La guerra della NATO contro la Siria s’incarognisce
di Tony Cartalucci - 13/12/2013
L’occidente annaspa nel coprire la propaganda sulla Siria che un vincitore del Premio Pulitzer e l’Esercito elettronico siriano svelano.
Il giornalista vincitore del premio Pulitzer Seymour Hersh, che aveva avvertito già nel 2007 dei piani USraelo-sauditi per utilizzare al-Qaida quale ascaro per rovesciare il governo siriano, ha pubblicato un altro articolo dal titolo “Quale Sarin?“, in cui Hersh dice: “Barack Obama non ha detto tutto, questo autunno, quando ha cercato di fare sì che Bashar al-Assad venisse indicato quale responsabile dell’attacco di armi chimiche presso Damasco il 21 agosto. In alcuni casi, ha omesso importanti dati d’intelligence, mentre in altri ha presentato delle ipotesi come fatti. Più importante, non è riuscito a riconoscere ciò che era noto alla comunità d’intelligence degli Stati Uniti: l’esercito siriano non è l’unica parte nella guerra civile ad avere accesso al Sarin, l’agente nervino che secondo uno studio delle Nazioni Unite è stato utilizzato, ma senza valutarne la responsabilità nell’attacco missilistico. Nei mesi prima dell’attacco, le agenzie d’intelligence statunitensi produssero una serie di rapporti altamente classificati, culminando in un formale Ordine di Operazioni, un documento per la pianificazione di un’invasione terrestre, citando la prova che il Fronte al-Nusra, un gruppo jihadista affiliato ad al-Qaida, aveva appreso i metodi per produrre il Sarin in grandi quantità. Quando si verificò l’attacco di al-Nusra, se ne sarebbe dovuto sospettare, ma l’amministrazione scelse le informazioni che giustificassero l’attacco contro Assad.”
Il lungo articolo va avanti nei dettagli, nel modo in cui i leader occidentali manipolano intenzionalmente o addirittura fabbricano l’intelligence per giustificare l’intervento militare in Siria, stranamente simile alle bugie raccontate per giustificare l’invasione e l’occupazione dell’Iraq e l’escalation della guerra in Vietnam dal Golfo del Tonchino. Il rapporto rivela anche che al-Nusra, filiazione siriana di al-Qaida, è ritenuta dai servizi segreti statunitensi possedere da tempo armi chimiche. Questi sono gli stessi terroristi su cui Hersh aveva avvertito nel suo articolo del 2007 dal titolo “The Redirection: la nuova politica dell’amministrazione aiuterà i nostri nemici della guerra al terrorismo?“, che profeticamente dichiarava: “Per minare l’Iran sciita, l’amministrazione Bush ha deciso, in effetti, di riconfigurare le sue priorità in Medio Oriente. In Libano, l’amministrazione ha collaborato con il governo dell’Arabia Saudita, sunnita, in operazioni clandestine volte ad indebolire Hezbollah, l’organizzazione sciita sostenuta dall’Iran. Gli Stati Uniti hanno inoltre preso parte ad operazioni clandestine contro l’Iran e il suo alleato Siria. Un sottoprodotto di queste attività è stato il rafforzamento dell’azione dei gruppi estremisti sunniti che sposano una visione militante dell’Islam e sono ostili agli USA e solidali con al-Qaida“. Hersh mise in guardia l’opinione pubblica sul complotto occidentale che utilizza terroristi per rovesciare il governo sovrano della Siria (che si è svolto esattamente come ha predetto anni fa), così come il loro impiego di armi chimiche. Inoltre svelava il modo sistematico con cui l’occidente ha mentito sull’attacco chimico del 21 agosto 2013 a Damasco. Hersh ha riassunto nel suo ultimo articolo, ponendo una domanda fondamentale a coloro che ancora insistono nel dire che il governo siriano sia dietro l’attacco, e a cui non sono riusciti a rispondere: “La distorsione dei fatti sull’attacco del Sarin dell’amministrazione solleva una questione ineludibile: cosa sappiamo della volontà di Obama di allontanarsi dalla sua minaccia della ‘linea rossa’ per bombardare la Siria? Aveva affermato di avere prove ferree, ma improvvisamente decise di portare la questione al Congresso, e poi di accettare l’offerta di Assad di cedere le armi chimiche. Sembra possibile che a un certo punto abbia avuto davanti informazioni contraddittorie, con prove abbastanza forti da convincerlo a cancellare il suo piano di attacco ed accettare le critiche dei repubblicani.”
