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Libia 2011

di Paolo Sensini - 05/10/2011

Fonte: jacabook

 http://www.jacabook.it/ricerca/imglibri/41123-4sl.gif

Il 2011 non è solo il 150° anniversario dell’unità d’Italia, ma è anche l’anno in cui ricorre
un’altra celebrazione meno onorevole da festeggiare per i governanti del nostro
paese: il centenario della prima guerra dell’Italia contro la Libia.
Oggi come allora, lo Stato italiano muove in armi contro una nazione che nulla ci ha
fatto. Il suo leader, Mu‘ammar Gheddafi, ricevuto fino pochi mesi addietro con tutti
gli onori che si tributano al capo dello Stato di un paese amico, si è improvvisamente
trasformato in «dittatore pazzo e sanguinario» da eliminare ricorrendo a qualsiasi
espediente.
Un tradimento che ha dell’incredibile, ma che purtroppo rappresenta un Leitmotiv
della nostra storia post-unitaria. Ritardata imitazione delle imprese delle più affermate
potenze coloniali europee.
Dopo aver ripercorso le fasi salienti dell’occupazione militare italiana (1911-1943) e
della travagliata storia libica fino ai giorni nostri, Paolo Sensini, che ha preso parte a
Tripoli ai lavori della Fact Finding Commission on the Current Events in Libya nei
giorni immediatamente successivi all’inizio dei bombardamenti NATO, ricostruisce con
dovizia tutte le fasi del conflitto e le vere ragioni sottese all’attacco contro la Libia. Il
quadro reale che ne emerge, e che nessun media mainstream ha voluto raccontare alle
opinioni pubbliche occidentali, è sconcertante. Le menzogne sulle «fosse comuni» e
sui «10.000 morti», così come «i ribelli di Bengasi» fomentati dal fondamentalismo
islamico e anche organizzati, armati e finanziati dalle potenze occidentali, sono serviti
come pretesto per la Risoluzione ONU numero 1973 che ha dato il via all’intervento
militare in Libia, mentre il mondo tace sul consistente miglioramento delle condizioni
di vita del popolo libico da quando Gheddafi è stato alla guida del paese, unica realtà
petrolifera mediorientale con una redistribuzione sociale della ricchezza.
La verità, ancora una volta, è che a tirare i fili di queste guerre per procura mascherate
da «intervento umanitario» sono le grandi potenze occidentali, che vogliono continuare
a mantenere i popoli dell’Africa nella schiavitù e nella miseria per impadronirsi di
tutte le loro ricchezze, come fanno da secoli e stanno continuando a fare. Dopo l’Afghanistan
e l’Iraq, quella in Libia è solo l’ennesima guerra neocoloniale dei giorni nostri.

PAOLO SENSINI, laureato in filosofia, saggista e storico, è autore de La rovina antica e la
nostra (Roma 2006) e de Il «dissenso» nella sinistra extraparlamentare italiana dal
1968 al 1977 (Soveria Mannelli 2010). Ha redatto alcune delle voci apparse nel primo
volume de L’Altronovecento. Comunismo eretico e pensiero critico (Jaca Book, Milano
2010) e nel Dizionario biografico degli anarchici italiani (Pisa 2003-2004). Ha inoltre
curato l’edizione italiana delle principali opere di Bruno Rizzi, Ante Ciliga, Josef Dietzgen
e Sergej Mel’gunov.