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Il veleno quotidiano

di Maurizio Fratta - 26/02/2014

Fonte: L' Altra pagina


Un tempo,quando il pane mancava, la tentazione di ricorrere,non metaforicamente,ai forconi si faceva grande e le rivolte divampavano.                   
Memorabili,per la violenza del popolo che si sollevò e per quella degli spagnoli che li represse,i moti avvenuti a Napoli nel giugno del 1585 ,causati dalla esportazione verso la Spagna delle riserve di grano e dalla concomitante speculazione sul prezzo del pane.
Oppure quelli dell’11 novembre del 1628,detti anche tumulto di San Martino,resi celebri dal Manzoni con la descrizione dell’assalto al forno delle Grucce.
Per non parlare poi delle quattro giornate del maggio 1898 a Milano e del massacro di Bava Beccaris.
E qualche volta,per venire ai nostri giorni, è pure capitato che,attutita la fame,ci si sia liberati anche dal tiranno,come e'successo in Tunisia con la cacciata di Ben Ali un paio di anni fa.
Ma quando la carne e' marcia ed i vermi abbondano,come nel film di Ejzenštejn
sull'ammutinamento a bordo della corazzata Potemkin al tempo dello Zar Nicola II,o quando i despoti pretendono beffardamente  che in mancanza di pane il popolo si sfami con le brioches,e' più probabile che dal fuoco insurrezionale,che rapidamente si dilegua,si passi ad una rivoluzione.
E di un modo nuovo di pensare e di agire proprio a partire da cosa è diventato il cibo che mangiamo,oggi l’umanità ha,per la sua sopravvivenza,un bisogno essenziale.
In un libro inchiesta Il veleno nel piatto,i rischi mortali nascosti in quel che mangiamo,(1) l’autrice Marie Monique Robin, riesaminando il ciclo della produzione alimentare che caratterizza la società occidentale, dimostra,sulla base di autorevoli studi scientifici e di ricerche epidemiologiche,il nesso che c’è tra la progressione di molte malattie  e la presenza della miriade di molecole chimiche che hanno invaso il nostro ambiente quotidiano.
“Parlo dell’incredibile aumento di tumori,malattie neurodegenerative,disturbi della riproduzione,diabete e obesità che si registrano nei paesi “sviluppati”,al punto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di epidemia” ha affermato la Robin,autrice dell’altro bestseller internazionale,Il mondo secondo Monsanto (entrambi i lavori sono fruibili come documentari sul canale You Tube )
Tralasciando l’inquinamento prodotto dalle onde elettromagnetiche e quello nucleare e concentrandosi sull’uso delle sostanze chimiche che entrano in contatto con la catena alimentare dal campo del contadino ( pesticidi ed erbicidi ) al piatto del consumatore ( additivi e plastiche per alimenti ) la Robin spiega come,in poco più di cinquant’anni, 100.000 molecole chimiche di sintesi disperse nell’ambiente abbiano trasformato il nostro “pane quotidiano” prevalentemente in un “veleno quotidiano”.
Certo,alla fine della seconda guerra mondiale,la “Rivoluzione Verde” aveva promesso di debellare fame e carestie:l’agricoltura industriale avrebbe potuto “nutrire il mondo”fornendo alimenti abbondanti e a buon mercato, ma con la meccanizzazione e l’adozione della specializzazione delle colture a danno della policoltura ,nelle campagne si incominciò a riversare una quantità sempre maggiore di additivi e concimi chimici,frutto avvelenato di una ricerca alla quale un contributo decisivo era venuto proprio dall’industria bellica.

La Robin,che viene da una famiglia di agricoltori,ha incominciato la sua inchiesta rammentando

le malattie mortali –casi di cancro al fegato,alla prostata,Parkinson-dalle quali erano stati colpiti molti dei suoi familiari.

“Come potevamo immaginare che questo nuovo modello avrebbe seminato morte e distruzione?

Come potevamo immaginare che i pesticidi che la cooperativa agricola ci vendeva erano prodotti altamente tossici che avrebbero inquinato l’ambiente e fatto ammalare i contadini?” ricorda appunto il padre della stessa Robin nel primo capitolo del libro.
Un crimine che si è potuto compiere anche perché da tempo le principali industrie produttrici di pesticidi (2) hanno fatto passare come medicamenti destinati a proteggere le piante e la qualità degli alimenti i veleni che proponevano agli agricoltori.
Per farlo ci si è ben guardati di parlare di pesticidi ma con giochi di parole si sono diffusi i termini di prodotti fitosanitari e fitofarmaci.
Del resto,quella delle manipolazioni che l’industria della chimica ha esercitato per difendere i propri interessi,è una storia cominciata già molti anni fa.
Basti pensare a come buona parte del mondo scientifico si sia messa al servizio dell’industria per sostenere l’impiego,come additivo antidetonante nei carburanti, del piombo tetraetile

considerato la madre di tutti i veleni industriali(3),usato fin dagli anni venti e vietato in Europa soltanto nel 2000.
Per non dire della mole di studi truccati per istillare dubbi sulla pericolosità del fumo di sigaretta,studi che hanno ritardato per decenni ogni piano di prevenzione.
Ma il salto di qualità della manipolazione è avvenuto da quando negli anni ’60 ,strumentalizzando il principio di Paracelso secondo il quale è”solo la dose che fa il veleno”,i tossicologi hanno adottato la DGA,ovvero la “dose giornaliera accettabile” che eviterebbe di ammalarsi pur ingerendo per tutta la vita i residui di pesticidi ,di anabolizzanti ,di additivi e di prodotti chimici,contenuti nei cibi.

