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La nostalgia d’amore degli adolescenti

di Claudio Risé - 08/07/2010


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Forse il cinismo ha davvero stancato le nuove generazioni. Le strade delle città sono piene di: «Ti amo, mia principessa», di scritte-ricordo del primo bacio tra i due, di scuse di maschi forse anche troppo inginocchiati.
Comunque il bullo, il menefreghista, il villano, va poco, e solo tra le ragazze un po’ problematiche. Le altre vogliono amore, fedeltà, sentimento, come quelli offerti dai fidanzati-vampiri degli ultimi, gettonatissimi, film. È corsa all’innocenza anche tra i maschi.
Anche fra i ragazzi, infatti, tramonta l’interesse per le mini-vamp, e torna il fascino della ragazzina acqua e sapone. Con una moda dove i pantaloni sono stati sostituiti da gonnelline svolazzanti, pizzi, volants, fiocchi e fiocchetti; tutti trucchi conosciuti alla perfezione più che dalle mamme di queste adolescenti, dalle loro nonne.
Nei gadget, che subito approfittano ed amplificano le tendenza in atto, trionfano quindi cuoricini, cerchietti, dolci mostrini e vampiri tenerissimi. Tramontano invece piercing e tatuaggi, soprattutto quelli pesanti e a sfondo sadomaso, diventati appannaggio ormai di ristretti gruppi di appassionati.
Cosa sta succedendo? È l’arrivo in Italia e in Europa della tendenza già affermatasi negli Stati Uniti (e segnalata da Pensieri e passioni), del ritorno all’affettività, in quel paese addirittura alla verginità, comunque a uno stile adolescenziale diverso: meno duro, più romantico, più attento ai sentimenti, propri e dell’altro.
Dal punto di vista archetipico, di psicologia più profonda, sono le prime avvisaglie di un bisogno di ordine, come sempre accade dopo periodi di prolungate rivolte contro ogni regola. È la costante oscillazione emotiva dell’inconscio collettivo: dopo le folli incursioni di Dioniso, il dio dell’ebbrezza e della droga, con i suoi riti pericolosi, ritorna la nostalgia per Apollo, le sue regole, i suoi precisi canoni estetici, e la garanzia di sicurezza che questo archetipo offre, assieme alla sorella Pallade Atena, (nata direttamente dalla testa del padre Zeus), che sovraintende alla giustizia.
La necessità stessa della continuazione della vita presiede e organizza questi cicli, questa successione tra disordine e ordine, cinismo e sentimento, crudeltà e affetto. Quando le spinte distruttive si fanno più estreme e impressionanti, torna ad apparire interessante ed attraente la vita, e soprattutto il suo nucleo più centrale e caldo: il sentimento e l’amore.
È ancora il tema dell’eterno ritorno di cose che furono già vive in passato, nei secoli, che spiega il persistente successo mediatico e spettacolare della figura del vampiro: personaggio per nulla “progressista”, ma che ha già vissuto in altre epoche, e che è legato, in un suo modo romantico, al sangue, allo stesso succo vitale dell’essere umano.
Fidanzarsi con un vampiro, sogno attuale di tante adolescenti, significa sperare ancora in un romanticismo (il vampiro è un corteggiatore instancabile) che si credeva morto, ma che ora può ritornare.
Più interessante e promettente in questo neo romanticismo degli adolescenti è però il cambiamento nella considerazione fra i due sessi. Gruppi sempre più ampi di giovani sono sempre più lontani sia dal maschilismo becero di tempi passati che dall’aggressività disordinata delle derive più povere del femminismo.
Anche influenzati da stili di vita di Paesi comunque più avanzati sul piano del costume, i nostri ragazzi scoprono che non c’è bisogno di farsi la guerra, né di sfruttarsi, ma che è molto più bello rispettarsi reciprocamente. E quando la freccia colpisce (o almeno così pare) amarsi davvero.