L’occidente ha abbandonato i suoi piani d’intervento militare in Siria, perché il mondo ha respinto la sua storia, e nonostante le assicurazioni dell’occidente di avere dati d’intelligence precisi, dopo molti mesi il coperchio è ancora ben chiuso. E’ chiaro che l’occidente voleva l’intervento militare nel peggiore dei modi, e non aveva alcuna vera intelligence che collegasse gli attacchi al governo siriano, che sicuramente avrebbe rivelato. Come sottolinea Hersh, non hanno mai avuto tali prove per iniziarla, dipendendo interamente dalla loro capacità di spacciare un altro mucchio di bugie.
Gli “esperti” da poltrona alla riscossa
Ma anche con la capitolazione dell’occidente in Siria, e nei mesi che passano senza un briciolo di prove credibili prodotte, i media occidentali continuano a perpetuare la narrazione originale. Tra questi ci sono ovviamente think-tank e facciate propagandistiche finanziati da corporazioni-finanziarie come la Brookings Institution, la rivista Foreign Policy, la Fondazione per la Difesa delle Democrazie (FDD) e giornali di regime come il Guardian. In tutto questo primeggia l’autoproclamatosi esperto di armi Eliot Higgins, una facciata propagandistica 2.0 dell’occidente. L’inglese Higgins ha perso il lavoro e passa le sue giornate a scriminare sui social media “prove”, per farne poi analisi e relazioni. I media occidentali, con i suoi propagandisti espulsi dalla Siria e molte sue “fonti” siriane smascherate nei miserabili tentativi di fabbricare e manipolare prove, ha subito adottato Higgins elevando il blogger da poltrona in “esperto analista.” Da allora, Higgins ha aderito al già screditato “Osservatorio siriano per i diritti umani”, un altro inglese su cui girano le favole siriane dell’occidente. Brian Whitaker del Guardian, sospettosamente vicino ad Higgins e al suo lavoro, ha recentemente pubblicato una sorprendente condanna del venerato giornalista vincitore del premio Pulitizer Seymour Hersh. In un pezzo dal titolo “Indagare sulle armi chimiche in Siria: il confronto Seymour Hersh – Moses Brown“, dove con “Moses Brown” si riferisce ad Eliot Higgins, Whitaker sostiene: “Nell’angolo blu, Seymour Hersh, uno dei giornalisti investigativi più famosi e ben pagati d’America. Nell’angolo rosso, Eliot Higgins, che si trova a casa in una città della provincia inglese a setacciare internet, tweet e blog sulle sue scoperte sotto lo pseudonimo di Moses Brown. Domenica, in un articolo di 5000 parole per la London Review of Books, Hersh ha suggerito che ribelli siriani, piuttosto che il regime, sarebbero responsabili degli attacchi chimici presso Damasco il 21 agosto. Lunedì, Higgins ha risposto sul sito di Foreign Policy demolendo il nucleo del ragionamento di Hersh in soli 1700 parole. Mentre cerca di riaccendere il dibattito sul “chi è stato” delle armi chimiche, l’articolo di Hersh ha involontariamente rivelato molto sulla natura mutevole del giornalismo investigativo. Hersh è della vecchia scuola. Opera in un mondo di contatti porta-a-porta, spesso fonti anonime ben piazzate, passaggio di frammenti di informazioni attorno cui costruisce un articolo che sfida la saggezza comune. Lo stile del giornalismo di Hersh ha certamente un posto, ma nell’era di internet è sminuito, come il lavoro sul web di Higgins ed altri dimostra continuamente”.
Whitaker tenta disperatamente di mantenere in carreggiata la nuova macchina propagandistica 2.0 del regime, manipolare i social media, proprio nel modo in cui Hersh descrive venga manipolata l’intelligence pur di avere un qualsiasi risultato necessario a sostenere la narrazione prestabilita. Ciò che non affronta è il fatto che il lavoro di Higgins dipende quasi interamente dai video pubblicati on-line da persone ignote e di cui può travisarne la natura, cosa fanno e per quali motivazioni, tale è la natura dell’anonimato sul web e perché solo queste prove sono inutili al di fuori del contesto geopolitico. Sia Whitaker che Higgins, che sostengono che il governo siriano sia responsabile degli attacchi, non riescono ad affrontare un’altra realtà lampante. Un attacco sotto falsa bandiera è volta apparire come opera del nemico. In altre parole, i terroristi in Siria utilizzano attrezzature, uniformi, armi e tattiche con cui accusare del crimine il governo siriano. Higgins ha dimostrato, finora, solo dettagli superficiali di un’operazione, convincendo proprio che si tratta di un attacco sotto falsa bandiera.
