La Siria non ha intenzione di sacrificare la propria indipendenza al diktat e al terrorismo esteri
di Boutros Hussein e Lee Jay Walker - 21/01/2014
Vale la pena ricordare che questa settimana è una normale settimana di devastazioni caotiche scatenate dalle potenze del Golfo e occidentali. Turchia e Pakistan sono ugualmente responsabili. Pertanto, le stesse forze destabilizzanti non hanno alcun motivo di parlare di pace, giustizia, libertà, prosperità e così via. Al contrario, le stesse nazioni continuano a volere morte e distruzione nel caos da esse collettivamente promosso. Prima dell’ingerenza estera, la Siria del Presidente Bashar al-Assad era una nazione in cui diverse fedi religiose coesistevano e dove le donne avevano una libertà ineguagliata nella feudale e barbara Arabia Saudita. Infatti, tutte le principali potenze del Golfo e occidentali prima di destabilizzare la Siria avevano crescenti rapporti con questa nazione, lo stesso vale per la Turchia. Tuttavia, la mania di potenza delle nazioni che rovesciarono Gheddafi in Libia, era così estremamente potente da bramare il sangue in Siria. Infatti, fin dal primo giorno, i cosiddetti “manifestanti pacifici” linciarono persone considerate leali al governo della Siria e attaccarono le forze armate nell’ambito del caos pianificato. Tali nazioni da subito iniziarono a finanziare settarismo, terrorismo e sedizione contro la Siria laica. Tale realtà fece sì che tutte le minoranze religiose divenissero bersaglio di forze brutali e che i sunniti filogovernativi venissero massacrati dalle forze settarie e terroristiche dell’opposizione.
Nonostante tutto, le forze armate della Siria rimangono salde nella loro determinazione a difendere la sovranità e l’indipendenza della Patria. Ciò è chiaramente testimoniato dal loro sacrificio per tutti i siriani che sostengono l’indipendenza e la libertà, a prescindere dalla fede. Dopo tutto, le forze armate della Siria rappresentano l’intero mosaico della società, e chiaramente la nazione della Siria è il rifugio di coloro che fuggono dalla guerra e dal caos regionale. Pertanto, persone di tutte le fedi da Iraq, Libano e Palestina si rifugiarono nella secolare Siria per sfuggire agli intrighi di nazioni estere. Al governo siriano non è mai importato che queste persone fossero sunniti, cristiani, sciiti e così via. A differenza di Kosovo, Iraq e Libia, è del tutto evidente che la Federazione Russa abbia deluso le nazioni straniere che diffondono caos e destabilizzazione. Pertanto, il governo della Siria non è mai rimasto isolato, perché altre importanti potenze si rifiutarono di cedere all’enorme disinformazione mediatica contro la Siria. Tuttavia, gli stessi intriganti del Golfo e occidentali sono ancora ciechi davanti la realtà, continuando a spacciare irrazionalità e disinformazione.
Essendo i colloqui di pace previsti in Svizzera, le grandi potenze occidentali lodano il Syrian National Coalition (SNC) per aver accettato di parteciparvi. Eppure, la maggior parte di questi 120 gruppi e individui non è d’accordo. Ancora più importante, sul terreno le varie forze terroristiche e settarie si massacrano a vicenda e chiaramente il SNC non può fare nulla per fermarle. Naturalmente, le stesse forze barbare sono sponsorizzate da potenze che massacrano curdi, perseguitano i cristiani, decapitano alawiti, uccidono sciiti e sunniti filo-governativi. In altre parole, il diktat estero è una farsa di enormi proporzioni perché non c’è unità nel SNC e tale movimento di ascari non controlla la pletora di forze terroristiche e settarie in Siria. Ciò significa che solo il governo siriano può avere dei colloqui veri, perché il tradimento dei lacchè stranieri non ha alcuna sostanza. Naturalmente il governo siriano comprende appieno come sia necessario trovare una soluzione politica, ma ciò può accadere solo all’interno. Le nazioni estere dalle influenze negative e i loro fantocci non hanno alcun diritto di decidere il destino della Siria. Dopo tutto, le forze armate di questo Paese continuano a sacrificarsi affinché il mosaico della Siria sopravviva accanto al ricco patrimonio di questa nazione. Le forze di opposizione taqfiriste, invece, vogliono schiacciare tutte le minoranze religiose, distruggere gli importanti santuari religiosi e la cultura indigena, proprio come i barbari taliban in Afghanistan, e schiacciare i sunniti in modo che l’Islam salafita si diffonda in tutta la Siria. In cima a ciò, i taqfiri vogliono annullare le donne e tornare indietro.
