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L'Onu lancia l'allarme desertificazione

di Valentina Alonzi e Sabrina Baldassarra - 06/06/2006


Un terzo della popolazione mondiale abita le terre aride, due miliardi di persone vivono con poca acqua e terreni coltivabili. I dati delle Nazioni Unite in occasione della Giornata mondiale dell'ambiente

LEGAMBIENTE: «Meno emissioni per salvare il pianeta»

È la desertificazione il tema della Giornata mondiale dell’ambiente lanciata oggi dall’Onu. Un problema che colpisce soprattutto Arabia Saudita, Siria, Pakistan, Cina occidentale, Ciad, Irak e Niger. Ma che riguarda sempre di più anche l’Italia, dove il 5,5% del territorio è soggetto a desertificazione. Le zone più colpite da questo fenomeno sono soprattutto le isole grandi e piccole, le coste del Mezzogiorno: in particolar modo Sicilia, sensibile a questo problema per quasi il 36%, Puglia e Sardegna.

Le ragioni per dedicare alla desertificazione la Giornata mondiale dell’ambiente, che vede come capitale Algeri, del resto non mancano: «I deserti sono minacciati come mai prima d'ora dal cambiamento climatico, dall'eccessivo sfruttamento delle falde freatiche, dalla salinizzazione e dalla scomparsa della fauna» ha osservato Andrew Warren, professore di geografia alla University College London, fra i curatori del rapporto Onu sulle terre aride presentato a Londra. Le temperature delle regioni desertiche sono aumentate infatti tra lo 0,5 e i 2 gradi Celsius in 24 anni (tra il 1976 e il 2000), ben più dei 0,45 gradi di rialzo registrati in media nel resto del pianeta. Non solo: le temperature nei deserti potrebbero aumentare da 5 a 7 gradi da oggi al 2071-2100. Un terzo della popolazione mondiale abita le terre aride e 2 miliardi di persone vivono in condizioni disagevoli, con poca acqua e pochi terreni coltivabili. E il problema investe soprattutto l’Africa meridionale dove il 66% dei terreni è arido o semiarido, come conseguenza dell’accumulo di gas serra nell’atmosfera.

Eppure i deserti potrebbero rappresentare una preziosa risorsa in vari settori: dall'energia che sfrutta il sole e il vento a piante e animali utili per la ricerca farmaceutica. Secondo Zaveh Zahedi, direttore aggiunto del centro di sorveglianza per la difesa dell'ambiente del Pnue (Cambridge), un deserto delle dimensioni del Sahara potrebbe catturare energia solare sufficiente per rispondere ai bisogni di elettricità del mondo intero. Piante scoperte nel deserto del Negev in Israele potrebbero invece aiutare la lotta contro il cancro e la malaria.