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Gog e Magog o delle fessure della Grande Muraglia

di Giovanni Balducci - 11/02/2014


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Il mostro di Gog e Magog. Manoscritto Walters W.659. (Yajuj va Majuj) – Walters Art Museum (fonte: Wikipedia).

In molti suoi scritti René Guénon ebbe a fare riferimento alle cosiddette “fessure nella grande muraglia” per indicare i cedimenti in quella cintura sottile che secondo la scienza sacra proteggerebbe il “nostro mondo” dall’incedere di forze dissolutrici. L’iniziato di Blòis riteneva infatti che “per quanto oltre abbia potuto spingersi, la solidificazione del mondo sensibile non ha mai potuto esser tale da fare di quest’ultimo un sistema chiuso, come lo pensano i materialisti”.

Nel simbolismo della tradizione indù, questa grande muraglia è rappresentata dalla montagna circolare Lokaloka, che separa il cosmo (loka) dalle tenebre esteriori (aloka); di questo monte si parla nel Bhagavata Purana dove è riportata l’interessante descrizione di una montagna circolare situata a 125.000.000 di yojana dalla Terra (circa 1 miliardo e mezzo di chilometri) e che distingue la parte del sistema solare illuminata dal Sole da quella non illuminata.

Naturalmente tali considerazioni circa l’esistenza di questa barriera di mezzo tra il mondo e le tenebre, tra “mondo” e “immondo”, tra la parte illuminata dalla grazia divina e le tenebre esteriori, che tanto ricordano quelle evangeliche dove “sarà pianto e stridore di denti”, sono suscettibili di applicarsi analogicamente anche ad ulteriori ambiti della manifestazione cosmica, tra cui quello metastorico e quello sottile.

Alcune leggende raccontano di popoli provenienti dall’Asia, che in tempi passati si erano spinti sino alle porte d’Europa, ma il cui furioso incedere era stato fermato dall’intervento provvidenziale di Alessandro Magno. Questi, avendo intuito la pericolosità di Gog e Magog (questo il nome dei popoli in questione), aveva fatto costruire una grande muraglia, con la funzione di arginare le orde ed evitare che esse si riversassero nelle sue terre.

Similmente, nella tradizione indù si parla dei demoni Koka e Vikoka, contro cui Kalki combatterà l’ultima battaglia dell’età oscura. Koka e Vikoka secondo alcune interpretazioni starebbero a simboleggiare i guerrieri degradati e disgiunti dal sacro (i mleccha), i “figli della rivolta impotente”. Questi sarebbero alleati di Kâlî demone dell’ultima èra, e collegati simbolicamente al demonismo delle masse e ad una forma “feminile” di spiritualità. Non a caso Guénon attribuirà alla deriva teosofica di Madàme Blawatskij, fautrice di una forma di spiritualità da “donne fallite”, il contagio di molte menti smarritesi tra le “fessure della grande muraglia”.

Secondo la Bibbia e il Corano, Gog e Magog sarebbero due popoli discendenti da Adamo, o più precisamente da Iafet. Queste genti definite “nemiche di Dio” sarebbero stanziate presso Mesec e Tubal, territori vicini al mar Caspio. Nel corso dei secoli si è spesso tentato di individuare tali popoli, e di farli coincidere con le varie etnie barbariche avvicendatesi in Occidente nel portare a termine una vera e propria opera di dissoluzione delle ultime vestigia dell’Impero romano. Un’altra ipotesi vuole invece che queste genti corrispondano ai cosiddetti ebrei dell’est, o ashkenaziti, provenienti dalla regione geografica prossima al mar Caspio che prende il nome di Khazaria.

Secondo la tradizione cristiana, le genti di Gog e Magog verso la fine dei tempi porteranno la loro devastazione su tutto il globo terracqueo, recando morte e distruzione ovunque, e addirittura secondo quanto scritto nel Corano assedieranno “le città dei santi”, costringendo anche Gesù e i suoi compagni a rifugiarsi sul Sinai fino a quando Allah non interverrà in loro aiuto eliminando questi due popoli. Il trionfo delle “forze della dissoluzione” infatti potrà essere soltanto transitorio, in quanto esse verranno definitivamente sconfitte quando sulla terra verrà ristabilito l’ordine normale delle cose (dharma).

il-regno-della-quantita-e-i-segni-dei-tempiAnalogicamente le invasioni di Gog e Magog, sul piano sottile alludono all’”invasione” (non meno pericolosa), attuata dalle forze psichiche del più basso livello sul nostro mondo. In tal caso la grande muraglia starebbe a simboleggiare tutto ciò che ci protegge dal pericolo di aprire varchi nel mondo infra-psichico e così disporci sulla linea delle influenze della contro-iniziazione. Molto rischierebbero gli aderenti ad organizzazioni neospiritualistiche, i cosiddetti filosofi intuizionisti, i medium, gli spiritisti, gli psicologi di confine. Altresì ne Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, Guénon afferma che le fenditure sono associate a scavi effettuati in siti che in passato avrebbero ospitato importanti centri tradizionali.

Molti sono stati nel corso della storia i tentativi di entità del basso astrale di insinuarsi nel mondo umano; essi secondo Guénon risalgono almeno agli inizi del Kali-Yuga. A tal proposito, un racconto tradizionale cinese riporta in termini simbolici, che Niu-kua, sorella e sposa dell’imperatore fece fondere pietre dai cinque colori per sanare una fessura prodotta nel cielo da un gigante.