Anche prima che i colloqui inizino, il Regno Unito continua con il suo auto-allucinato mantra settario, proprio come gli USA e la Francia. Il Regno Unito, non accontentandosi di aver contribuito a scatenare le forze che scacciarono i cristiani da Timor Est, Kosovo e Iraq, adesso punta sulla Siria. William Hague, ministro degli Esteri inglese dice: “Come ho detto molte volte, qualsiasi soluzione reciprocamente concordata significa che Assad non dovrà svolgere alcun ruolo nel futuro della Siria“. In altre parole, il Regno Unito continua a sostenere un diktat e a schierarsi con le forze settarie e terroristiche. Naturalmente, Hague non riusciva nemmeno a convincere il governo inglese ad accettare l’intervento militare, ma ciò non gli impedisce di spacciare altri diktat verso la Siria. Indipendentemente dal risultato finale che ponga fine al conflitto, iniziato dall’ingerenza negli affari interni della Siria di nazioni estere, è del tutto evidente che solo i siriani possono decidere il futuro del loro Stato nazionale. Dopo tutto, il governo della Siria s’è rifiutato di vendere l’anima ai petrodollari del Golfo e di fuggire nelle ricche nazioni straniere, a differenza dei capi del cosiddetto SNC.
John Kerry, il segretario di Stato degli USA, dice a proposito del voto del SNC che: “Questo è un voto coraggioso nell’interesse di tutto il popolo siriano, che ha sofferto così terribilmente sotto la brutalità del regime di Assad e per la continua guerra civile.” Naturalmente, ciò è ridicolo perché la cosiddetta guerra civile è dovuta a nazioni estere che supportano una pletora di settari, terroristi e sodali di al-Qaida che utilizzano le ratlines della NATO in Turchia, Libano, Giordania, Libia e così via. Se le forze armate della Siria fossero crollate, oggi la Siria sarebbe un altro Stato fallito e al-Qaida avrebbe libero campo nel diffondere ulteriormente caos. In effetti, numerosi iracheni vengono oggi uccisi perché i settari e al-Qaida inviano affiliati e armi per diffondere altro caos in Iraq. Allo stesso tempo, il caos sponsorizzato dall’estero mina il Libano, perché le forze settarie e le fazioni terroristiche accrescono la loro influenza. Infatti, mentre il governo della Siria è ancora concentrato sulla soluzione politica, è chiaro che le potenze feudali del Golfo, Arabia Saudita e Qatar, sono ancora intente a sostenere il terrorismo e il settarismo. Pertanto, è essenziale che le potenze del Golfo e la Turchia abbandonino il loro sostegno al caos, in modo che la Siria trovi una soluzione politica, una volta che le forze settarie e terroristiche saranno sconfitte. Naturalmente, affinché i settari e i terroristi siano sconfitti, è essenziale che le nazioni che s’ingeriscono negativamente in Siria abbandonino la loro politica di destabilizzazione.
La strada da fare è dura per la Siria, ma per via della solida natura delle forze armate, attualmente questa nazione ospita ancora il ricco mosaico del Levante. Se le forze armate venissero sconfitte in Siria, allora questo ricco mosaico sarebbe schiacciato e la Siria diverrebbe un altro Stato fallito creato dall’ingerenza straniera. Dopo tutto, guardando oggi Kosovo, Iraq, Libia e Afghanistan non c’è molto di cui essere orgogliosi, no?
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora