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Le mani della speculazione sull'Europa

di Gianni Petrosillo - 25/03/2011




Dove non si possono sganciare bombe si lanciano ordigni speculativi. Il terremoto geopolitico che sta sconvolgendo il mondo arabo è solo un sintomo dell’instabilità generale che caratterizzerà la nostra epoca storica. Siamo entrati nel multipolarismo, non esiste più un unico centro regolatore che governa i flussi strategici ed economici del pianeta. In seguito a ciò si creano sconvolgimenti di varia natura tanto sul piano istituzionale che su quello finanziario. Il vecchio fulcro di comando statunitense perde appeal ed attrazione a vantaggio di altri poli decisionali. Tutto ciò determina il moltiplicarsi degli attriti tra aeree e formazioni sociali particolari a livello globale. Alle collettività non rientranti nell’alveo della civiltà occidentale viene riservato un trattamento strong, con provocazioni militari ed anche lo sconfinamento nel conflitto guerreggiato vero e proprio. Per quelle che sono nell’orbita della democrazia atlantica invece è sufficiente, almeno per ora, la via light del mercato la cui mano equilibratrice sarà pure invisibile ma solo in quanto essa è terminale di un braccio corazzato di coercizione che la fa muovere secondo direzioni precise e quindi lontano da quella legisimilità "naturale" di cui parlano gli ideologi del libero scambio. E’ dunque la potenza degli Stati che fa la differenza anche nella sfera economica. Oggi gli Stati Uniti sembrano essere la nazione più inguaiata per via della débâcle economica, eppure nonostante il loro elevato debito pubblico e il default annunciato da alcuni Stati della federazione, non c’è agenzia di rating che si azzardi a declassarli. Contrariamente a quanto accade in Europa. Uno dopo l’altro cadono sotto la mannaia di questi organismi di valutazione le nazioni deboli del continente. La profezia dei PIGS si avvera e presto potrebbe coinvolgere anche l’Italia. Tuttavia, tanto per dirne una, PIMCO, uno dei più importanti gestori di fondi obbligazionari al mondo, da febbraio si sta liberando dei suoi investimenti in buoni del Tesoro americano. Molti analisti prevedono che il mercato dei buoni del tesoro US sarà sconvolto nel secondo semestre 2011. Ma l’America ha la potenza e la proiezione bellica sufficiente a scaricare sugli altri le proprie difficoltà strutturali e sistemiche. Qualcuno in Europa comincia a sospettare che si stia per abbattere sulla zona una tempesta speculativa e le minacce a mezzo stampa provenienti d’oltreatlantico, riprese dal giornalista Marcello Foa sul suo blog, non sono da prendere alla leggera: “L’Euro area può «collassare», disintegrarsi, con «tensioni abbastanza forti. Un collasso dell’euro area non è impensabile». Parola del finanziere e amico di OBama Warren Buffett. Se l’UE fosse una entità politica unita e coerente non ci sarebbe nessun attacco da temere, ma conoscendo l’autolesionismo della burocrazia comunitaria e lo scoordinamento dei singoli governi europei è probabile che qualcuno si farà molto male. Per esempio noi italiani che abbiamo una classe dirigente non all’altezza della fase e dei compiti storici che ne nascono. Sarebbe il momento di imporre una svolta all’agenda politica dello Stivale ma i principali partiti nazionali si dividono su tutto, anche sugli interessi strategici che dovrebbero essere invece un campo di unificazione degli affari interni ed un campo minato per chiunque, da fuori, tenti di avvicinarsi a noi con cattive intenzioni. I nostri politicanti ovviamente non hanno capito nulla, ed infatti per abbattere B. o per prenderne il posto si schierano con lo straniero. Lo stanno facendo in Libia, tanto i ministri del governo che i vertici del Pd. Sono andati dalla parte di Sarkozy e della coalizione dei volenterosi, i primi per accreditarsi come futuri leaders del centro-destra, i secondi per liberarsi di un Cavaliere nero diventato una vera ossessione. Pazienza se a rimetterci è il Belpaese, a loro interessa la carriera a spese della comunità.