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Appello al futuro presidente della provincia

di Associazione per la Decrescita sostenibileTreviso - 29/04/2006

APPELLO AL FUTURO PRESIDENTE DELLA PROVINCIA

 

Premessa.

Riteniamo sia cosa largamente nota e condivisa il fatto che le risorse energetiche, minerarie, di aria ed acqua del nostro pianeta sono limitate mentre è in costante crescita il numedro di abitanti che ad esse attinge.

D' altra parte in questi ultimi mesi il continuo forte aumento del prezzo del petrolio e del gas, ci invia un preciso segnale d'allarme. Un segnale che ci indica come lo sviluppo dei paesi emergenti (India, Cina, Brasile) sta mettendo in crisi la produzione di idrocarburi attualmente elemento fondamentale per la produzione di energia su cui si basa l'intera economia occidentale. Ciò mette in discussione il nostro modello economico basato sul continuo aumento del PIL (Prodotto Interno Lordo) che richiede un uguale aumento della disponibilità di energia.

Dobbiamo quindi rivedere il nostro modello basato sull'aumento dei consumi e sullo spreco, puntando su un modello economico alternativo e sostenibile in quanto possa in prospettiva operare in equilibrio col ricorso a sole energie rinnovabili.

Queste scomode considerazioni  possono apparire fuori tema nel contesto dei problemi di politica locale che normalmente si pensa debbano essere trattati in una tornata elettorale provinciale. Ma d'altra parte, anche restando entro gli scenari più vicini riguardanti i problemi del nostro territorio, il continuo e insuperabile conflitto fra i problemi di traffico, e l'impossibilità di risolverli senza inaccettabili impatti con la qualità di vita della popolazione residente e/o con l'ambiente, è un chiaro sintomo del fatto che lo sfruttamento ambientale in termini di pressione antropica, di urbanizzazione e di traffico ha raggiunto e superato i limiti oltre i quali nessuna soluzione è più possibile senza provocare qualche danno irreversibile.

Riteniamo quindi che proprio la presa di coscienza di questa realtà e la particolare congiuntura che l'economia della nostra Provincia sta attraversando, debbano indurre i futuri responsabili dell'Amministrazione della stessa, di tutte le parti politiche in gioco, ad una riflessione su come progettare il futuro.

Due sono le vie che si presentano:

-          tentare un rilancio in competizione con realtà economiche inimitabili per il contesto socio ambientale in cui operano, lanciate nella corsa allo sviluppo a qualsiasi costo;

in alternativa:

-          puntare su un diverso modello economico in cui lo spirito e la tradizione del risparmio, uniti all'esperienza e all'estro inventivo possano orientare una riconversione delle attività  verso produzioni e realizzazioni volte al risparmio delle risorse e al recupero di beni insostituibili e ormai preziosi come il territorio e l'ambiente.

 

Quest'ultima opzione, che noi auspichiamo, non significa rinunciare al livello di benessere raggiunto dalla nostra Provincia, né rinunciare a sostenerne la legittima aspirazione ad una ripresa economica nei settori in crisi. Il risparmio energetico e il risparmio di risorse non rinnovabili, richiedono l'impegno di tecnologie e di produzioni che danno lavoro e quindi generano "ricchezza" né più né meno come i consumi di beni voluttuari, ma orientano l'economia verso un complessivo risparmio anziché verso lo spreco.

Potrebbe essere questo un primo passo verso un ridimensionamento "morbido" dell'economia che tutte le società cosi dette opulente dovranno attuare prima o poi, se non per motivi di equità, certamente per evitare di dover fronteggiare una crisi acuta dovuta alla carenza di risorse.

Riteniamo che, come è già successo per altre grandi mutazioni di indirizzo, quelle realtà che avranno saputo giocare d'anticipo, si troveranno avvantaggiate.

 

Contenuti dell'appello.

E' sulla base delle precedenti considerazioni che rivolgiamo un appello al futuro Presidente della Provincia di Treviso proponendogli i seguenti obiettivi capaci, a nostro parere di dare una svolta positiva alla vita della Provincia e dei suoi cittadini.

 

  1. Promuovere un orientamento culturale della società ed un'azione educativa volta a valorizzare la sobrietà dello stile di vita, non assumendo l'aumento dei consumi come bene assoluto e prendendo coscienza del fatto che tale aumento nelle società "opulente" non può avvenire che a scapito della possibilità di raggiungere livelli di vita dignitosi da parte delle popolazioni più povere.
  2. Indirizzare l'imprenditoria e le amministrazioni locali, ad incentivare le produzioni di beni, tecnologie, interventi volti al risparmio energetico, al recupero di risorse rinnovabili e al recupero di materie prime. In particolare con azioni volte a favorire realizzazioni edilizie a basso consumo energetico, produzione ed installazione di impianti per l'utilizzazione delle piccole fonti energetiche rinnovabili e di quella solare.
  3. Fermare lo spreco di territorio avviando la razionalizzazione della localizzazione di attività produttive e residenziali, la ristrutturazione e il ricupero delle zone degradate (cave, capannoni e case abbandonate, periferie fatiscenti, terreni di risulta).
  4. Passare da un'ipotesi di sviluppo indefinito della viabilità ad un programma di riorganizzazione della mobilità di persone e merci, che consenta progressivamente di abbandonare la logica perversa del trasporto di persone essenzialmente privato e del trasporto merci essenzialmente su gomma.
  5. Far diminuire l'insostenibile livello di inquinamento atmosferico, avviando la Provincia al rispetto degli impegni contenuti nei Protocolli di Kioto, agendo particolarmente sulla riduzione dei consumi di combustibile per riscaldamento ed autotrazione.

