Turchia: l'impero colpisce ancora
di Romolo Gobbi - 30/10/2010
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Anche l'atteggiamento anti-israeliano tenuto dalla Turchia dopo l'attacco alla flottiglia turca, che portava aiuti a Gaza, può essere visto come un segno di avvicinamento alla linea dell'Iran verso Hamas. In fine, la Turchia si è rifiutata di votare a favore delle nuove sanzioni imposte dall'ONU all'Iran per il suo programma nucleare: "La Turchia è preoccupata che la decisione del Consiglio di Sicurezza possa nuocere agli sforzi diplomatici e alla finestra di opportunità per una soluzione pacifica sulla questione del programma nucleare iraniano".
A parte la politica, i rapporti economici tra Turchia e Iran si sono rafforzati negli ultimi anni: "Dal 2000 al 2008, gli accordi commerciali tra l'Iran e la Turchia sono passati da circa 1 miliardo a 10 miliardi di dollari". Un ultimo accordo è stato firmato il 22 luglio a prevede la spesa di 1 miliardo di dollari "per la costruzione di un gasdotto in consorzio con il governo turco e la società turca Som Petrol. L'accordo prevede la costruzione di una condotta lunga 600 chilometri, operativa entro il 2014, che permetterà a Teheran di esportare dai 50 ai 60 milioni di metri cubi di gas naturale al giorno".
Il ministro degli esteri iraniano Manouchehr Mottaki aveva auspicato che l'intensificazione dei rapporti economici tra Iran e Turchia avrebbe permesso ad Ankara di entrare a far parte della "partnership privilegiata tra Teheran e Damasco, destinata ad essere allargata al Libano e, a seguito del ritiro americano, anche all'Iraq", costituendo così una nuova alleanza nel Medio Oriente, in opposizione a quella "costituita da Egitto, Israele e Arabia Saudita, sostenuta dagli Stati Uniti".
La vista di Ahmadinejad a Beirut il 13 ottobre è stata preparata con grande sfarzo: "Ci stiamo ancora organizzando .... E' la visita più importante che abbiamo mai avuto!". Il movimento Hezbollah ha chiesto ai suoi numerosi seguaci di riservare "un'accoglienza di massa al capo di Stato amico più forte della regione". Nel sud del Libano, a maggioranza sciita, sono apparsi enormi cartelli di 'Benvenuto' in persiano e arabo con il ritratto sorridente di Ahmadinejad "accanto a un cedro stilizzato e al simbolo della repubblica islamica". Dopo aver percorso l'autostrada dall'aeroporto a Beirut, circondato da migliaia di persone che sventolavano bandiere dell'Iran e del Libano e i ritratti dei due presidenti, Ahmadinejad si "intratteneva in un lungo e amichevole pranzo con il premier libanese Saad Hariri, principale rivale politico di Hezbollah e sodale di Riad assai più di Teheran". Il governo libanese è particolarmente grato ad Ahmadinejad perchè l'Iran "è stato particolarmente generoso nella ricostruzione del Libano e anche stavolta ha staccato un assegno da 450 milioni di dollari a beneficio dei cittadini di ogni schieramento". Il dono è stato particolarmente gradito perchè negli ultimi anni si è verificato un vero e proprio esodo dei capitali stranieri in Libano. Il culmine dei festeggiamenti è stato la grande manifestazione in piazza Rayed, il quartiere, a maggioranza sciita, a sud di Beirut, alla quale hanno partecipato più di quindicimila persone. Nel suo discorso, Ahmadinejad ha catturato l'entusiasmo della folla, dichiarando che "l'Iran sarà sempre al fianco del Libano e l'aiuterà contro l'astio del regime sionista". Pochi giorni dopo, il 18 ottobre, il primo ministro iracheno Nouri al Maliki si è recato in visita ufficiale a Teheran ed è stato accolto all'aeroporto dal ministro degli esteri iraniano Manoucheher Mottaki. Il presidente iracheno cerca l'appoggio iraniano per un nuovo governo dell'Iraq che includa "la formazione di Muqtada al Sadr, l'integralista sciita che ha combattuto con le sue milizie gli americani a Baghdad nel 2004".
Se è vero che gli imperi ritornano, anche l'impero persiano potrebbe tornare! Invece di rivangare dal passato forme di governo obsolete, bisogna capire che i paesi in via di sviluppo del Medio Oriente stanno elaborando politiche che puntano al completo controllo dell'area, senza la ingombrante presenza dell'unico vero impero: quello americano.