Israele attacca la Flotilla: carneficina. I politici tacciono e fanno Coop pro Israele.
di Antonio Caracciolo - 31/05/2010

Fino a ieri sera sul tardi, avevo cercato notizie sulla “Flotilla” e, tutta la notte, sono rimasto in pensiero. In particolare, per gli italiani che conosco di persona: Fallisi, Rossi, Benini ed altri, fra cui comprendo anche Mons. Capucci, che ho conosciuto e di cui ho già riferito in un altro mio scritto. Questa mattina non avevo ancora acceso il computer, quando uno squillo insistente del telefono mi ha fatto pensare al peggio: alzando il ricevitore, ho appreso del massacro! Pieno di sdegno, scrivo queste righe sulla base delle sole informazioni telefoniche ed in preda ad una emozione che non ho motivo di frenare.
Non ho ancora letto altro, ma avevo seguito continuamente fino a ieri sera tutte le notizie scritte in italiano. Fino a ieri sera, infatti, diffondendo le solite infamie mediatiche, come queste, si pretendeva che a Gaza non hanno bisogno di nulla... in quanto ci sarebbe ogni ben di dio... (sic!). Mancano adesso le bare per quelli che hanno appena ammazzato. Assassini! Come disse Erdogan: sapete come fare ad ammazzare e come ottenere l’impunità per i vostri crimini. Non raccolgo le provocazioni di simili infami articoli di stampa e “corretti commenti”, perché ho compreso le trappole che vorrebbero tendermi, ma tutti costoro meritano sommo ed eterno «disprezzo». Non «odio», che è ben altra cosa ed appartiene unicamente alla loro natura, come ben disse Spinoza e come il massacro che abbiamo sotto i nostri occhi ancora una volta documenta.
Di primo mattino, però, avevo già chiare in mente strane sensazioni che cercherò, in qualche modo, di riuscire a poter dire. Già, a dire, a parlare, a poter parlare. Sono stato in conferenza sabato pomeriggio, parlando sul tema: La difesa della libertà di pensiero per tutti come fondamento della democrazia e come impegno civile di ognuno. I signori parlamentari della Commissione Nirenstein sono al lavoro, dalla fatidica e magica data del 27 gennaio, per togliercela questa libertà, su consiglio e, sicuramente, a beneficio di Israele, che ha forse massacrato anche i nostri connazionali, i quali inermi su una nave andavano a portare soccorsi a un milione e mezzo di persone sotto assedio, stremate dalla fame, dalle malattie, da tutto, privi di verità e oggetto di infamie e falsità di ogni genere.
Sarò eccessivo, ma io, tutto questo, lo chiamo tradimento della Patria. In altre parole, quando stai dalla parte del “nemico”, ed ignori i nostri concittadini, che dal “nemico” vengono massacrati, potrebbe essere definito altrimenti? Dal nostro ministro (da sempre, dichiaramente filosionista) sionista – che ha iniziato le audizioni del 27 gennaio - neppure una parola per i nostri connazionali, ne prima, né durante, né dopo: lui pensa alla «sicurezza di Israele» e a cantare la canzonetta “terroristi terroristi terroristi”, il long play della propaganda israeliana. Chi sono ora i «terroristi»? I nostri connazionali che portavano aiuti o chi ha sparato loro, forse uccidendoli? Chi dal 27 gennaio tenta di tapparci la bocca?
Non ho ancora letto altro, ma avevo seguito continuamente fino a ieri sera tutte le notizie scritte in italiano. Fino a ieri sera, infatti, diffondendo le solite infamie mediatiche, come queste, si pretendeva che a Gaza non hanno bisogno di nulla... in quanto ci sarebbe ogni ben di dio... (sic!). Mancano adesso le bare per quelli che hanno appena ammazzato. Assassini! Come disse Erdogan: sapete come fare ad ammazzare e come ottenere l’impunità per i vostri crimini. Non raccolgo le provocazioni di simili infami articoli di stampa e “corretti commenti”, perché ho compreso le trappole che vorrebbero tendermi, ma tutti costoro meritano sommo ed eterno «disprezzo». Non «odio», che è ben altra cosa ed appartiene unicamente alla loro natura, come ben disse Spinoza e come il massacro che abbiamo sotto i nostri occhi ancora una volta documenta.
Di primo mattino, però, avevo già chiare in mente strane sensazioni che cercherò, in qualche modo, di riuscire a poter dire. Già, a dire, a parlare, a poter parlare. Sono stato in conferenza sabato pomeriggio, parlando sul tema: La difesa della libertà di pensiero per tutti come fondamento della democrazia e come impegno civile di ognuno. I signori parlamentari della Commissione Nirenstein sono al lavoro, dalla fatidica e magica data del 27 gennaio, per togliercela questa libertà, su consiglio e, sicuramente, a beneficio di Israele, che ha forse massacrato anche i nostri connazionali, i quali inermi su una nave andavano a portare soccorsi a un milione e mezzo di persone sotto assedio, stremate dalla fame, dalle malattie, da tutto, privi di verità e oggetto di infamie e falsità di ogni genere.
Sarò eccessivo, ma io, tutto questo, lo chiamo tradimento della Patria. In altre parole, quando stai dalla parte del “nemico”, ed ignori i nostri concittadini, che dal “nemico” vengono massacrati, potrebbe essere definito altrimenti? Dal nostro ministro (da sempre, dichiaramente filosionista) sionista – che ha iniziato le audizioni del 27 gennaio - neppure una parola per i nostri connazionali, ne prima, né durante, né dopo: lui pensa alla «sicurezza di Israele» e a cantare la canzonetta “terroristi terroristi terroristi”, il long play della propaganda israeliana. Chi sono ora i «terroristi»? I nostri connazionali che portavano aiuti o chi ha sparato loro, forse uccidendoli? Chi dal 27 gennaio tenta di tapparci la bocca?


