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Medicina ecologica per il futuro: anatomia di un cambiamento

di Pierpaolo Maurizio - 03/10/2005

Fonte: http://www.filosofia-ambientale.it/

 

La Medicina biologica può essere considerata
come Medicina ecologica in
quanto si pone in controtendenza alla dinamica
consumistica che affonda le proprie
radici nella moderna cultura occidentale.
La cultura del consumo coinvolge
anche gli orientamenti istituzionali
della pianificazione del Prodotto Nazionale
Lordo, in cui rientra anche l'organizzazione
del Servizio Sanitario Nazionale.
In questo contesto si sviluppa la scienza
normale, come definita dall'epistemologo
T. Khun (1922-1996), che regola
e condiziona i criteri di valutazione
scientifica al di là delle relazioni dell'uomo
con l'ambiente e con le leggi naturali,
generando impoverimento dell'esperienza
terapeutica.
Per cercare d’interpretare i possibili sviluppi
di questa tendenza, può essere utile
volgere lo sguardo alle dinamiche
strutturali delle Rivoluzioni di idee come
la Rivoluzione scientifica, di portata storica
e planetaria, del XVI sec., in cui l'affermazione
della nuova cosmologia si attuò
seguendo un percorso articolato, avvalendosi
di soluzioni di compromesso
fra visioni scientifiche, che favorirono
l'accettazione della cultura emergente.
Claudio Tolomeo (II sec. d.C.), Tycho Brahe
(1546-1601) e Niccolò Copernico
(1473-1543) condizionarono la cultura
dall'Età Moderna fino all'affermazione
della Scienza meccanicistica.
– Oggi, C.F.S. Hahnemann (1755-1843)
e H.H. Reckeweg (1905-1985) condizionano
e favoriscono la diffusione della
Medicina biologica, avvalendosi di strumenti
terapeutici e metodologici che
permettono al Medico di effettuare terapie
compatibili con il rispetto dell'equilibrio
uomo-ambiente. La terapia
omotossicologica è, pertanto, un importante
compromesso fra le Scienze mediche
del nostro tempo: punto di forza
che consente di facilitare ulteriormente
l'affermazione delle Medicine bio-ecologiche.

RIVOLUZIONI DI IDEE O RICERCA DI UN COMPROMESSO FRA LE SCIENZE?
Le attuali difficoltà del mondo scientifico
sembrano derivare dalla relativa carenza
d'attenzione degli Organi istituzionali
verso le problematiche ecologiche
ed ambientali.
La Medicina biologica è "medicina ecologica",
poiché si basa sullo studio delle
relazioni fra le Leggi naturali e l'organismo
umano, considerato come parte
integrante dell'ambiente in cui vive.
Nonostante i problemi ambientali, l’ecologia
stenta a divenire elemento di riferimento
per il futuro sviluppo della civiltà.
Infatti gli organi istituzionali continuano
indiscriminatamente ad orien-
tare le politiche statali a favore dell'incremento
del Prodotto Nazionale Lordo
(PNL), ritenendo l'ecologia come materia
che potrebbe creare ostacoli alla
produttività, scoraggiando gli investimenti
delle aziende.
Di pari passo, si sviluppano abitudini di
consumo sfrenato, legate alla cultura
dell'istantaneismo moderno che, condizionando
gli atteggiamenti della popolazione,
contribuiscono a stimolare
sistematicamente la creazione di desideri
artificiali, appagabili attraverso la
moneta dogmatica in corso.
– Gli scienziati istituzionali, intanto,
studiano formule sempre più articolate
per ricoprire di patina scientifica le
decisioni statali che mostrano, sempre
più chiaramente, di voler condizionare
le scelte della popolazione anche in
materia di sanità, trasformando, quando
possibile, il farmaco in un bene di
consumo. In questo contesto diventa
normale giustificare l'asservimento
della cultura e della Scienza all'industria
e al commercio, trasformando l'idea
di scientificità secondo un percorso
di comodo, progettato dalle grandi
organizzazioni industriali e commerciali.
La storia della Scienza è ricca di episodi
di asservimento culturale, così
com'è ricca di episodi in cui sono avvenute
modifiche ai parametri adottati
per la valutazione scientifica dei fenomeni.
Le revisioni dei paradigmi,
attuate essenzialmente dagli scienziati
istituzionali, vicini cioè all’epistemologia
istituzionale, non hanno potuto
considerare adeguatamente l'influenza
delle leggi naturali sul sistema-
uomo perché i forti interessi economici
economici
sarebbero stati messi in discussione.
Una diffida a tal riguardo giunge da Karl
Popper (1902-1994), che manifestava
grandi perplessità nei confronti
dell'applicazione indiscriminata di protocolli
e nell'attività di valutazione
scientifica. Sostenendo un atteggiamento
verificazionista, affermava che
"tale condizione ubbidiva alla comodità
operativa in grado di fornire parametri
univoci agli scienziati preposti alla
valutazione". Infatti, la cosidetta "scien-
za normale", come definita dall'epistemologo
e filosofo Thomas Kuhn (1922-
1996)  nasce, secondo Popper,
dall'esigenza di "uniformare i criteri di
valutazione scientifica alla finalità di ottenere
una maggiore controllabilità dei
risultati a livello statistico e non per soddisfare
un criterio di valutazione aderente
alle verità fattuali (evidence based
medicine) del fenomeno studiato".
Secondo Popper, questo atteggiamento
sarebbe portatore di alcuni pericoli:
– nascita e sviluppo di una scienza ordinaria,
priva di spirito critico, da cui
deriva una forma di "pensiero amministrativo";
– l'educazione dello scienziato ad uno
spirito dogmatico lo conduce ad un’identità
simile a quella di un "solutore
di rompicapi" con relativo impoverimento,
in campo medico, dell'esperienza
terapeutica.
Di fatto, questa dinamica potrebbe portare
la Medicina ad allontanarsi ulteriormente
dallo studio accurato della
patologia, a causa del probabile irrigidimento
dell’esperienza professionale,
a propria volta determinato dalla reiterata
ed indiscriminata applicazione degli
schemi terapeutici convenzionali.
Inoltre, tale aspetto limiterebbe fortemente
quella funzione di base dell'attività
terapeutica del Medico finalizzata
all'essere e lo stare col paziente, ponendo
limiti a quelle necessarie "congetture
e confutazioni" in grado di favorire
lo scambio di esperienze fra
Medici basato sulla critica, elemento
posto a garanzia della razionalità
scientifica che può agevolare la considerazione
della Scienza naturale in
relazione alle leggi evolutive, così importanti
nell'attività di indagine medica
e in terapia.

LA CULTURA DOMINANTE: NECESSITA’ DI UN COMPROMESSO FRA VISIONI SCIENTIFICHE
La cultura dominante, derivante dal
consumismo, propone atteggiamenti di
conquista che risalgono al periodo pionieristico,
momento in cui la conquista
di nuove risorse stimolava primariamente
l'interesse degli uomini. Oggi, la
situazione è cambiata: il mondo non riserva
più territori da conquistare, bensì
da abitare. Pertanto, le possibilità offerte
dal momento storico attuale andrebbero
avvalorate attraverso un progetto
di sviluppo sostenibile che possa coinvolgere
l'intera superficie del pianeta.
Tuttavia, c'è qualcosa che impedisce
questa faticosa soluzione e che sembra
affondare le proprie radici nella cultura
della civiltà consumistica occidentale.
Il mondo industrializzato dell'Occidente,
infatti, non sembra mostrare reale
interesse per la limitata disponibilità
delle risorse del pianeta, continuando a
promuovere una cultura vorace che trasforma
tutto ciò che può in bene di consumo.
Anche nella Scienza medica, figlia della
cultura dominante, assistiamo – sovente
– a questo fenomeno.
– Nelle attuali condizioni sociali e culturali,
è giustificabile mettere in atto una
Rivoluzione scientifica?
Se consideriamo che una Rivoluzione
sembra possedere fascino solo se la si
oppone ad una tendenza conservatrice
("la democrazia si oppone al totalitarismo...
così come un chiodo scaccia un
altro chiodo" ) si ha l'impressione che,
oggi – in ambito culturale e scientifico –
sia in atto una fuga dal presente, dovuta
alla presenza immaginaria del futuro,
che non permette di individuare con
chiarezza le tendenze conservatrici della
cultura civile: in questo modo, il terreno
di attuazione per una Rivoluzione,
come s'intende generalmente, viene a
mancare.