Le dichiarazioni secondo cui i terroristi non possono produrre o gestire correttamente le armi chimiche, sono false
Whitaker saluta il pezzo di Higgins su Foregin Policy dal titolo arrogante ‘L’errore chimico di Hersh’, ma in realtà, tutto ciò che fa Higgins è sottolineare aspetti specifici dell’attacco, alcuni dei quali confermati, altri impliciti, secondo cui potrebbe essere stata opera del governo o dei terroristi. La questione cui Higgins non riesce a rispondere è la motivazione del governo per effettuare tali attacchi a pochi chilometri di distanza da una base delle Nazioni Unite, mentre le forze governative già vincono decisamente la guerra con armi convenzionali? L’unico possibile scenario che porterebbe il governo siriano a perdere questo conflitto, sarebbe l’intervento militare straniero, e il modo migliore per arrivarci sarebbe utilizzando armi chimiche. Verso la fine del brano di Higgin, anche lui, come i suoi amici del Guardian, tenta di sostenere che al-Nusra, contrariamente all’articolo di Hersh, molto probabilmente non può produrre Sarin. Afferma: “Ho chiesto allo specialista di armi chimiche Dan Kaszeta la sua opinione. Ha paragonato la possibilità di Jabhat al-Nusra di usare armi chimiche ad un altro attacco terroristico con Sarin: la gassificazione nel 1996 della metropolitana di Tokyo a opera della setta Aum Shinrikyo. L’esperienza giapponese del 1994-1996 ci dice che anche un grande e sofisticato sforzo da milioni di dollari, una grande struttura dedicata e molto lavoro, si produce qualche litro di Sarin, non tonnellate“, ha detto Kaszeta. “Anche se l’attacco del 21 agosto fosse stato limitato agli otto razzi Vulcano di cui si parla, abbiamo uno sforzo industriale di due ordini di grandezza più grande di quello di Aum Shinrikyo. Si tratta di un impegno non banale e molto costoso, e dubito fortemente se qualcuno dei possibili attori non statali coinvolti abbia una fabbrica per produrlo. Dove si trova questa fabbrica? Dove si trovano i rifiuti? Dove sono le decine di persone qualificate, non un membro di al-Qaida, necessari a produrre questa quantità di materiale.”
Naturalmente, definire al-Nusra attore non statale non è del tutto vero. Al-Nusra e altre reti estremiste in Siria ricevono sostegno da Stati Uniti, Arabia Saudita e Israele, almeno dal 2007. Dal 2011, il Qatar e la Turchia hanno avuto un ruolo immenso nel sostenere al-Nusra, con il membro della NATO, la Turchia, che gli fornisce rifugio e anche supporto logistico. Higgins e il suo “esperto” si chiedono dove siano fabbriche, rifiuti e personale qualificato, la risposta più probabile è da qualche parte in una delle tante nazioni che supportano al-Nusra. Certamente hanno la capacità di produrre e trasportare gas in Siria, o viceversa, fornendo ad al-Nusra mezzi e personale per produrlo in Siria. Higgins e il suo mancato “esperto” presentano al-Nusra come dei cavernicoli ingenui con quattro soldi, quando anche il dipartimento di Stato degli USA ha ammesso che nel 2012 l’organizzazione terroristica operava a livello nazionale, effettuando centinaia di attentati in tutto il Paese. Nel tentativo di coprire la crescente influenza della filo-occidentale al-Qaida in Siria, molti racconti su “donazioni via twitter” furono diffusi per spiegare come al-Nusra si espandesse più velocemente dei cosiddetti moderati che ricevevano miliardi di dollari in attrezzature, addestramento, veicoli e armi dall’occidente e dai suoi alleati regionali. In realtà, quel torrente di denaro e armi finiva intenzionalmente nelle mani di al-Nusra e di altri gruppi estremisti.
Chiaramente, se qualcuno in Siria, oltre al governo, produce e distribuisce armi chimiche, sarebbe al-Nusra. Higgins, Whitaker e altri giornalisti propagano la storia ufficiale dell’occidente, secondo cui non solo è sicuro che il governo l’abbia fatto, perché le “prove” lo suggeriscono e perché i militanti non possiedono armi chimiche, ma anche perché i militanti che lottano contro il governo non possiedono l’addestramento per effettuare tali attacchi. Higgins ha fatto un lavoro magistrale dimostrando che tutti i militanti avrebbero bisogno di un camion e di un tubo metallico per lanciare le munizioni implicate negli attacchi. Riguardo l’addestramento nella gestione delle armi chimiche, la CNN ha rivelato che gli Stati Uniti da tempo se ne occupano. L’articolo della CNN del dicembre 2012, dal titolo “Fonti: gli USA supportano l’addestramento dei ribelli siriani nella protezione delle armi chimiche“, dichiarava che: “Stati Uniti e alcuni alleati europei impiegano contractor della difesa per addestrare i ribelli siriani su come assicurarsi le armi chimiche in Siria, hanno detto alla CNN un alto funzionario statunitense e diversi alti diplomatici. L’addestramento, che si svolge in Giordania e in Turchia, comporta il controllo e la sicurezza dei depositi e la gestione dei siti e dei materiali bellici, secondo le fonti. Alcuni dei contractors sono in Siria per cooperare con i ribelli nel monitorare alcuni dei siti, secondo uno dei funzionari”.
