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Fascista o ingenuo, il rebus Pound

di Carioti Antonio - 15/04/2010

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«Qui l' errore è in ciò che non si è fatto / nella diffidenza che fece esitare». Tratti dai Cantos, questi versi di Ezra Pound si trovano in epigrafe al libro Hobbit/Hobbit: una raccolta di testi della giovane destra risalente al 1982, ora riedita in versione ampliata, a cura di Marco Tarchi, con il titolo La rivoluzione impossibile (Vallecchi, pp. 479, Euro 18). Solo un esempio, fra tanti, dell' attenzione mostrata dagli eretici del neofascismo, fra cui lo scomparso Giano Accame con il suo Ezra Pound economista (Settimo Sigillo), verso l' opera del poeta americano. Inoltre dal 2003 CasaPound è l' insegna di un gruppo giovanile che occupa stabili in disuso e li trasforma in centri sociali di destra, richiamandosi alle idee del poeta e ostentando simboli di matrice fascista. Tanto da suscitare la reazione della figlia di Pound, Mary de Rachewiltz, che in un' intervista a Marzio Breda, uscita sul «Corriere» del 1° aprile, ha respinto ogni tentativo di strumentalizzare il pensiero del padre. I ragazzi di CasaPound, tramite il loro presidente Gianluca Iannone, replicano invitando la signora de Rachewiltz a visitare di persona la loro sede, per constatare che nutrono verso il poeta un interesse meditato e genuino. «La polemica di Pound contro l' usura e lo strapotere delle banche - aggiunge Adriano Scianca, responsabile culturale del movimento - ci pare pienamente attuale e in linea con la nostra visione del mondo. Quando chiediamo il mutuo sociale per facilitare alle famiglie l' acquisto dell' abitazione, non facciamo che applicare un punto del manifesto di Verona della Rsi, esaltato da Pound nei Cantos: l' idea che il diritto alla casa non sia un diritto "della proprietà", cioè dei palazzinari, ma "alla proprietà", cioè dei lavoratori che ne hanno bisogno». Ma Pound fu davvero un autore in camicia nera? Luca Gallesi, autore di Le origini del fascismo in Ezra Pound (Ares), avanza qualche riserva: «Ho simpatia per i giovani di CasaPound, ma credo che Mary de Rachewiltz abbia ragione a ritenere il loro approccio un po' superficiale. Il poeta era soprattutto un patriota americano, legato all' eredità del movimento populista Usa, che raccoglieva la protesta dei piccoli proprietari contro la speculazione finanziaria. Vide nel fascismo una terza via, una risposta nazionale e spiritualista alla crisi del capitalismo mercantile, ma trovo discutibile richiamarsi a Pound in nome di un' ideologia di destra antiamericana». Invece Piero Sanavio, autore del saggio La gabbia di Pound (Fazi), non ha dubbi: «L' ho conosciuto personalmente e lo ricordo come una persona di grande generosità, ma da un punto di vista ideologico Pound fu organico al fascismo. Aveva un' idea autoritaria dello Stato, sostenne non solo Mussolini, ma anche Franco, aderì persino alla repubblica di Salò. Talento geniale dal punto di vista letterario, in politica era un grande ingenuo. Basti pensare che accomunò le posizioni del Duce a quelle di un democratico illuminista come Thomas Jefferson». Pronta l' obiezione di Scianca: «Non convince l' immagine di Pound come un illuso, ingannato dal fascismo: la sua fu una scelta consapevole, per cui pagò duramente. E lascia perplessi che lo si elogi come poeta svalutando le sue idee economiche, di cui la crisi finanziaria dimostra la validità». Sanavio invita a distinguere: «Pound fu trattato in modo disumano dalle autorità americane e la sua sofferenza merita solidarietà umana. Ma va letto come un poeta, non come un filosofo, un sociologo o un economista. Del resto le sue critiche all' usura non sono originali: concetti simili si trovano negli scritti di Dante e Sant' Ambrogio, anche nella Bibbia». Gallesi non è d' accordo: «L' attuale crisi economica non deriva certo da un problema di scarsità, bensì da meccanismi che privilegiano il profitto speculativo e indeboliscono il potere d' acquisto delle famiglie. Come non riconoscere che Pound coglieva nel segno, scagliandosi contro l' usura?».