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Iraq, 1.050 civili uccisi in un mese

di redazione - 03/06/2006

 
Iraq, 1.050 civili uccisi a maggio
Menzogne Usa

Sono 1.050 i civili morti in Iraq durante il solo mese di maggio, per effetto della guerra che insanguina il paese. Il 38% in più rispetto ad aprile. 130 le vittime degli ultimi tre giorni. Stime, quelle diffuse dal ministero degli interni iracheno d'intesa con quello della difesa e quello della sanità, a cui bisogna aggiungere le perdite subite dalla resistenza (almeno 345). Anche il sito indipendente
www.iraqbodycount.net ha aggiornato al 31 maggio il blancio delle vittime civili, che ammontano da un minimo di 38.059 a un massimo di 42.434.
Intanto si aggrava il bilancio dell'«incidente» avvenuto l'altro ieri sera presso Samarra, dove gli americani hanno aperto il fuoco contro un'auto che non si sarebbe fermata all'alt. Secondo la polizia irachena sono rimaste uccise tre donne, due sorelle e una terza parente, che erano dirette all'ospedale di Samarra. Una di loro, infatti, era incinta. Secondo la ricostruzione Usa, l'uomo che era alla guida avrebbe sbagliato strada, avvicinandosi pericolosamente a una base americana. I colpi mortali sarebbero partiti da un tiratore scelto appostato in cime a un edificio.
Ieri è stata comunque un'altra giornata di sangue. Le truppe Usa hanno compiuto un raid nel villaggio di Al Wend, vicino Kerbala, uccidendo cinque civili. Secondo il presidente del consiglio comunale, Uqueil Al Zebeidy, i marines avrebbero tra l'altro provocato la morte di una donna e del suo bimbo di 7 mesi. Nella stessa azione sarebbero state abbattute tre abitazioni e arrestate un numero imprecisato di persone.
Bisogna poi aggiungere 6 morti e 15 feriti in diversi attacchi nella provincia nordorientale di Diyala; 5 morti e 3 feriti nella zona di Hashymiyat, presso Baquba, dove uomini armati hanno attaccato un gruppo di civili. Ancora spari sulla folla nella cittadina di Al Maqdadiyah: una donna uccisa e 4 feriti. A Buhrez invece un colpo di mortaio ha centrato una zona residenziale, ferendo tre persone. Una bomba artigianale invece è esplosa in mezzo a un gruppo di lavoratori edili in attesa di impiego, radunati nella centrale piazza Tayaran, a Baghdad: almeno 3 i morti, 21 i feriti.
A proposito di vittime civili, il Washington Post anticipa i risultati dell'inchiesta aperta dai vertici militari dopo il massacro di Haditha (24 morti tra uomini, donne e bambini). Secondo la ricostruzione degli inquirenti, alcuni degli ufficiali americani coinvolti nella strage avrebbero mentito ai loro superiori e questi ultimi non si sarebbero presi la briga di verificare le informazioni. Non risulta al momento confermata la tesi del parlamentare democratico John Murta, ex marine, il quale sostiene che ci fu volontà di insabbiare il fatto da parte dei vertici militari.
Il comando militare Usa ieri ha annunciato l'arresto di Ahmad Husseinal-Dabash, ritenuto un «finanziatore di Al-Qaeda». Nella capitale la polizia avrebbe inoltre arrestato 10 «terroristi» e scoperto numerosi depositi di armi. Un altro presunto militante di Al-Qaeda sarebbe stato consegnato dai peshmerga curdi alle truppe statunitensi in Iraq. Secondo il quotidiano arabo Al Sharq Al Awsat si tratterebbe di Said Al Karni, studente originario di Riad, giunto in Iraq la scorsa estate.
Sempre ieri il premier iracheno Al-Maliki ha annunciato che domenica rivelerà i nomi dei ministri degli interni e della difesa, incarichi rimasti vacanti nel nuovo governo iracheno. Al-Maliki ha aggiunto che i due ministri, uno sciita (interni) e un sunnita (difesa), saranno personalità «indipendenti» accettate da tutte le forze politiche e scelte per le loro «professionalità». Nel parlamento iracheno intanto è in corso uno scontro sulla possibilità di aumentare gli stipendi dei parlamentari. La maggior parte dei deputati vorrebbe portare il proprio stipendio dagli attuali 5mila dollari mensili a circa 8mila dollari. La maggioranza chiede anche lo stanziamento di un fondo di 50 mila dollari destinato a ogni parlamentare, allo scopo di acquistare un'auto blindata e pagare le guardie del corpo. (E.N.)