L’Esercito elettronico siriano svela le e-mail fasulle dei depravati media occidentali
Anche se forse Higgins e compagnia si sono persi l’articolo della CNN, ora è noto che almeno Higgins e molti altri giornalisti sapessero che contactors statunitensi sono presenti sul campo in Siria, che i militanti avevano accesso alle armi chimiche e, soprattutto, ne pianificavano l’utilizzo in un attacco sotto falsa bandiera nei mesi precedenti l’attacco del 21 agosto a Damasco. L’Esercito elettronico siriano (SEA) ha pubblicato le e-mail di questa settimana tra il contractor statunitense Matthew Van Dyke e membri dei media occidentali, tra cui Higgins. Le e-mail indicano che i militanti avevano armi chimiche e ne progettavano l’utilizzo in un attacco per incastrare il governo siriano, per istigare un maggiore intervento straniero. L’e-mail del SEA sono state confermate da Higgins stesso in una serie di tweet autoincriminanti dove, punto per punto, tenta di spiegare tali schiaccianti rivelazioni.
È vero, ma… lo spacciatore Eliot Higgins, alias Moses Brown, potrebbe presto andare in pensione anticipata da propagandista di regime, non grazie a certe ONG occidentali che si occupano di trasparenza, ma all’Esercito elettronico siriano, elencato dall’FBI quale “terrorista”.
Le e-mail rivelano corrispondenze multiple sulle armi chimiche finite nelle mani dei terroristi volti ad utilizzarle in un’operazione sotto falsa bandiera. I mecenati di Higgins e Van Dyke si trovano in Virginia, “presso DC” (Langley è in Virginia) e offerte di lavoro per Higgins da ONG e da un azienda della difesa per l’”intelligence open source”, la nuova parola d’ordine usata da Higgins e Whitaker riguardo la nuova forma di propaganda cui entrambi partecipano.
Essere un propagandista è lucroso
Le e-mail mostrano la prescienza di armi chimiche nelle mani dei terroristi con cui ne pianificavano un’operazione sotto falsa bandiera. Higgins e altri ebbero questa informazione ed ora hanno anche l’articolo di Seymour Hersh, ma ancora avanzano l’argomento che i militanti non avevano né la capacità né i mezzi per effettuare gli attacchi. In realtà, sembra che i media occidentali e subalterni come Higgins, operino nel loro modo particolare per screditare che una nozione sia anche solo presa in considerazione. In altre parole, una concertata cover-up. Le e-mail di cui sopra, e altre in cache di grandi dimensioni, rivelano anche la possibile motivazione per queste menzogne. I cosiddetti giornalisti e ricercatori che spacciano la favola occidentale, sembrano godere di una vasta serie di offerte lucrose, così come di finanziamenti, per continuare il lavoro in cui sono già coinvolti. Ciò naturalmente, solo nel caso in cui i loro racconti coincidano con quelle di istituzioni, aziende e singoli individui finanziatori. Poiché Higgins doveva parlare anche della possibilità di un attacco sotto falsa bandiera, quando tutto ciò l’avrebbe allontanato dal regime di cui così avidamente vuole essere parte? Il suo recente articolo su Foreign Policy e la sua promozione incessante del Guardian, sono favori che richiedono reciprocità, indicando una linea che spaccia le storie di Higgins e di altri notoriamente ingannevoli.
Higgins, Guardian e Foeign Policy sono pronti a screditare il giornalista Seymour Hersh per proteggere i loro interessi, illuminando così la profondità della depravazione in cui operano questi “nuovi” media che Whitaker celebra. Peggio per l’occidente, se la trasparenza e la responsabilità che sostengono di difendere non venissero controllate dal SEA, “un’organizzazione terroristica” secondo l’FBI, saremmo portati a credere a truffatori come Whitaker, Higgins e Van Dyke secondo cui il governo siriano e i loro sostenitori sono i cattivi, ma nelle loro parole e azioni vediamo la verità.
Nota:
La serie intera di e-mail svelate dal SEA che indicano Van Dyke e giornalisti associati, quali individui assolutamente depravati, ingannevoli e senza scrupoli, guidati da avidità e narcisismo incontenibili. Le e-mail rivelano anche “i carichi di aiuti” usati per portare armi e combattenti stranieri, che i siriani sono quasi tutti con il governo e che la cosiddetta rivoluzione è “falsa”. Van Dyke viene accusato di aver cospirato per uccidere un uomo e tutta la sua famiglia per una banale disputa personale, e molto, molto di più. I lettori sono invitati a spulciarne gli archivi e di seguire il SEA su Twitter@Official_SEA16.