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La legge è uguale per tutti

di Gianni Petrosillo - 20/10/2010

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La legge è uguale per tutti? Forse in un altro mondo ma decisamente non in questo. Lo afferma, seppur con parole diverse, il GIP di Francavilla Fontana, Clementina Forleo, in una recente intervista rilasciata al settimanale Panorama.

Il giudice pugliese, balzato agli onori della cronaca per aver indagato, nella stagione delle grandi scalate bancarie in cui impazzavano sulla scena finanziaria i cosiddetti furbetti del quartierino, i vertici del PD di area post-comunista. Per costoro la preda sulla quale buttarsi con animalesca famelicità era BNL che doveva venire inglobata da UNIPOL, inaugurando così l’ingresso in pompa magna degli ex comunisti nel salotto economico che conta. In quell’occasione le intercettazioni telefoniche predisposte dalla magistratura pizzicarono Fassino, D’Alema e Latorre (il Gatto, la Volpe e la Lince) che incitavano, al pari di ultras da curva sediziosa, Consorte, Ad della compagnia bolognese, a fare il grande colpo. Fassino, attaccato alla cornetta col manager abruzzese esultava perché finalmente stavano per mettere le mani su un prestigioso Istituto di Credito (ormai famosa la sua domanda: “Abbiamo una banca?”), mentre D’Alema col suo solito aplomb da grande statista incompreso (e si capisce pure perché…) diceva a Consorte: “vai, facci sognare!” Più prosaico, invece, Latorre che consigliava al Ceo teatino di non sprecare troppo tempo con Fassino che tanto “non capisce un tubo”. Bene, da quando la Foleo si è interessata agli Untouchables di sinistra non ha più avuto pace. Le hanno interrotto la carriera con uno strano trasferimento, poi le è stata tolta la scorta perché secondo il CSM non vi erano particolari motivi di pericolo per la sua persona, è stata accusata dal medesimo organo della magistratura di non saper svolgere il suo lavoro e di essere un pazza visionaria. Infine, cosa più importante, le hanno insabbiato l’indagine sull’UNIPOL con un vergognoso escamotage, come ricorda lei stessa, non facendole pervenire le carte che inchiodavano Latorre. Quest’ultimo è stato così salvato dai colleghi politicizzati della Forleo e con lui anche Fassino e D’Alema. Gli Intoccabili appunto, come nel film di  Brain De Palma. E dire che il togato brindisino ha pure subito recentemente un brutto attentato. Uno sconosciuto, dopo averla affiancata sull’autostrada, l’ha fatta finire fuori dalla careggiata procurandole la frattura dello zigomo e della mandibola. Oggi la Forleo denuncia la parzialità della giustizia italiana che si riproduce puntualmente ogniqualvolta un giudice indipendente avvia indagini senza tener conto dell’appartenenza politica degli indagati. Uguale sorte sta toccando alla pm barese Desirèe Di Geronimo attaccata, afferma la Forleo, con una violenza verbale inusitata da Vendola messo sotto inchiesta per via di quel brutto affare di tangenti che ha investito la sanità pugliese (a proposito, perchè non se ne sente più parlare? E perchè nulla più si è saputo dell'affaire Banca 121 che vide truffati centinaia di risparmiatori pugliesi da quel De Bustis amico di D'Alema, poi incredibilmente promosso al Montepaschi nonostante avesse fatto appena naufragare la banca salentina?). Dove sono i paladini della legalità in tutti questi episodi? Perché nessuna voce si alza in difesa di questi magistrati senza tessere e appartenenze? Travaglio tace, Di Pietro dorme…se non c’è di mezzo Berlusconi non ha senso ergersi a difensori della legge. I cattivi stanno sempre ad Arcore tanto che i “buoni”, se non si tratta del Cavaliere Nero, si girano volentieri dall’altra parte. E’ questo il paese normale che piace a D’Alema? E’ questo lo stato dei balocchi dove il compagno Spezzaferro e i suoi compari sperano di instaurare la loro tirannia del silenzio?  Altro che Berlusconi! Qui il più pulito ha la peste e chi parla del rischio di contagio è lui stesso l'untore…