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Sommario: 1. Frattini chiede… spiegazioni. – 2. Le voci della Israel Lobby. –
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Sommario: 1. Frattini chiede… spiegazioni. – 2. Le voci della Israel Lobby. –

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2. Le voci della Israel Lobby. – Probabilmente, se i governi avessero fatto sentire la loro voce, mentre le minacce israeliane erano in corso, il governo israeliano non avrebbe interpretato il “silenzio” come un avallo a ciò che hanno fatto. Dalle dichiarazioni che via via vengono diffuse si potranno ricavare in una sorta di monitoraggio le protezioni e le coperture di cui Israele si è avvalso e continua ad avvalersi. La natura e dimensione del “crimine” commesso è indifendibile, come sul dirsi: senza se e senza ma. Chi attenua, copre o depista dalla condanna giuridica e morale, firma una “copertura” di cui deve assumersi la responsabilità davanti alla sua coscienza ed all’opinione pubblica. Il censimento che qui andiamo a fare non è una “lista nera”, come è probabile ci verranno a dire, ma un elenco di dati rigoramente pubblici, spesso da parte di uomini pubblici, la cui condotta non può che essere pubblica, nello spazio pubblico che è proprio della politica. Resi esperti dal nostro Monitoraggio, siamo ormai abituati alle più fantastiche corbellerie che riusciamo perfino a prevedere. Ecco dunque la 1ª) delle ineffabili dichiarazioni che aprono qui una serie che teniamo sempre aperta:
E che c’azzecca, direbbe Di Pietro il “tuttavia” del ministro belga Vanackere, il cui nome giunge a noi per la prima volta? È il caso di ripetere e rispondere per l’ennesima volta ad ogni “tuttavia” che ancora sentiremo come lo stato di Israele soffre di un insanabile deficit di legittimità, che è se non è evidente ai ministri lo è però ad ogni onesta coscienza guidata dal lume della ragione naturale: non si possono cacciare 750.000 palestinesi dalle loro case e dai loro villaggi, distrutti e cancellati dalla carta geografica in numero di 531, pari ad oltre il 50 per cento, durante la Nakba e pretendere di avere un riconoscimento di legittimità da parte del mondo intero. Potranno avere, ed hanno avuto, un riconoscimento di legalità da parte dei governi e dei media che hanno già corrotto, minacciato, sui quali hanno il potere di esercitare pressioni, ma non potranno mai avere riconoscimento dei loro “crimini” fino a quanto non riusciranno a pervertire la natura umana, a lobotomizzare i cervelli, facendo sì che l’omicidio mirato e programmato, la pulizia etnica pianificata, appaia come un “diritto” e la difesa dalla prepotenza altrui addirittura un crimine di “terrorismo”. Ne abbiamo le scatole di ministri sche sragionano e pretendono di parlare a nome nostro, mentre sono spesso i pupazzi di ben individuabili lobbies.« 11:09 Belgio: "Attacco sproporzionato" L'attacco dei commando israeliano contro la flottiglia diretta a Gaza "sembra essere stato piuttosto sproporzionato" ed "estremamente deplorevole" la quantità di forza usata. Tuttavia, il diritto di Israele a vivere in pace resta un fattore "di immensa importanza". Questo il commento del ministro degli Esteri belga, Steven Vanackere alle notizie sull'attacco alla flottiglia di attivisti diretta a Gaza».