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Alla ricerca di una razionalità ambientale

di Guillermo Foladori - 21/11/2011


Durante i decenni '70 e '80 Leff era ampiamente conosciuto nei paesi di lingua
spagnola per la sua posizione teorica marxista. Nella discussione sulla questione
ambientale, riconoscersi marxista, in quegli anni, non era facile. La maggioranza degli
autori considerava il marxismo come produttivista, antropocentrico e disinteressato al
valore che la Natura in sé poteva avere. Certo è che nel 1962  Alfred Schmidt (scuola
di Francoforte) aveva pubblicato Il concetto di natura in Marx  (Bari, Laterza, 1973),
ma si trattava di un'opera filosofica senza relazione diretta con il moderno dibattito
ambientale. Forse il primo articolo a dare una risposta alla discussione sulla crisi
ambientale, da una prospettiva marxista, era stato quello di Hans Magnus
Enzensberger “Per la critica dell’ecologia politica” (pubblicato in Italia in “Palaver.
Considerazioni impolitiche”, Einaudi 1976). Ancora nel 1977 Howard Parsons
pubblicò Marx and Engels on ecology , un lungo articolo accompagnato da una
selezione di testi di Marx ed Engels. Durante gli anni '80, Irving Fetscher, della scuola
di Francoforte, pubblicò Überlebensbedingungen der Menschheit. Ist der Fortschritt
noch zu retten?  (Hardcover - 1991) [Condizioni di sopravvivenza dell'Umanità. E'
possibile salvare il progresso?], un libro importante, per quanto, purtroppo, poco
divulgato. E' in questo contesto che Leff pubblicò la raccolta della prima edizione di
Ecologia e Capitale (1986). Tutti questi autori si collocavano in una situazione di
chiara dissidenza rispetto alle correnti egemoni che trattavano la questione ambientale.
La situazione si aggravava ancora per il fatto che il mondo occidentale aveva conosciuto, durante gli anni ottanta, i gravi problemi ambientali che stavano
accadendo nei paesi socialisti. La questione ambientale si rivelava una piaga della
civiltà moderna e non esclusiva del sistema capitalista. I marxisti si trovarono tra due
fuochi. Da un lato già c'erano differenti proposte teoriche non marxiste per
comprendere e tentare di risolvere la crisi ambientale (ecologia profonda, economia
ecologica, economia ambientale, ecc.). Dall'altro il supposto appoggio di una realtà
differente (socialista) si stava disgregando.
Non è per caso che il marxismo “ecologico” aveva subito un cambiamento
nell'espressione di alcuni  suoi rappresentanti durante gli anni '80. In questo periodo
sorge l' ”eco-marxismo”, il cui miglior rappresentante è stata la rivista nord-americana
Capitalism, Nature and Socialism (primo numero nel 1988) diretta da James
O'Connor. Una versione analoga fu pubblicata in Italia, col nome: Capitalismo Natura
e Socialismo; la rivista spagnola Ecologia Politica così come la francese Ecologie
Politique avevano incluso alcuni lavori di questa prospettiva. Quale fu la novità
dell'eco-marxismo? Per quanto non sia facile caratterizzare una corrente formata da
diversi autori, con posizioni non sempre uguali, possiamo dire che l'eco-marxismo si
caratterizza per:
a) – una interpretazione del   materialismo storico come strumento poco efficace per
comprendere i problemi ambientali in quanto non include contraddizioni non classiste,
come quelle di razza, di genere, e in particolare ecologiche;
b) – il riconoscimento di limiti fisici naturali allo sviluppo umano;
c) – la lettura della teoria del valore di Marx come basata esclusivamente sul valore di
scambio e indifferente al valore intrinseco della natura vergine e ai residui della
produzione.