Nel 1955, Herbert Marcuse (1898-
1979), filosofo della Scuola di
Francoforte, rifletteva sul carattere nevrotico
della fuga dal presente, citando
una profonda esclamazione dello scrittore
irlandese Sean O'Casey (1880-
1964):
"Quanto tempo è stato sprecato, nella
storia dell'uomo, nel tentativo di stabilire
come sarà fatto il suo prossimo
mondo! Più ci si sforzava per comprendere
come avrebbe potuto essere e meno
ci si rendeva conto del mondo in cui
si stava effettivamente vivendo. In questo
modo il suo unico e piacevole mondo
che egli poteva conoscere (quello
che stava vivendo e al quale doveva
ogni cosa che possedeva) gli appariva
quello a cui meno doveva pensare".
Guardando indietro nel tempo, ci accorgiamo
che situazioni simili si verificano,
per lo più, durante le epoche povere
di filosofia e riflessione (basti pensare,
ad esempio, al Seicento e al timore
dell'horror vacui) in cui prevale, da
parte degli uomini, l'attenzione per le
parole, gli slogan e la propaganda, anziché
l'interesse per i contenuti. A questo
riguardo, descrivendo gli uomini privi
di filosofia, Eraclito, nel V sec.
a.C, affermava:
"Ascoltando senza comprendere, essi
sono simili ai sordi; per cui di essi si dice
che pur essendo presenti, sono assenti
(pareontas apeinai)".
Questi uomini sembrano vivere in balìa
del flusso di un pensiero amministrativo,
uno stato di assenza dal presente,
dovuto alla schiavitù del proprio atteggiamento
mentale che, trasportandoli
immaginariamente nel futuro, li rende
ciechi nei confronti del significato dei
simboli che attraversano durante la vita
quotidiana.
– L'automatismo dettato dal pensiero
amministrativo, da cui deriva una sorta
d’incantesimo, condiziona anche la valutazione
delle teorie e delle pratiche
scientifiche che gli studiosi accettano o
rifiutano perché non rientrano nelle previste
ed abituali attività. Oggi, forse, non
esiste più la possibilità di far parte del
gruppo di coloro che accettano oppure
rifiutano una teoria scientifica poiché, a
livello globale, sono in atto cambiamenti
e modifiche delle identità culturali
che mostrano più profondamente,
rispetto al passato, le diverse espressioni
e applicazioni di una cultura o di una Eraclito, il filosofo del divenire.
Scienza. Oggi è consuetudine confrontarsi
con medici e ricercatori di altri
continenti grazie alle società multirazziali:
pensiamo, ad esempio, ai medici
agopuntori cinesi che viaggiano in tutto
il mondo trasmettendo la propria pratica
e conoscenza terapeutica.
– In quest’ottica, ricca d’influenze e saperi,
continua a strutturarsi la cultura
emergente che tende ad avvalorare il
punto di vista olistico come contenitore
di elementi dinamici. Questi ultimi si
compongono anche di dettagli provenienti
dalla cultura riduzionista-organicista,
generando una visione dinamica
che ridimensiona l'influenza del dualismo
che, dal Seicento ad oggi, ha condizionato
la cultura e la Medicina occidentale.
Si può risolvere, da questo punto di vista,
quel particolare dubbio, legato alla
personale appartenenza culturale e
scientifica, che proietta gli studiosi nella
polarizzazione di atteggiamenti positivi
e negativi, alimentando il dilemma
dell'ambivalenza.
Oggi è, forse, giunto il momento di valorizzare
la considerazione dei fenomeni
scientifici secondo "punti di vista
vicarianti", che concorrano a formare
l'universo cognitivo attraverso la reciproca
considerazione dell'olismo, inteso
come comprensione del tutto a scapito
delle parti, e del riduzionismo, inteso
come comprensione del tutto a
partire dalle parti.
– In questo modo si può orientare il dibattito
in atto fra le diverse visioni della
Medicina, verso una maggiore flessibilità.

