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Bernanke: l'illusione di una pallottola d'argento

di Andrea Mazzalai - 31/08/2010


pallottola


Venerdi sera, non appena conclusa la lettura dell'intervento di Bernanke a Jackson Hole, il mio sguardo ha ripercorso l'intero discorso, contando quante volte le parole "sembra, potrebbe e sarebbe..." sono apparse.

 




Certo, il condizionale è d'obbligo in questa crisi epocale, specialmente da parte di colui che ha sbagliato completamente la diagnosi all'inizio di questa crisi, ma quando nel discorso di Bernanke è apparsa la frase "... cadere in deflazione non è un rischio significativo per gli Stati Uniti in questo momento..." un brivido è sceso lungo la schiena, pensando al famoso discorso in cui confidava che il contagio subprime non avrebbe mai debilitato un'economia e un sistema finanziario fondamentalmente solido.

Bernanke ha aggiunto poi che non è un rischio significativo solo in parte, perchè i mercati comprendono che la Federal Reserve sarà vigile e propositiva... rispetto a questo periodo di disinflazione come la chiamano per non fare troppo rumore.

Per un medico che ha studiato per anni la Grande Depressione e la Lost Decade giapponese, considerato uno dei massimi esperti in materia, aver fallito la diagnosi presuppone l'incertezza sulla validità della cura, dimenticando probabilmente, che una deflazione da debiti, se controllata e monitorata, è probabilmente la medicina naturale migliore per un infarto provocato dal colesterolo del debito e non la malattia assoluta.

Sia ben chiaro alcuni interventi erano necessari nell'immediato, l'intervento chirurgico e e la successiva camera di rianimazione, ma l'evidenza testimonia che si è trattato più che altro di un coma artificiale assistito, in attesa dell'uscita dal lungo sonno.

La politica monetaria sta perdendo tutta la sua efficacia ha sottolineato Roubini, stanno finendo le pallottole, anche se Bernanke parla ancora di armi non convenzionali, interventi monetari non convenzionali.

Un pò come un medico che assiste impotente al fallimento della cura, Bernanke ha cercato di sollevare il morale del paziente, sottolineando si che l'uscita dal coma è rallentata e che la medicina proposta ha avuto un effetto debolmente imprevisto, ma che il prossimo anno e negli anni successivi il paziente guarirà certamente.

Sì perchè, probabilmente le aziende torneranno ad investire e i consumatori a consumare, consumatori che il prossimo anno come in una favola ritroveranno il loro lavoro, riavranno la loro casa e verrà loro condonnato tutto il debito pur in presenza di valori immobiliari in caduta libera controllata.

Nel fine settimana Intel è stata chiara, nel terzo trimestre risultati sotto le attese e domanda diminuita oltre le previsioni.

In fondo basta cosi poco per fare felici i pazienti: speravamo che andasse meglio di quello che in realtà non è andato, ma non disperate il prossimo anno sarà tutto diverso, comunque vada sarà un successo.

Dopo aver disegnato il migliore dei mondi possibili per gli utili delle aziende americane, con previsioni paradisiache, dopo averle adagiate se un oceano di liquidità virtuale aggiungo io, che non tiene minimamente conto come abbiamo visto recentemente della nuova esplosione di ricorso ai finanziamenti, la revisione del secondo trimestre della crescita ci dice che la variazione degli utili delle imprese è stata di un miserabile 0,1 % rispetto alle visioni di oltre il 12 % e alla crescita a doppia cifra del primo trimestre.

Affascinante, sarebbe interessante ascoltare cosa ne pensano gli analisti che dipingono, per i prossimi mesi e anni, altipiani permanenti di utili sempreverdi, sottolineando come i valori azionari siano fondamentalmente adeguati. Beata innocenza interessata!

Non ho nessuna intenzione di tediarvi con analisi sul rapporto prezzi e utili attesi, ma non ci vuole poi molto a calcolare la traiettoria azionaria nel prossimo decennio perduto.

Alan Blinder, ex vicegovernatore della Federal Reserve sotto Greenspan, dopo aver messo in guardia lo scorso anno dal ripetersi di un revival degli anni 36/37 sottolinea come la banca centrale americana sia priva di munizioni.

In "Ultimo Treno" e "Remake 1936/37" scrissi che Blinder respingeva la possibilità che il sistema politico americano, avendo imparato la lezione, potesse far sprofondare il paese in un nuova sindrome giapponese, ma oggi guarda alla paralisi del sistema politico aggiungendo che il decennio perduto si profila come un rischio molto più grande.

Per Blinder la buona notizia è che Bernanke ha ancora delle munizioni, delle opzioni da mettere in campo, ma la cattiva è che quelle più potenti hanno esaurito la loro efficacia.

L'idea che l'acquisto di titoli di Stato e ipotecari abbia compresso i tassi ipotecari è una semplice illusione, lo dimostra la continua depressione immobiliare in atto, testimoniando che la dinamica è stata solo accompagnata ma era inevitabile in una deflazione da debiti. A nessuno interessa comprare casa in una depressione.

Blinder con la nuova liquidità che la banca centrale vuole stampare, suggerisce di acquistare titoli ipotecari, titoli corporate, prestiti alle piccole imprese, prestiti al consumo, crediti che hanno origine dalle carte di credito e non del tesoro, no titoli di stato. Ma come abbiamo visto tutto ciò non è servito a nulla o quasi.

Bernanke ha aggiunto anche che la banca centrale potrà ridurre gli interessi riconosciuti alle banche sulle riserve o comunicare in maniera più trasparente e risoluta che non intende aumentare i tassi per molto tempo, ma anche in questo caso non servirà a nulla, le riserve bancarie sono necessarie per ricostituire la base patrimoniale, nulla è in eccesso nelle riserve bancarie, nulla, e l'economia è in una trappola della liquidità.