L'adozione di un criterio privo di qualsiasi base scientifica ha reso possibile in pratica

una diffusione capillare di una enorme quantità di sostanze inquinanti  con il risultato che oggi carni,pesce,latte e molti altri alimenti commercializzati dalle grandi catene di distribuzione in Europa presentano  tracce e residui di diossine ed insetticidi.
Un intero apparato scientifico e tecnologico ha prodotto così una mole impressionante di studi densi di parametri e di dati,dettando norme che avrebbero dovuto tutelare la pubblica salute ma che sono state continuamente riviste proprio per garantire le industrie interessate nel continuare ad impiegare  prodotti tossici nella produzione degli alimenti.
All'arbitrarietà si è aggiunta l'approssimazione, considerando sia la quantità di sostanze chimiche alle quali oggi ci si espone sia  la possibilità che esse possano combinarsi tra loro anche a dosi molto basse.
Come e' possibile infatti stabilire con esattezza a quali dosi e con quanti residui chimici non ci sia danno per la salute?
Senza poi contare che i limiti massimi di residui rintracciabili in ciascun prodotto hanno un impatto assai differenziato a seconda che si tratti di adulti o di bambini.
Dato quest’ultimo confermato dall’incremento dei tumori infantili rilevato da recenti studi su campioni di grandi dimensioni effettuati dall’IARC ( International Agency for Research on Cancer)

e denunciati in Italia dai medici dell’ISDE (International Society of Doctors for the Enviroment).
Criterio che ha permeato un intero sistema di regolamentazione basato su enti governativi o agenzie internazionali che vedono in ruoli di primo piano gli esperti ed i rappresentanti provenienti dalle industrie alle quali poi fanno ritorno quando terminano i loro incarichi.
Una pratica,quella delle cosiddette porte girevoli,emersa a suo tempo  con il caso dell’ormone della crescita bovina (r BGH ) e ben  descritta sempre dalla Robin nell’altro suo libro Il mondo secondo Monsanto: gli “esperti “ provenienti dalla multinazionale bloccavano i lavori del comitato che aveva il compito di valutare i rischi dell’ormone che serve ad aumentare la produzione di latte nelle mucche e nel contempo la Monsanto manipolava i dati relativi agli effetti dell’r BGH sulla salute degli animali tentando anche di corrompere i membri del comitato.
Pressioni,manipolazioni,corruzioni la cui radice è stata ben messa in luce dallo storico e filosofo Massimo Bontempelli in un saggio pubblicato nel 2007(4)
Osservando il processo di tecnicizzazione della vita ed in particolare la macchinizzazione degli animali volta a far crescere la quantità dei loro prodotti scriveva:
"La tecnica del DNA ricombinante è stata scoperta nel 1973 nelle università degli Stati Uniti da Stanley Cohen ed Herbert Boyer, e la sua prima produzione è stata, nel 1975, quella, finanziata dalla General Electric, di un batterio ingegnerizzato per degradare idrocarburi galleggianti. Dopo che l’Ufficio Brevetti aveva respinto la domanda di brevetto di questo batterio, prevedendo la normativa soltanto la brevettabilità di materiali fisici, non biologici, nel 1980 una sentenza della Corte Suprema dichiarava brevettabile il batterio, in quanto più simile ad un reagente chimico che ad un vivente, e nel 1987 un’altra sentenza dichiarava brevettabile, sulla base di pretestuosi artifizi giuridici, qualsiasi processo biologico eccetto quello integrale di un corpo biologico umano.
Le due sentenze della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1980 e del 1987 segnano l’adattamento della società alla sussunzione reale della materia vivente al capitale, che è oggi rappresentata dalla mucca artritica, sterile, appesantita da mammelle ipertrofiche, ma produttrice di una quantità doppia di carne e quadrupla di latte rispetto ad una mucca normale, già creata dall’ingegneria genetica, anche se non ancora utilizzata commercialmente a causa del suo troppo breve ciclo artificiale di vita".

Note

1) Marie Monique Robin Il veleno nel piatto

    Feltrinelli 2012

2) I giganti dell’Agrobusiness :Basf Agro,Bayer CropScience,Dow AgroScience,

    Du Pont,Monsanto e Syngenta

3) G.Markowitz,D.Rosner Deceit and Denial The Deadly Politics Of Industrial Pollution

     University of California Press Berkeley 2002

4) Massimo Bontempelli Capitalismo,sussunzione e nuove forme della personalità

    Riv. Indipendenza 2007