ATTUALITA’ E FUTURO: ANALOGIE FRA “RIVOLUZIONI”
Queste riflessioni ci conducono ad una
breve analisi sulla relazione esistente
fra le diverse concezioni della Medicina
in Occidente. Attualmente, viviamo
un conflitto sulla scientificità o meno
delle Medicine biologiche che ci riconducono
ad un "quadro clinico simile"
alla dinamica storica e culturale
legata al periodo della Rivoluzione copernicana,
avvenuta fra il Cinquecento
e il Seicento, in cui si poté assistere
alla manifestazione di forti resistenze,
da parte delle istituzioni, all'emersione
del nuovo sistema cosmologico eliocentrico.
– Può essere affascinante proporre una
relazione fra periodi e vicende storiche
che, pur caratterizzate da contenuti differenti,
sono per struttura od anatomia,
forse, paralleli.
Nel periodo antecedente la Rivoluzione
copernicana, l'Almagesto di Tolomeo rappresentava il testo di riferimento
per gli astronomi: quest'opera
descriveva un sistema cosmologico
geocentrico, affermando un’idea di universo
chiuso e definito all'interno di due
sfere celesti concentriche.
Il Sistema Tolemaico, ritenuto antropocentrico,
era sostenuto dall'autorità
scientifico-religiosa e agevolava il controllo,
da parte della stessa, delle credenze
di massa inerenti le tematiche
mistico-religiose, evocatrici della sacralità
dei cieli, che, attraverso la forza
suggestiva del potere dogmatico, consolidavano
la "verità religiosa e istituzionale".
Lo stesso Copernico , anch'egli
coinvolto dall'influsso culturale prodotto
dalla concezione cosmologica tolemaica,
attraversò momenti critici causati
dalle "correzioni forzate", apportate
dagli astronomi istituzionali al sistema
geocentrico-tolemaico, che modificavano
ulteriormente la considerazione
della realtà fisica del sistema solare attraverso
l'allargamento forzato delle orbite
dei pianeti.
In tal modo si affermava, per l'ennesima
volta, la forza del principio d'autorità
del potere dogmatico .
Lo stesso principio d'autorità influiva
anche sulla Scienza medica che, circa
due secoli più tardi, viveva sviluppi storici
che fornirono ai medici i primi riferimenti
statistici. L'applicazione in
campo medico della teoria meccanicistica,
oramai definita scienza regina,
aveva matematizzato l'intera attività
scientifica, proponendo modelli geometrici
applicabili anche nell'attività
professionale del medico. Ricordiamo
Pierre Charles Alexander Louis (1787-
1872) che elaborò uno dei primi modelli
d’indagine statistica applicata alla
Medicina, con uno studio sui benefici
del salasso nel trattamento della polmonite.
L'innovazione del metodo numerico di
Louis sembrò risiedere, non tanto nell’osservazione
dei benefici effetti del salasso
nella terapia sopraccitata, quanto
nella quantificazione dell'osservazione
del fenomeno: il medico non affermava
più "ho osservato questo fenomeno",
bensì "quante volte l'ho osservato".
Dopo circa cinque anni, veniva pubblicata,
dal medico francese Jules Gavarret,
una più accurata sistematizzazione
del lavoro di Louis: "Principes Généraux
de statistique médicale", segno che la
Medicina e la statistica avevano iniziato
il loro cammino comune.
– Sempre nello stesso periodo, il medico
sassone C.F.S. Hahnemann ,
attraversava una profonda crisi causata
dalle "forzature e rabberciature" della
terapia medica che lo portarono a studiare,
profondamente e per la prima
volta nella storia della Medicina, un sistema
terapeutico basato sulla "sperimentazione
farmacologica" in cui lo
sperimentatore (prover) viveva la patologia
indotta dalla sostanza ingerita attraverso
la propria persona divenendo,
in tal modo, veicolo di conoscenza della
reazione dell'organismo all'aggressione
tossica della sostanza. Quest’affascinante
modalità conoscitiva diveniva,
pertanto, viaggio all'interno della
patologia e forniva indizi e sintomi in
grado di svelare, con maggior chiarezza,
le dinamiche dell'affezione. Tale
metodo andava a contrapporsi alla fredda
analisi statistica operata da Louis
che, evidentemente, spostava l'interesse
della Medicina, intesa in senso meramente
terapeutico, verso la pura
quantificazione dei sintomi raccolti nel
trattamento della patologia osservata.