Cosa dovrebbe dire Bernanke che il mercato già non sa, che i tassi non saliranno ben oltre il 2012... Il mercato obbligazionario che molti ritengono prossimo a un'imponente bolla, sconta nel bund attuale almeno dieci anni senza inflazione, ripeto dieci!

A Jackson Hole due economisti econometrici delle univesità di Harvard e Princeton hanno dichiarato che - quasi empiricamente - studiando il comportamento dell'inflazione e della disoccupazione nelle maggiori crisi storiche, il prossimo anno porterà una riduzione dell'inflazione al punto da dimezzare qualsiasi aspettativa.

Blinder inoltre suggerisce di rendere i tassi negativi sulle riserve come abbiamo già visto altre volte e come ha fatto recentemente la banca centrale svedese, cosi le banche piuttosto che perdere soldi preferiscono prestarli, ma la fantasia si scontra con la realtà!

E' demenziale credere di rimettere in circolo liquidità a debito nella più imponente orgia del debito mai conosciuta dalla storia, le banche hanno paura di fare credito e i consumatori hanno paura di contrarlo.

Chi invece lo prenderebbe volentieri sono gli speculatori che indebitandosi a tasso zero lo investirebbero a lungo termine in onore della deflazione, altro che inflazione, o in qualche altro investimento: alimentando inflazione virtuale nelle materie prime.

Questo grafico dimostra più di mille parole il completo fallimento delle politiche di allentamento quantitativo giapponesi, la discesa della richiesta di credito, nonostante la massiccia dose di liquidità immessa.

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Come ho più volte sottolineato il peccato originale che ha portato al decennio perduto giapponese, non è stato tanto quello di fornire credito illimitato subito al sistema, quanto quello di riconoscere il fallimento di una buona parte del sistema finanziario prorogando un'agonia che in realtà ha prodotto il sequestro dell'intera economia.

Oggi in America sta accadendo lo stesso, l'idea che il fallimento di una banca possa provocare il fallimento dell'intera economia è assolutamente demenziale, la nazionalizzazione è l'unica soluzione, per cancellare questo azzardo morale.

Blinder inoltre si spinge - con la fantasia e la creatività proverbiale dei momenti di panico - a consigliare di ridurre gli accantonamenti sulle perdite future, per stimolare il credito, in fondo le famose armi non convenzionali di Bernanke saranno anch'esse frutto della fantasia di un sistema che ormai non vede altro che una soluzione: debito, debito e ancora debito, per combattere il debito.

Invece la deflazione da debiti è la cura, la malattia è l'eccesso di debito! Trichet ha ribadito a Jackson Hole che la cura è la sobrietà distinguendosi nettamente dalle politiche monetarie americane.

Non ho idea se ci troviamo di fronte ad un periodo di indebitamento strutturale o ciclico, ma la disputa accademica tra stimoli fiscali e controllo della spesa, sembra non trovare via di mezzo.

La revisione del PIL per il secondo trimestre è stata meglio delle attese, ormai tutto è meglio delle attese, quando non si tratta di immobiliare: ma al di la di quello che è stato, anche le attese per il prossimo trimestre sono demenziali, per una crescita intorno al 2,5 %.

La discesa al 1,6 % è stata rallentata dagli investimenti residenziali, dai consumi, dalla spesa pubblica e federale, dagli investimenti delle imprese e dalla riduzione del fattore scorte.

Quali di questi fattori aiuterà ancora la crescita nel terzo trimestre? Nessuno, risottolineo nessuno!

Gli investimenti immobiliari sono depressi, gli stimoli fiscali in via di estinzione, Intel ha detto che la domanda è scesa innaspettatamente e non penso abbia fatto ulteriori investimenti e i consumi sono stati spinti al rialzo dal fattore energetico altamente volatile e speculativo.

Nonostante la più imponente dose di stimoli fiscali e monetari della storia, l'economia ha rallentanto sino a raggiungere il livello zero di questo trimestre in quattro trimestri, e qualcuno come Bernanke parla di guardare al prossimo anno tenendo invariate le previsioni medie di una crescita al 3 %. Senza una crescita nella media storica niente riduzione del tasso di disoccupazione, anche se come abbiamo visto l'esodo dalla forza lavoro, la mancanza di fiducia nella ricerca di un nuovo lavoro, ha fatto stabilizzare e scendere il tasso in questione.

Il dato di venerdi sorprenderà nuovamente le illusioni del mercato, ma l'abbandono della forza lavoro non è un buon segnale. Al di là del tasso che potrebbe sorprendere in negativo, ciò che conta è il numero di posti creati, che alcuni indicatori anticipatori segnalano alquanto depresso.

Sarà una settimana intensa dal punto di vista macro con dati riguardanti le vendite, i consumi, l'occupazione, gli ordini e alcuni indicatori anticipatori come il PMI di Chicago che ci introdurrà alla nuovà realtà manifatturiera ovvero quella di un'economia che ormai ha prodotto il risultato di una effimera ripresa statistica.

Robert Shiller sostiene che ormai la "double dip" è probabilmente imminente, ma la questione non si pone, Bernanke e l'economia americana stanno dimostrando che in realtà, se non fosse per qualche artificio contabile, da questa crisi non siamo mai usciti.

Una pallottola d'argento o una semplice goccia sparata da una pistola ad acqua, solo la verità sempre più figlia del tempo dimostrerà purtroppo che chiunque dimentica il suo passato è destinato a riviverlo.



Tratto da:
icebergfinanza.splinder.com