odifreddi non sono diverse dalla decisione sindacale di Liverpool, dove il più grande sincacato inglese (6.500.000 lavoratori) ha deciso a maggioranza assoluta di boicottare Israele. Non è Odifreddi dal 1967 un acceso sostenitore di Israele, non è un suo agente propagandista in Italia, fiero di essere tale. Si può legittimamente prendere le distanze da costui in ogni forma possibile? I direi di sì senza nessun sacrificio dei sacri principi di libertà etc. Quanto a Pastrone credo che abbia fatto un pasticcio, come dice bene il nome. Non credo che si debba qui parlare anche di lui. «Mi hai voluto dare un premio nel 2002?» «Te lo rimando indietro!» «Valutazioni ideologiche?» «Valutazioni ideologiche!» Ma naturalmente sono io che qui ragiono così. Aspetto con interesse di leggere se vi saranno prese di posizione e “risposte” da parte di Odifreddi, che io credo ben se ne potrebbe infischiare di quattro sionisti che credono di essere il mondo intero, o meglio che pensano di tenere il mondo in pugno. Basta riconoscerli come tali e dire loro di non voler entrare nella rete della complicità. Mostrano loro di schifarsi del prossimo, ma è il prossimo che ha bene il diritto di mettersi in guardia contro di loro.