Il compito che l'eco-marxismo si proponeva era, precisamente, approfondire il
materialismo storico con una inclinazione ecologica. Per molti, mai fu chiaro quanto
l'eco-marxismo conservava del marxismo dal momento che questi tre elementi erano
condivisi praticamente da tutte le correnti ecologiste.  Non fu che nel 1999 che due
libri (Burkett e Foster) arrivarono a realizzare studi approfonditi sul pensiero di Marx
in relazione alla natura e a chiarire numerosi equivoci (3)
Leff si inserisce decisamente nella corrente eco-marxista con la sua seconda versione
di Ecologia e capitale, pubblicata nel 1994. Qui manifesta un cambiamento
importante rispetto al testo del 1986. Questo cambiamento risulta esplicito tra il
capitolo 3 (natura e società nel materialismo storico), ripubblicato dalla versione del
1986, e il capitolo 13 (l' eco-marxismo e la questione ambientale), nuovo nell'edizione
del 1994.Il primo si trova entro il paradigma “classico” del marxismo, il secondo è
chiara espressione dell'eco-marxismo critico. La citazione che segue riassume
quest'ultima posizione eco-marxista:” Le categorie teoriche del Marxismo
tradizionale (modi di produzione e formazione economico -sociale) risultano troppo
schematiche per comprendere la sovrapposizione delle sfere ideologica, politica ed
economica, così come l'articolazione dei processi ecologici, tecnologici, e culturali,
che costituiscono le basi e le condizioni di sostenibilità della produzione”.
Tuttavia la nuova versione portoghese (2000) mantiene poche cose di quella
discussione marxista. Sono stati ritirati quei capitoli e inclusi altri che trattano i temi
della cultura, della democrazia, e della partecipazione sociale. E, per quanto metà del libo (5 capitoli su 10) conservi la redazione del 1986, questa nuova edizione risulta
molto meno difficoltosa per il lettore. Una compilazione di articoli è sempre difficile
da passare in rassegna, dal momento che ognuno ha una logica e una tematica propria.
Nonostante questo possiamo dire che il libro ha un filo conduttore e una tematica
centrale: la ricerca di una razionalità ambientale. Di cosa si tratta? Leff parte dal
presupposto che le società moderne, tanto socialiste che capitaliste, sarebbero
produttiviste e antiecologiche. Si tratterebbe di società nelle quali la natura non è
considerata all'interno della razionalità economica, e pertanto insostenibili. La ricerca
della razionalità ambientale ha come obiettivo determinare quegli elementi che
possano costituire la base di una strategia produttiva alternativa dove la natura si
integri con la logica produttiva. Questa preoccupazione non è nuova in Leff, al
contrario, essendo una costante dalla prima edizione del 1986 a questa in portoghese
del 2000. Quello che cambia è l'enfasi , sempre maggiore, degli ultimi articoli, sugli
aspetti culturali e partecipativi.
La razionalità ambientale si caratterizzerebbe per l'unificazione di tre aspetti. Primo, e
in una prospettiva tecnica, la ricerca di una eco-tecnologia basata su ritmi e cicli
ecologici. L'esempio che meglio illustra questo, sarebbe secondo l'autore, la agroecologia (Altieri, 1999). Secondo, e secondo una prospettiva umanista, una
produzione destinata alla soddisfazione di bisogni primari, e che sarebbe contraria alle
logiche del mercato. Per ultimo, ed è questo l'aspetto più importante che risalta nella
posizione di Leff, una razionalità sociale differente da quella mercantile-produttivista.
Questa nuova razionalità dovrebbe basarsi su una riappropriazione sociale della natura
a partire da forme di democrazia diretta (non la tradizionale democrazia partecipativa).
A sua volta questa gestione diretta delle risorse naturali sarebbe basata su pratiche
tradizionali risultanti da cosmovisioni e culture  che abbiano un comportamento più
armonico (sostenibile) con la natura.
Se qualche cosa unifica questi aspetti, è il localismo , la preoccupazione che
l'economia si regoli secondo le necessità , le possibilità e la partecipazione locale. Per
quanto questa idea non venga sufficientemente svolta nel libro, la considero
abbastanza vicina alla proposta sintetizzata nella parola inglese localization . Io mi
chiedo se il quadro teorico presentato nel libro di Colin Hines (2000) Localization, A
global manifesto non sarebbe compatibile con le idee di Leff. In questo libro, Colins
spiega l'alternativa localista di sviluppo.  La direzione sarebbe data dall'idea centrale
per cui le comunità, le regioni, le nazioni – in quest'ordine – dovrebbero cercare di
recuperare il controllo sull'economia. La priorità sarebbe l'autosufficienza. Tutto ciò
che può essere prodotto localmente deve esserlo. Quando non ci fossero condizioni
locali l'ambito regionale avrebbe la priorità poi il nazionale, e in ultima istanza
l'internazionale.
