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Macchine da soldi alimentate a Cip6 (che non è un carburante, è un decreto)

di Leonardo Libero - 17/05/2006


Da qualche giorno, le prime tre o quattro pagine dei quotidiani sono occupate dallo “scandalo del calcio truccato”. Scandalo che certo è grave, ma di “ambienti” danneggia solo quello del pallone e non nuoce, direttamente, all’economia nazionale. In materia di energia c’è ben di peggio, anche se nessun quotidiano, cartaceo o elettronico, sembra preoccuparsene troppo.

Per esempio, in piena emergenza petrolifera il Paese del Sole è agli ultimi posti nell’utilizzo dell’energia solare, battuto perfino da Norvegia e Finlandia. Le cause principali sono due: l’ostruzionismo dell’Enel, che tratterò se mai un’altra volta, e il “regime Cip6” o meglio il “raggiro Cip6” perchè di una mega-truffa, in sostanza, si tratta: 30 miliardi di Euro, secondo una stima della X^ Commissione della Camera.
Nel 1992, per apparenti scopi ambientali, il Comitato Interministeriale Prezzi, con delibera n. 6 (oggi nota appunto come “Cip6”) stabilì che gli italiani pagassero l’elettricità il 6-7% in più e che il gettito del nuovo balzello – denominato “componente tariffaria A3” - fosse impiegato per sostenere quella prodotta da fonti rinnovabili, pagandola a prezzi superiori a quelli di mercato. Purtroppo però in quel testo alle parole “fonti rinnovabili” fu aggiunto “o assimilate” e in seguito non furono mai fissati criteri certi con cui decidere se una fonte di energia fosse “assimilabile” alle rinnovabili. Fra le “fonti assimilate” fu quindi fatto passare di tutto e soprattutto scarti di raffineria petrolifera e rifiuti non biodegradabili, che sono fonti non rinnovabili e molto inquinanti. Col risultato che la maggior parte dei fondi Cip6 sono sempre andati alle fonti “assimilate” anziché alle rinnovabili vere; e anche da qui il grave gap italiano in quel settore.

Il commentatore economico del Corriere della Sera Massimo Mucchetti, nel suo libro “Licenziare i padroni?” (Feltrinelli 2003) , sostiene che scopo principale del trucco fosse il salvataggio della Edison, uscita malconcia dal crak Montedison. Sta di fatto che, almeno nel 2003 e 2004 , Edison incassò oltre metà dei fondi Cip6 pagati per elettricità da “fonti assimilate” e i suoi bilanci di quegli anni dimostrano che quegli incassi costituirono oltre il 50% dei suoi ricavi complessivi.
Ma c’è almeno un caso che in proporzione è ancor più grave. E’ quello della Sarlux, del gruppo Saras - Moratti; che produce elettricità ricavandola dagli scarti petroliferi più inquinanti ed è palesemente stata creata per lucrare sul “regime Cip6”. Nel 2004, ad esempio, essa ha avuto ricavi da vendite per 490.460.049 euro (pagina 338 del bilancio SARAS 2005), dei quali 361.670.000, cioè ben il 73,74% di provenienza "assimilate Cip6". Quell’anno ha infatti incassato il 10,3% dei 3.511.400.000 euro pagati dal GRTN per "assimilate" (dati Autorità per l'Energia).

E di peggio, rispetto al caso Edison, c'è anche che Sarlux è nata solo nel 2000 e ha avuto una concessione ventennale (le altre sono quindicennali, stipulate intorno al 1992 e quindi con scadenze intorno al 2007). Per cui gli utenti elettrici italiani continueranno a pagare i sovrapprezzi "A3" fino al 2020 anche perchè Moratti possa acquistare giocatori per la sua Inter, senza doversi preoccupare troppo dei prezzi. A meno che il nuovo Governo decida, e provveda, diversamente.

Chiudo rilevando una coincidenza, forse casuale e forse no: sia nel 1992, quando ebbe origine il “regime Cip6”, sia nel 2000, quando entrò in esercizio Sarlux, Presidente del Consiglio era Giuliano Amato. E una precisa accusa a quel riguardo, riferendosi al caso Edison, Massimo Mucchetti l’ha rivolta appunto a lui, definendo la Cip6 “frutto di un accordo scandaloso fra il Gotha del capitalismo italiano, l’Enel e il governo Amato”; accusa alla quale non hanno però mai risposto né il dottor Sottile né alcuno dei “grandi nomi” di quel Gotha citati nel libro di Mucchetti come protagonisti della vicenda (fra essi, manco a dirlo, Moratti).

Fonte:
http://petrolio.blogosfere.it/