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Giordania, le prime crepe

di Christian Elia - 17/06/2011


 


Attacco al convoglio reale in una cittadina del sud. La corte nega, ma Amman è nervosa

Quanto dista Tafileh, in Giordania, da Deraa, in Siria? Non troppi chilometri, ma tanto se l'unità di misura è la politica. Il 13 giugno scorso, però, è una data che ha avvicinato molto realtà differenti. Come Deraa è il fulcro della rivolta siriana, Tafileh potrebbe essere ricordata - nel caso - come l'incipit della primavera giordana.

L'entourage della corte di Amman nega con forza, ma fonti indipendenti sostengono che il re Abdallah II sia sfuggito a un assalto della folla inferocita nella cittadina di Tafileh. La scorta e la polizia avrebbero reagito prontamente e con forza, ferendo alcuni dimostranti che tentavano di entrare in una struttura pubblica che il re stava visitando a margine della sua visita nella località della Giordania meridionale. Tafileh, a fine maggio, ha battezzato la nascita di un movimento che si autodefinisce 'i giovani di Tafileh' che ha indetto una manifestazione per chiedere la caduta del governo e denunciare la corruzione imperante nel Paese.

Non è una novità. In Giordania, da gennaio, ogni venerdì, una folla immensa si raduna dopo la preghiera nella grande moschea di Amman e protesta chiedendo la stessa cosa. Solo che, a Tafileh, sarebbe la prima volta che il bersaglio delle lamentele popolari diventa il re. Abdallah II, pur non esente da critiche nel Paese, veniva quasi ritenuto estraneo alle 'malefatte' del governo. Le dimostrazioni per il 'cambiamento' venivano eguagliate da quelle 'in supporto del re'. Tafileh, con un gruppo di giovani che avrebbe tirato sassi e bottiglie contro il convoglio reale (secondo fonti dell'opposizione) segnerebbe un cambiamento enorme di prospettiva.

Eventualità che mette molta ansia alla monarchia, tanto che ieri una spedizione punitiva (si dice più o meno dieci uomini), scandendo slogan pro re, hanno assaltato la sede locale di Agence France-Presse (Afp), colpevole di aver dato la notizia dell'attacco al convoglio reale di Tafileh. Un segno di nervosismo, confermato dal primo discorso televisivo del monarca da quando sono iniziate le proteste a gennaio. Abdallah II ha promesso una riforma elettorale e ha concesso un'amnistia generale ai prigionieri politici. Restano dentro i salafiti duri e puri, che hanno iniziato uno sciopero della fame, supportati dalle famiglie dall'esterno.

Daraa è vicina al confine con la Giordania. Non sono pochi gli osservatori che ritengono la cittadina siriana la porta di ingresso di una serie di personaggi - integralisti sunniti - che volevano destabilizzare il regime di Assad, troppo filo iraniano. Non a caso, da tempo, la Siria aveva chiuso la frontiera, salvo riaprirla ieri. Che la turbolenza stia passando dall'altra parte, come un ritorno di fiamma? Difficile dirlo: Abdallah II, sul modello delle monarchie del Golfo, gode di protezioni importanti in Israele, negli Usa e in Europa. Dopo la Siria in fiamme, nessuno ha bisogno della crisi in Giordania. Tafileh, per ora, sembra destinata a restare una oscura località della provincia giordana. Per ora.