Il grande assente del libro di Leff è il mercato. Per quanto l'autore sia esplicito nella
critica della logica del mercato come causa principale della insostenibiltà, non è chiaro
come la nuova razionalità ambientale si relaziona col mercato.
Leff non è un sostenitore della ecologia radicale, né sta pensando ad un rivolgimento della storia. Allora, come la partecipazione sociale, il riscatto delle culture
tradizionali, la eco-ecologia si svilupperà in un mondo in cui il mercato regola la
produzione? Leff ritiene che questa nuova razionalità ambientale va oltre l'alternativa
degli economisti ambientali (neoclassici) per i quali i problemi ambientali si risolvono
concedendo un prezzo alla natura. E' critico, inoltre, dell'ecologismo, nel senso di
guidare l'economia secondo i principi dell'ecologia. Egli parla di socializzazione della
Natura e della gestione comunitaria delle risorse, basata su principi di diversità
ecologica e culturale. Così scrive:
“.........la democrazia e l'equità si ridefiniscono nel campo della sostenibilità in termini
di diritto di proprietà e di accesso alle risorse, oppure delle condizioni culturali e
politiche di riappropriazione dell'ambiente”
Socializzazione della natura, riappropriazione dell'ambiente, portano a pensare ad un
ordine nel quale la proprietà privata e il mercato siano marginali o, per lo meno,
governate da altre leggi sociali..
Come tutto ciò può diventare una alternativa alla globalizzazione, all'economia
corporativa mondiale, alla logica del mercato? Sono tutte domande di difficile
risposta. E quello che risulta ancora più preoccupante è pensare che in queste nuove
forme di organizzazione partecipativa, democratiche, auto-gestionarie, non nasceranno
contraddizioni e differenziazioni interne derivate dalle logiche del mercato. L'autore è
cosciente di queste difficoltà. A pagina 239, egli fa quattro domande che sintetizzano
tale preoccupazione:
a: quali sono i margini di accordo e le possibilità di riconversione del sistema
economico internazionale.............
b: il sistema capitalista può espandersi senza provocare un processo di crescita
economica che superi le condizioni di equilibrio e  stabilità degli ecosistemi.............
c: è possibile ricostruire un ordine economico mondiale che si separi dalla logica del
mercato....
d: che strategie sono possibili per render flessibili i meccanismi economici del
mercato e transitare ad una razionalità ambientale............
Queste domande del capitolo 6, sono state pubblicate in un articolo del 1990. Nel
capitolo 9, probabilmente il più recente (1996) della raccolta di questo libro, l'autore
ritiene di aver trovato gli agenti sociali e gli esempi empirici che sarebbero alla base di
questa nuova razionalità ambientale. Egli scrive:
“ Le nuove lotte sociali nelle campagne – che possono essere definite come
ambientaliste, nel senso che articolano domande tradizionali con un processo
emergente di legittimazione dei loro diritti all'autogestione delle risorse produttive e
alla trasformazione del sistema politico e economico dominante (la lotta per la
transizione verso una democrazia della produzione) – si allontanano dal
conservatorismo ecologista e dai progetti individuali di automarginalizzazione dall'ordine sociale dominante (le comuni agricole). Neppure si inseriscono nei
“comportamenti sociali devianti” per il semplice ripudio del modo di produzione, per
la loro rottura con l'ordine politico o la loro esclusione culturale, senza discutere e
senza entrare in conflitto con l'ordine stabilito.
Al contrario, i nuovi movimenti sociali del mondo rurale sfidano l'egemonia delle
forze politiche ed economiche , dei processi di decisione e governabilità. In questo
senso, sono lotte per la produzione e per la Democrazia, che portano in sé i germi di
una nova razionalità sociale produttiva.