Tuttavia, la metodologia terapeutica
omeopatica appariva priva di logica
scientifica e attirava molti denigratori.
Risultava, infatti, arduo, per uno scienziato
"normale", comprendere perché
sostanze somministrate in dose infinitesimale
potessero produrre effetti terapeutici
sull'organismo. I ripetuti tentativi
di far luce sul perché vi fosse attività
terapeutica del farmaco omeopatico,
non produssero grandi risultati in quanto
la visione meccanicistica di Galileo, Cartesio e Newton aveva già occupato i centri di potere
dogmatico, influendo su ogni settore
della Scienza e della Medicina.
L'Omeopatia di Hahnemann si diffuse,
così, con grande lentezza e difficoltà.
– Ai fini della divulgazione scientifica
dell'Omeopatia, un compromesso fra
visioni terapeutiche differenti si rese necessario
per stimolare l'interesse dei
medici, più o meno attenti alle nuove
possibilità terapeutiche.
Infatti, dopo circa 140 anni dalla nascita
della terapia omeopatica, un altro
medico tedesco, H.H. Reckeweg,
studiò, attraverso l'Omotossicologia, la
possibilità di aggiornare il sistema tera-
peutico Hahnemanniano applicando,
nel trattamento delle patologie, nuovi rimedi
di derivazione non solo minerale,
vegetale e animale, ma anche di derivazione
sintetica, sempre ottenuti attraverso
diluizione omeopatica, per il
trattamento dei danni derivanti dalla civiltà
contemporanea come, per esempio,
l'inquinamento ambientale e la iatrogenia.
La terapia antiomotossica si orientò, fin
dai propri esordi, verso la sperimentazione
farmacologica condotta secondo
criteri statistici riconosciuti dalla comunità
scientifica accademica, avvicinando
così la nuova terapia omeopatica alla
visione medico-scientifica convenzionale,
esprimendo interessanti possibilità
terapeutiche in grado di consentire
una possibile integrabilità del sistema
terapeutico omeopatico con le altre
modalità d'intervento terapeutico
esistenti.
Forse per la prima volta nella storia della
Medicina, è stato possibile integrare
punti di vista differenti, con la finalità di
fornire sollievo dal dolore e dal disagio
ai pazienti, adottando una metodologia
terapeutica flessibile, ecologica e di
grande applicabilità nelle patologie
acute e croniche del nostro tempo.
Oggi, il valore della terapia antiomotossica
di Reckeweg consiste nel fornire
un’opportunità di compromesso fra visioni
scientifiche e si colloca in una posizione
speculare, in relazione agli effetti
epistemologici producibili nel contesto
della terapia medica attuale, alla visione
cosmologica di compromesso che l'astronomo
danese Tycho Brahe
produsse dopo la pubblicazione del De
revolutionibus orbium coelestium Libri
VI (1543), ad opera di Niccolò Copernico:
il testo astronomico di riferimento
che sostenne e pubblicò la tesi eliocentrica. Brahe mantenne chiare e
definite le caratteristiche dell'universo
geocentrico di Tolomeo facendo permanere
la posizione della Terra al centro del
Sistema Solare, collocando il Sole al centro
delle orbite degli altri pianeti che continuavano
a ruotare insieme al Sole, intorno
alla Terra.
Il sistema cosmologico sostenuto da
Brahe attenuava le resistenze dei denigratori
della teoria di Copernico, inducendoli
ad un atteggiamento di "curioso
scetticismo". Infatti, osservando con
interesse la "proposta cosmologica" di
Brahe, definita "di compromesso", gli
scettici iniziarono ad interpretare la
nuova realtà fisica dell'universo e ad approfondire
gradualmente, grazie al telescopio,
lo studio della visione cosmologica
copernicana.
L'anatomia del cambiamento, riferita ad
un evento storico-scientifico di grande
portata come la Rivoluzione astronomica,
avvenuta fra il Cinquecento e la
prima metà del Seicento, ci invita a
formulare ipotesi sul futuro della Medicina,
in relazione agli sviluppi degli
ultimi anni. Infatti, è prevedibile che
l'Omotossicologia possa facilitare il
processo di avvicinamento in atto, da
parte della comunità scientifica, alle
Medicine biologiche, in quanto indurrebbe
gli scienziati istituzionali ad un
atteggiamento di "curioso scetticismo",
riducendo l'influenza delle resistenze
sulla nuova applicazione terapeutica.
