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Scusate se son buoni

di Massimo Gramellini - 03/01/2010

 

Da piccoli ci insegnavano a fare la carità di nascosto per non cadere in peccato d´orgoglio. Adesso è diventata una questione di incolumità personale. Se vieni beccato a fare il buono ti insultano, quando va bene.
Lasciamo stare l´allenatore dell´Ascoli, messo in croce dai tifosi per un gesto di fair play nei confronti degli avversari, o quello di una squadra giovanile di Piacenza licenziato dal presidente per aver ritirato dal campo i suoi ragazzini dopo una zuffa: il calcio, si sa, è un mondo di maschi esaltati. Ma sentite cosa è successo a una signora di Macerata, Fiorella Faggiolati. Legge sul giornale che a Padova due bambini sono stati lasciati fuori dalla mensa dell´asilo nido comunale perché la madre non aveva i soldi per pagare la retta. D´impulso chiama il servizio scolastico e salda l´arretrato di 460 euro. Una meraviglia di gesto, penserete. Come minimo le daranno la cittadinanza onoraria, le intesteranno la sala mensa o le fettuccine al pomodoro sul menu. Errore. L´assessore padovano alla scuola (pardon, alle politiche scolastiche, non so se mi spiego), in quota partito democratico, reagisce piccato: «Ognuno farebbe bene a guardare a casa propria». Marchigiana che non sei altro, fatti gli asili tuoi. E sotto con una spiegazione burocratica su quale procedura la mamma dei due bambini lasciati fuori dalla mensa - gli amichetti dentro a mangiare e loro niente, roba da trauma psicanalitico perenne - avrebbe dovuto seguire per accedere alla carità comunale. Alla fine la benefattrice di Macerata ha dovuto ancora giustificarsi, chiedere scusa all´assessore. La prossima volta che farà del bene, ricordi almeno di mettersi in faccia un passamontagna.