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Democrazia rappresentativa

di Cristoforo Barberi - 10/11/2013

                   

 

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La Democrazia rappresentativa che ci è stata imposta, con la sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale, è universalmente riconosciuta se non come la migliore forma di governo quantomeno la più accettabile.

Si ispira ai principi liberali e socialisti di origine illuministica, quindi quelli della Rivoluzione Francese e della Guerra Anglo-Americana: è perciò laicista e universalista.

Si rifà, oltre che ai princìpi di libertà, uguaglianza,fraternità”, a quelli cristiano-sociali ed ai Diritti Umani. Teorizza la separazione dei poteri, il libero mercato, e prevede solo cariche elettive.

Tutto questo vale per tutte le democrazie moderne occidentali, ma la nostra Costituzione, che tali princìpi ricalca, integrati dai contributi dei Comunisti dallora, viene definita, da alcuni, la migliore del Mondo.

Tuttavia la Democrazia assume tante forme; ad esempio quella nostra, sopra descritta, non ha nulla a che fare con quella Greca Classica tanto spesso evocata. Seppure assembleare e dialettica, considerava la Nazione un insieme di Città-Stato. Gli stranieri erano definiti Barbari e privati di ogni diritto, conservava quindi un carattere razziale. Non esisteva la separazione dei poteri. Per evitare brogli e soprusi a volte veniva preso in considerazione laffidamento di cariche pubbliche anche per sorteggio.

Come è ancora più lontana dalla nostra Democrazia, e dalla nostra mentalità, quella della Tradizione Nordica, elettiva per la ricerca del Capo che restava solo il primo tra eguali, aveva un indiscusso ed indiscutibile mandato a termine con la designazione di un dato scopo. Conservava caratteri tribali e terminato il mandato chi deteneva cariche si ritirava nel privato. Di questo tipo di Democrazia restavano tracce, anche recenti, nella Democrazia Americana.

Tuttavia sappiamo che la nostra Democrazia per essere sana e vitale presuppone: leguaglianza dei cittadini, compreso il Primo, nei diritti, nei doveri e nella sottomissione alle Leggi; la disciplina dei sottoposti; linterruzione dei rapporti, a carattere personale, tra chi riveste Cariche ed i sottoposti stessi.

Presuppone inoltre la temporaneità delle Cariche, per favorire il ricambio della Classe Dirigente; deve combattere i Monopoli, gli Oligopoli, le Conventicole e porre le Parti al servizio della Collettività.

Se, al riscontro dei fatti, una Democrazia come la nostra presenta privilegi fuori legge della Classe Dirigente, o un eccesso di garantismo e tolleranza al punto che la libertà viene intesa dai più come licenza, cova già i germi dellAnarchia; se presenta clientelismo e non consenso, ai fini di un attaccamento al potere della Classe Dirigente fine a sé stesso o per i privilegi che comporta, favorisce la formazione di Oligarchie ereditarie o per cooptazione arbitraria.

Inoltre se compromessa con il Mondo Economico o infiltrata dai Potentati Sociali, cova i germi della corruzione e tende a trarre vantaggi per le parti a scapito della Collettività.