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Gaza, Israele ammette l'uso del fosforo bianco

di Francesca Marretta - 03/02/2010

  
 
Sanzionati due alti ufficiali che ne ordinarono l'utilizzo contro una struttura Onu

Israele ammette per la prima volta di aver usato in maniera illegittima munizioni al fosforo bianco. Bisogna sfogliare fino a pagina 108 il documento inviato venerdì scorso dal Ministero degli Esteri israeliano all'Onu, in risposta al Rapporto Goldstone, per scovare la notizia, diffusa solo ieri.

Nella relazione, che non è stata redatta da una commissione indipendente, come da richiesto da New York, ma realizzata in ambito governativo, con l'intenzione di dimostrare l'affidabilità del sistema giudiziario israeliano, è scritto che due ufficiali della brigata Givati, il generale di divisione Eyal Eisenberg e il comandante di brigata, colonnello, Ilan Malka, sono stati sanzionati per condotta scorretta. Durante "Piombo Fuso" i due hanno travalicato il loro mandato, avendo messo in pericolo civili palestinesi quando hanno autorizzato il bombardamento di un magazzino di una sede dell'Unrwa a Gaza, il 15 gennaio 2009, con proiettili al fosforo bianco.
L'esercito israeliano ha diffuso ieri una smentita sulla sanzione inflitta ai militari. Gli ufficiali non sono stati spogliati dei gradi, né hanno subito decurtazioni dello stipendio. Si sono semplicemente beccati una nota negativa sul curriculum.
Ma il fatto che Israele non neghi più di aver fatto uso improprio di armi al fosforo a Gaza è una novità.
Israele non aveva negato in precedenza l'uso di munizioni al fosforo bianco. Aveva tuttavia sempre sottolineando di averne fatto un uso "legale", ovvero permesso dalle Convenzioni internazionali, che ne vietano l'uso in presenza di civili.

Il giorno successivo all'attacco al compound dell'Unrwa, il Generale di brigata Avi Benayahu, portavoce dell'esercito israeliano, rispose sdegnatamente alle accuse sull'uso del fosforo bianco: "il nostro esercito è uno dei più corretti al mondo. Sono accuse totalmente false".
Nel caso di Tal el-Hawa, durante Piombo Fuso, Israele ha, sotto tale aspetto, negato l'evidenza. Evidenza mostrata non solo dalla presenza di civili, ma anche dall'improprio impiego dal punto di vista della logica militare.
L'uso di fosforo bianco viene ammesso dalle Convenzioni internazionali per illuminare o proteggere i movimenti delle truppe sul terreno, in quanto sprigiona una cortina di fumo.

Nel compound dell'Unrwa, bombardato alla luce del sole, non c'erano militari israeliani.
Come non c'erano alla scuola di Beit Lahia, all'ospedale al-Quds o a Zeitun, almeno negli edifici in cui sono state riscontrate tracce evidenti dell'uso di tali munizioni.
L'attacco a Tal el-Hawa, avvenuto due giorni prima del cessate il fuoco, si era reso necessario, questa la versione data all'epoca dei fatti dall'esercito israeliano, perché all'interno del compound Onu erano presenti miliziani di Hamas equipaggiati con razzi anti-carro. L'uso di munizioni al fosforo ne avrebbe contrastato l'impiego contro le truppe israeliane.
A contatto con l'ossigeno, il fosforo biano continua a bruciare. Non è difficile immaginare le conseguenze delle ferite provocate dalle schegge che contengono questa sostanza. A Tal el-Hawa rimasero gravemente feriti almeno quattro palestinesi. Due erano dipendenti Onu.
Il Rapporto Goldstone, accusa sia Israele che Hamas di avere commesso crimini di guerra durante il conflitto a Gaza. La risoluzione del Consiglio per i Diritti Umani Onu che lo approva, ha avuto il voto contrario di sei paesi, tra cui Italia e Stati Uniti. A favora hanno votati 25 paesi.
Come Israele, Hamas respinge le accuse del Rapporto Goldstone, negando di aver deliberatamente colpito civili.
L'Assemblea Generale dell'Onu ha chiesto al governo israeliano ed al movimento islamico al governo a Gaza di presentare risposte frutto di "inchieste indipendenti" ai rilavementi del Rapporto Goldstone entro il 5 febbraio.

Anche le organizzazioni per la difesa dei diritti umani che hanno investigato i fatti di Piombo Fuso parlano di crimini di guerra, confermando la linea del rapporto Goldstone, che evidenzia la sproporzione di vittime palestinesi e israeliane, indicando un maggiore peso, in tal senso, delle responsabilità israeliane.

Il portavoce del governo Netanyahu, Mark Regev, ha ieri detto che sono attualmente sotto esame in Israele 150 casi di violazioni da parte dell'esercito, relative a Piombo Fuso. Trentasei casi sarebbero stati passati alla polizia militare al fine di procedere a indagini penali.
Quello che Israele vuole evitare è punire militari per decisioni prese sul campo di battaglia.Questo si è reso evidente nel dibattito di questi giorni tra il Premier Netanyahu, il ministro della Difesa Barak e la leader dell'opposizione Tzipi Livni, una delle ideatrici della guerra assieme a Olmert e lo stesso Barak. Discutono della forma, in termini di opportunità politica di una risposta israeliana alle accuse. Per evitare che il tutto finisca all'Aja.