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Tornare indigeni del proprio luogo

di selvatici - 10/04/2006

Fonte: decrescita.it

Indigeni- riparto dalle ultime frasi dell'intervista a Pallante apparsa sulla lista: " la decrescita" è un comportamento autoresponsabile, che comunica, i comportamenti che diventano collettivi danno vita a "movimenti culturali" , forme prepolitiche, intuizioni, utopie..ma sono anche un fare da subito, un vivere il presente senza demandarlo alla mediazione politica, alla costruzione ideologica, al fine dibattito intellettuale tra esperti. Che l'autosufficenza sia un tendere alla..mi sembra chiaro, non uso usiamo un compiuter autocostruito, nessuna delle merci, degli oggetti che usiamo è il prodotto di un lavoro felice e liberato, neanche le case che abitiamo, i paesi o le città, neanche i grandi monumenti storici, i giornali, i libri. tutto quello che è merce proviene dallo sfruttamento del pianeta e degli esseri, umani e non, che lo abitano. Nessun migrante abita le variegate comunità dell'autosufficenza, e neanche partecipa a questa lista, parlare di decrescita a chi vive o emigra dai paesi poveri sarebbe come parlarne ai giovani che sono fuggiti dalla montagna per fare l'operaio o il cuoco o che altro.Parlare di decrescita alle forze politiche, sperare che faccia parte di un qualche "programma politico"..al sindacato?? Io mi accontento di fare un qualche gesto riparatore, di tornare ad essere un indigeno del luogo in cui vivo, di fare come un aborigeno e pensare che sia "il centro del mondo" da cui partire per intessere reti solidali, conviviali e felici, da cui possa nascere una Intelligenza Collettiva in grado di pensare la decrescita come progetto politico vivo, perché alla favola dello sviluppo sostenibile, dell'ambientalismo ragionevole, del buonismo progressista non ci credo più da tempo. Se ogni gesto, ogni attimo della nostra vita è ridotto a merce, se perfino la nostra morte diventa una merce, forse per conservare un minimo di dignità e speranza è necessario tentare di uscire da questo circuito, disobbedire al manovratore, eroderne il potere, e restare indifferenti al suo fascino, tornare  selvaggi appunto.