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John Negroponte e l'america-latinizzazione della politica statunitense

di Joe Kay - 28/06/2006

 
 
   

Nel ristretto ambito del dibattito all'interno dell'establishment politico e mediatico statunitense, per quel che riguarda i diversi programmi di spionaggio che sono venuti alla luce negli ultimi mesi, un unico dato di fatto è stato accettato da tutti i partecipanti: l' amministrazione Bush, qualsiasi siano gli errori che essa potrebbe commettere o le libertà civili che possa restringere, sta conducendo una guerra contro il terrorismo, il cui fine deve essere sostenuto da tutto quanti.

Da una parte, l'amministrazione Bush insiste affinché gli Statunitensi devono credere alle parole del governo, che si devono fidare di come il governo stia usando i nuovi poteri di spionaggio che si è arrogato al fine di combattere Al Qaeda. Il governo non ha rilasciato alcuna concreta informazione sulla natura dei vari programmi di spionaggio che ha iniziato, programmi il cui scopo è quello di accumulare dati sulle comunicazioni telefoniche e via internet di dieci milioni di cittadini statunitensi. Inoltre ci sono anche altri programmi che sono completamente nascosti alla popolazione. Questa riservatezza è giustificata sul fatto che ogni informazione pubblicamente disponibile aiuterebbe i terroristi ad evitare la cattura.

D'altro canto, l'opposizione nominale all'interno dell'establishment politico parte sempre dalla constatazione che l'amministrazione sta conducendo una "guerra contro il terrorismo che deve essere vinta". Le tattiche possono anche essere criticate, ci si può domandare se esse siano appropriate o necessarie, ma le motivazioni di fondo non sono assolutamente messe in questione. Una constatazione tipica è quella rilasciata da Patrick Leahy, il leader democratico della Commissione Giudiziaria del Senato, che domenica ha dichiarato "dovremmo spiare i terroristi, non gli Statunitensi innocenti. Anche io voglio la sicurezza, ma credo che l' amministrazione non la stia creando nel modo corretto".

Al di là dell'accettazione delle premesse su cui si basa la guerra al terrorismo, queste considerazioni sono estremamente ingenue, dal momento che il Partito Democratico era stato aggiornato su alcuni aspetti del programma di spionaggio NSA, molto prima che la notizia fosse riportatata dai media.

Non è forse possibile che il governo Usa stia spiando i cittadini statunitensi con il preciso scopo di raccogliere nomi ed informazioni sugli attuali o potenziali oppositori politici, che stia usando la guerra al terrorismo come una scusa per reprimere le fondazioni che si occupano di radunare migliaia di individui in base alla loro opposizione alla guerra o ad altri aspetti della politica Usa? Anche solo il fatto di sollevare una tale domanda sarebbe denunciato come una cospirazione, se solo non fosse cosi caparbiamente ignorato.

L'attuale scopo dell'azione governativa è evidente, considerando gli individui che sono stati scelti per raggiungere tali obiettivi. In particolar modo è importante esaminare l'assunzione di John Negroponte, l'attuale direttore della National Intelligence, il quale è stato incaricato di coordinare e centralizzare le diverse agenzie di spionaggio Usa. Negroponte è certamente una figura chiave all'interno del vasto progetto di espansione della sorveglianza interna negli Stati Uniti.

Si ritiene che Negroponte abbia avuto un ruolo fondamentale nell'espellere l'ex direttore della CIA Peter Gross, che ha rassegnato le dimissioni all'inizio del mese (maggio 2006, ndt). Al suo posto l'amministrazione Bush ha nominato Michael Hayden, deputato di Negroponte es ex capo dell'Agenzia di Sicurezza Nazionale.

Negroponte è stato nominato DNI nel febbraio 2005. sebbene questo incarico sia stato ufficialmente creato in risposta ad una raccomandazione emersa dalle indagini sull'attacco dell'11 settembre, il suo scopo reale è quello di sferrare un deciso attacco ai diritti democratici e preparare ulteriori misure repressive contro gli Statunitensi.

Ed è proprio per questo motivo che è stato scelto Negroponte. Una delle sue principali qualifiche è stata quella di ambasciatore per gli Stati Uniti in Honduras dal 1981 al 1985. Dall'alto del suo incarico, aiutò a supervisionare l'intervento americano in favore dei "contras", che stavano conducendo una viziosa guerra contro il governo nazionalista dei Sandinisti in Nicaragua. Nel corso di questa guerra sovvenzionata dalla CIA, morirono 50.000 persone, mentre l'ala destra dei Contras impiegava metodi brutali per quel che riguarda sparizioni, torture e uccisioni di massa.

Negroponte supervisionò anche il massiccio aumento dell'aiuto statunitense all'esercito dell'Honduras, che sosteneva i contras. Elogiò il regime militare di questa nazione come un modello di democrazia, e aiutò nell'insabbiamento delle prove sulle torture e sulle uccisioni. Poco prima di un voto bipartisan del Senato che ha confermato Negroponte al suo posto nell'aprile 2005', il Washington Post ha riportato un nuovo documento che rivelava i suoi stretti legami con l'sercito dell' Honduras. Negroponte si oppose ad ogni tentativo per l'apertura di un negoziato con i Sandinisti, esprimendosi sempre a favore di un "cambio di regime".

Negroponte fece pressioni sull'amministrazione Reagan al fine di prolungare gli aiuti ai Contras, anche dopo il voto negativo del Congresso. Qesta politica portò allo scandalo Iran-Contra, nel quale fu rivelato che l'amministrazione Reagan aveva continuato a sostenere segretamente i Contras tramite una vendita illegale di armi. Questa questione, tuttavia, fu sondata a fondo, dopo che Negroponte lasciò il suo incarico nel 1985.

Pprima della sua avventura in Honduras, Negroponte ebbe degli incarichi speciali durante l'amministrazione Nixon, ed ebbe a che far in particolar modo con il Vietnam. Durante la guerra, egli fu contrario ad ogni concessione ad Hanoi. Sul finire degli anni '80 e per tutti i '90, ha ricoperti numerosi incarichi diplomatici, tra cui quello di ambasciatore in Messico e nelle Filippine.

Quindi, nel 2001, gli Stati Uniti lo hanno nominato ambasciatore alle Nazioni Unite, incarico tenuto fino al 2004. Qui ebbe un ruolo chiave nel promuovere le bugie dell'amministrazione Bush, usate per giustificare l'invasione dell'Iraq. Durante i preparativi per l'invasione, gli Stati Uniti spiarono le altre nazioni in sede ONU, al fine di spingerle a votare a a favore dell'invasione.

Successivamente Negroponte ha abbandonato il posto di ambasciatore alle Nazioni Unite, diventando ambasciatore in Iraq nel 2004, dove supervisionò l'escalation di violenza contro la popolazione irachena, incluso il devastante assedio alla città di Falluja nel novembre 2004.

Nonostante il suo passato legame con lo scandalo Iran-Contra, Negroponte è sempre stato confermato con un generoso supporto sia dai Democratici che dai Repubblicani, in ogni ruolo che ha ricoperto.

Dal momento in cui è diventato direttore generale dell'intelligence nazionale, Negroponte ha aiutato a trasferire negli Stati Uniti le misure repressive ed anti-democratiche apprese in altre parti del mondo, soprattutto in America Latina.

Assieme ad altri membri dell'amministrazione, ha mentito al fine di nascondere alla popolazione statunitense la vasta operazione di attacco ai diritti democratici. Un articolo del Washington Post del 15 maggio riporta che Negroponte, l'8 maggio, aveva detto che gli Stati Uniti non stavano assolutamente monitorando le chiamate domestiche senza garanzie. Solo alcuni giorni prima della rivelazione dell'esistenza proprio di tali monitoraggi - nell'articolo di USA Today – sulla raccolta delle registrazioni telefoniche di milioni di Statunitensi da parte della NSA - Negroponte aveva dichiarato, "non lo chiamerei spionaggio domestico. Si tratta di terrorismo internazionale e di telefonate riguardanti persone sospettate di lavorare per il terrorismo internazionale qui negli Stati Uniti".

In un'intervista alla CNN al tempo della nomina alle Nazioni Unite, Negroponte aveva cercato di difendere alcuni aspetti della sua storia personale, in particolare per quel che riguarda l'aiuto alle dittature militari in America Latina: "alcuni di questi regimi, per un osservatore esterno, possono non essere stati così salvifici come gli Stati Uniti avrebbero voluto", "alcuni di essi sono diventati dittatori, altri hanno cercato di diventarlo, quando invece avresti voluto sostenere la democrazia in quell'area. ma con il trambusto che c'era in quegli anni, forse questo non era possibile".

Questa dichiarazione riflette l'atteggiamento di Negroponte non solo per quanto riguarda il passato, ma anche per quel che riguarda il presente ed il futuro.. la classe dominante statunitense si sta confrontando con un trambusto anche più grande all'interno degli Stati Uniti, con la crescita dell'opposizione all'amministrazione Bush. Le condizioni sociali per le masse stanno peggiorando e la disuguaglianza cresce. Al fine di assicurarsi l'egemonia mondiale, la classe dominante Usa sta progettando ulteriori invasioni in Iran, Cina, Russia e in tutte le altre zone che rappresentano una minaccia ai suoi interessi, anche se l'opposizione interna alla guerra in Iraq sta crescendo.

I problemi che Negroponte ha trovato in Honduras e in Nicaragua (e dopo in Iraq), ovvero l'opposizione popolare alle politiche delle banche e delle aziende statunitensi, non sono poi cosi differenti da quelli che stanno crescendo in casa. Per questo motivo le stesse forme dittatoriali di comando che il governo Usa ha promosso per decenni in altre zone del mondo saranno applicate in maniera crescente anche all'interno degli stessi Stati Uniti.

Joe Kay
Fonte: http://www.wsws.org
Link: http://www.wsws.org/articles/2006/may2006/negr-m17.shtml
17.05.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di NICOLA GERUNDINO