Come ci ricorda l'epistemologo ungherese
Imre Lakatos (1922-1974),
studiando l'opera di Thomas Kuhn, "La
struttura delle rivoluzioni scientifiche":
"i singoli scienziati abbracciano un nuovo
paradigma per ogni genere di ragioni,
di solito parecchie ragioni allo stesso
tempo. Alcune di queste ragioni si
trovano completamente al di fuori della
sfera della scienza. Altre ragioni possono
dipendere da idiosincrasie autobiografiche
e personali. Persino la nazionalità
o la reputazione precedente
dell'innovatore e dei suoi maestri può
svolgere un’importante funzione".
Del resto, come afferma sucessivamente
lo stesso Kuhn: "gli scienziati della
scienza normale, per potersi interessare
a nuove teorie o discipline scientifiche,
devono sentire la forza della conversione
che, spesso, si verifica dopo aver constatato
che i credenti di una disciplina
sono alquanto numerosi".

CONCLUSIONI
L'atteggiamento di “curioso scetticismo”,
favorito dal compromesso fra visioni
scientifiche differenti, favorisce
l'aumento del numero dei credenti di
una disciplina. Ciò è avvenuto nel XVI
sec., durante la Rivoluzione scientifica,
consentendo l'affermazione del sistema
cosmologico copernicano.
Tycho Brahe, forse inconsapevolmente,
ha consentito a molti scienziati, dapprima
scettici, di approfondire gli studi
del nuovo sistema cosmologico copernicano.
Lasciando la Terra al centro dell'universo
– come già nel sistema cosmologico
tolemaico-aristotelico – Brahe si rivelò
un conservatore evoluto, in grado di
mediare fra i diversi punti di vista tolemaico
e copernicano (Brahe: nè Tolomeo,
nè Copernico).
Questo processo di conoscenza, portò
ad un'accellerazione dei tempi di affermazione
e consapevolizzazione della
realtà fisica e fattuale dell'universo.
– Allo stesso modo, guardando al futuro,
l'Omotossicologia di H.H. Reckeweg
si colloca nel contesto della Medicina
d'oggi come compromesso scientifico,
fra visione allopatica ed omeopatica,
consentendo ad entrambe le applicazioni
terapeutiche di esprimersi in
un’univoca intenzione: quella della cura
del paziente.
Memoria e storia legate alla Rivoluzione
scientifica ci indicano, così, il percorso
del futuro cambiamento nella terapia
medica: "il compromesso favorisce
l'atteggiamento di curioso scetticismo
per gli utenti potenziali che, interessandosi,
incrementano il numero dei
credenti alla nuova disciplina, con la
conseguente conversione di massa degli
studiosi alla nuova scienza. Il futuro
sarà, così, caratterizzato dalla lotta per
l'affermazione del compromesso fra le
Scienze mediche, per favorire l'adeguata
considerazione e applicazione
degli strumenti terapeutici proposti dalla
cultura bio-olistica emergente".
Come avvenne, inconsapevolmente, ad
opera di Brahe durante la Rivoluzione
copernicana, la forza del compromesso,
potrà svolgere, anche nella terapia
medica del nostro tempo e in quella del
futuro, con l'Omotossicologia di Reckeweg,
quella funzione di indebolimento
delle tensioni che derivano, in
genere, dall'approccio al nuovo e che
caratterizza la conoscenza. Quest’ultima,
con le sue perturbazioni conduce,
spesso, a progressi interiori e professionali
che possono consentire all'uomo di
avvicinarsi ad una più profonda coscienza
della sua matrice, che lo lega
alla natura e lo fonde con il divino.

Letteratura
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Riferimento bibliografico:
MAURIZIO P. – Medicina ecologica
per il futuro. –Anatomia di un cambiamento.
La Med. Biol., 2005/3; 41-47.

Indirizzo dell’Autore:
Dr. Pierpaolo Maurizio
– Dottore in Filosofia
Via Roma, 19
I - 40057 Granarolo Emilia (BO)