 

Tutti questi obiettivi sono interdipendenti e complementari. Per ognuno di essi indichiamo nel seguito alcune concrete linee d'azione che riguardano sia l'intervento diretto della Provincia, sia la sua capacità di indirizzare l'attività dei Comuni, delle Comunità Montane, dell'ATER e di tutti gli altri enti pubblici, oltre alle iniziative dei privati.

 

A.                 L'Amministrazione Provinciale dovrebbe, in accordo con i Comuni e con le forze sociali (ad es. Unindustria che ha già affrontato il problema nel convegno sulla QUAP), elaborare un piano per individuare un numero ridotto di aree nelle quali concentrare progressivamente le attività produttive. Queste aree dovrebbero essere situate in prossimità della rete ferroviaria (e ad essa collegate) o della grande viabilità nazionale in modo da liberare dagli autotreni la viabilità locale. Dovrebbero essere dotate dei servizi essenziali – anche asili nido – in modo da richiamare le attività economiche. Dovrebbero essere collegate alle principali zone di residenza da un sistema di trasporto persone pubblico. Non dovrebbe essere concessa la costruzione di altri capannoni al di fuori di queste aree. Le aree, i capannoni, le cave via via dismessi dovrebbero costituire una riserva per i servizi e la residenza o essere restituiti all'agricoltura, in particolare per ricostituire la necessaria dotazione di aree boschive. Analogamente per la residenza, superando l'attuale sistema di lottizzazione selvaggia, l'Amministrazione Provinciale dovrebbe individuare in un piano territoriale i nuclei abitatrivi di maggiori dimensioni, sui quali focalizzare la nuova edificazione, per portarli ad una dimensione che consentisse la presenza e la sostenibilità dei servizi evoluti ed integrati, favorendo così la ripresa della vita di comunità. L'Amministrazione dovrebbe inoltre indirizzare in tal senso gli strumenti urbanistici dei Comuni, favorendo anche l'elaborazione di piani intercomunali. Dovrebbe essere data la precedenza alla trasformazione in residenza dei volumi edilizi dei capannoni e delle piccole aree produttive incluse o adiacenti a nuclei residenziali. Secondo queste linee dovrebbe anche essere indirizzata e utilizzata l'attività dell'ATER.

 

B.                  Occorre analizzare i flussi di traffico delle persone dalle residenze ai luoghi di lavoro, alla scuola, ai presidi sanitari ecc., al fine di programmare una completa ristrutturazionedei servizi di trasporto pubblico. Amm. Provinciale e Comuni dovrebbero assumersi la responsabilità di proporre agli enti di trasporto pubblico, e alle Ferrovie, orari, percorsi, entità dei mezzi più idonei a sostituire efficacemente il trasporto individuale. Dovrebbe inoltre essere sollecitata la realizzazione della metropolitana di superficie su percorso ferroviario.

 

C.                  Un impegno prioritario dovrebbe essere l'installazione di pannelli solari in tutti gli edifici della Provincia e dei Comuni. Con adeguata azione educativa ed informativa, e con incentivi economici, dovrebbe esserne diffuso l'impiego anche da parte dei privati. Altrettanto impegno dovrebbe essere posto per ridurre il consumo di combustibili fossili nel riscaldamento delle residenze. Ciò si potrebbe ottenere inducendo i Comuni (sulla scorta di quanto già fatto dalla Regione Lombardia e da vari Comuni lombardi, liguri ed altoatesini) a modificare i regolamenti edilizi prescrivendo per le nuove costruzioni e per le ristrutturazioni, un livello di isolamento termico molto più elevato di quanto disposto dalla attuale legislazione nazionale. Per questi scopi il recentemente costituito Distretto di bioedilizia, potrebbe essere uno strumento efficace, da sostenere anche con obiettivi di ricerca scientifica e tecnologica, e di formazione professionale.

 

La produziuone di energia da fonti rinnovabili e la riduzione dei consumi hanno anche un preciso risvolto economico a breve:

-          per gli enti pubblici un minore costo che può tradursi o in miglioramento dei servizi o in minore imposizione fiscali

-          per le famiglie una importante riduzione delle spese energetiche.

 

 

L'Associazione per la Decrescita sostenibile di Treviso       Treviso, 20 aprile 2006