Nonostante che  questi movimenti restino fuori dagli schemi del cambiamento del
sistema politico, della trasformazione del modo di produzione e delle lotte
rivendicative di classe (nel senso marxista tradizionale), stabiliscono nuove
solidarietà, alleanze ed effetti simbolici, che stanno aprendo vie per la costruzione di
una nuova razionalità produttiva, attraverso un progetto di Democrazia Diretta.
Leff ricerca nello spazio del municipio e della comunità la partecipazione
democratica e diretta per la gestione delle risorse ambientali. Resta ancora da sapere
come ci si riapproprierà, attraverso la via della democrazia diretta, del 70% della
produzione mondiale nelle mani di 300 corporazioni multinazionali.
BIBLIOGRAFIA
ALTIERI, M. A. Agroecología. Bases científicas para una agricultura sustentable.
Nordan Comunidad, Montevideo, 1999.
BURKETT, P. Marx and Nature. A Red and Green Perspective. St. Martin's Press.
New York, 1999.
ENZENSBERGER, H.M. "A critique of Political Ecology". New Left Review No.
84, 1974.
FETSCHER, I. Condiciones de supervivencia de la humanidad. ¿Es posible salvar
el progreso? Editorial Alfa. Barcelona, 1988.
FOLADORI, G. "O metabolismo com a natureza". Critica Marxista. No. 12.
Boitempo. São Paulo, 2001.
FOSTER, J. B. Marx's Ecology. Materialism and Nature. Montlhy Review Press.
New York, 1999.
HINES, C. Localization. A global manifesto. Earthscan. London, 2000.
LEFF, E. Ecología y Capital. UNAM. México D.F., 1986.
LEFF, E. Ecología y Capital. Racionalidad ambiental, democracia participativa y
desarrollo sustentable. Siglo XXI-UNAM. México D.F., 1994.
PARSONS, H. Marx and Engels on Ecology. Greenwood Press. London, 1977.
SCHMIDT, A. El concepto de naturaleza en Marx. Siglo XXI. México D.F., 1976.
Note:
1 – Ambiente e Società è una pubblicazione semestrale della ANPPAS –
Associazione Nazionale di Specializzazione e Ricerca sull'Ambiente e la Società, che
lavora nell'area della conoscenza prodotta dalla interazione tra le questioni dell'Ambiente e le Scienze Sociali, con principi interdisciplinari.
2 – E' giusto congratularsi con l'editrice per la raccolta. Oltre Leff, ha pubblicato libri
di Merico, Martinez-Alier, Petras, Chomsky e Dietich.
3 – Il lettore può consultare rassegne di questi libri nel web, nel sito
www.unilivre.org.br/centro/f_resenhas.htm . Ed anche l'articolo  Il metabolismo
della Natura, sulla stessa linea di pensiero (Foladori 2001).

 


[traduzione dal portoghese di Tiberio Collina per l’Associazione Eco-Filosofica]
 Recensione di Guillermo Foladori al testo di Enrique Leff intitolato Ecologia,
capitale e cultura: razionalità ambientale, democrazia partecipativa e sviluppo
sostenibile. Ed. Furb, Blumenau, 2000
Guillermo Foladori: Visiting Professor nel corso di dottorato in Ambiente e sviluppo
della UFPR (Università Federale del Parana')
E-mail: fola@cce.ufpr.br
Titolo originale: Guillermo Foladori (Professor Visitante no Doutorado em Meio
Ambiente e Desenvolvimento da UFPR. E-mail: fola@cce.ufpr.br)  
Na busca de uma racionalidade ambiental - da Ambiente & sociedade no.6-
7 Campinas Jan./June 2000 )(1)
Enrique Leff è uno dei principali intellettuali latino-americani nell'ambito della
problematica ambientale. E' coordinatore della Rete per la Formazione Ambientale
dell'America Latina, del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP
www.unep.org/ ) e, anche, professore nell'Università Autonoma del Messico (UNAM
www.unam.mx/ ).
Il libro che ed. FURB termina di pubblicare (il numero 5 della collana “Società e
Ambiente)(2) è una traduzione della versione in spagnolo  pubblicata originariamente
nel 1986 (UNAM) e poi rieditata nel 1994 (Secolo XXI) in Messico. Vale la pena che
ci si soffermi su queste differenti versioni, che sono indicative dell'evoluzione del
pensiero dell'autore.