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Come ti erudisco il pupo: la corrida alle elementari

di Alessandra Colla - 09/03/2010

 


Questa la devo proprio raccontare.

Mi metto lì, armata di santa pazienza, per far fare i compiti a quello sfaticato di mio figlio, e scopro che — fra le altre cose — deve leggere e completare pagina 129, sezione “Informazione - Cronaca” (libro «Mille e una storia - Sussidiario dei linguaggi - classe V» a cura di Eva Pigliapoco, diretto da Luigino Quaresima, Gruppo Editoriale Raffaello).
Tale pagina, dunque, riporta un articolo del quotidiano “la Repubblica” intitolato «La vita dei bambini toreri: record di incassi, ma tanti rischi» (in Messico, per la precisione), e narra appunto di uno di questi ragazzini che, benché ferito gravemente da un toro, ha insistito per poterlo uccidere etc.


Le uniche domande relative al testo proposto, raccolte sotto il titolo «Per riflettere su se stessi» sono:
“Hai mai sentito parlare della corrida o hai mai visto questo spettacolo?”
“Cosa pensi di questa sfida fra uomo e animale?”
“Cosa pensi del fatto che anche i ragazzini possano lottare in un’arena contro un toro?”

Ora, considerando che persino la Spagna stessa dibatte in questi giorni sull’abolizione o no della corrida — che presenta un enorme carico di crudeltà pregresse a carico dell’animale, e che in nessun modo al giorno d’oggi può configurarsi come una “sfida fra uomo e animale” —, mi pare non soltanto che la questione sia malposta; ma anche che tutta la faccenda sia estremamente diseducativa.
E mi chiedo come sia possibile educare le nuove generazioni al rispetto della vita dei senzienti non umani se persino un libro di testo delle scuole elementari sceglie, fra le mille opportunità possibili per insegnare come si fa cronaca, proprio la corrida presentandola ancora come uno “spettacolo”, una “sfida”, una “lotta”, e non menziona neppure vagamente tutto quello che c’è dietro — e che tutto è tranne che educativo o pedagogico.

Più di quarant’anni fa il mio sussidiario delle elementari si limitava a dire che l’uomo è padrone del Creato — ma era quarant’anni fa, appunto, e non c’era ancora il movimento di liberazione femminile, figuriamoci quello animale!, e quella cattolica era ancora religione di Stato… Forma a parte, la sostanza non è cambiata di molto.