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Qual è il probabile futuro della Russia. Ci sarà o no?

di Aleksandr Dugin - 03/03/2014

Fonte: Stato e Potenza


Questa è la quinta volta che la Russia difende la propria sovranità da una vera minaccia. E’ già successo nel:
1991, con la perdita della sovranità e la decadenza dell’URSS, della Grande Russia, quando si formò la moderna Ucraina;
1993, con la perdita della sovranità della Federazione Russa. Raggruppamenti liberali filo-statunitensi andarono al potere dopo il bombardamento del parlamento patriottico la cui conseguenza fu la prima campagna militare cecena;
1999, con le esplosioni di edifici a Mosca, Basaev invase il Daghestan, con l’avvento di Putin e la seconda campagna militare cecena, Putin ristabilisce la sovranità della Russia;
2008, quando la Russia fu provocata dall’attacco a Tskhinvali. Inviò le truppe impedendo il collasso dello Stato russo nel Nord Caucaso, consolidando la posizione russa nello spazio post-sovietico, la sovranità viene affermata e rafforzata.


Oggi è la quinta volta. I risultati non sono ancora chiari. O manteniamo e rafforziamo la nostra sovranità (questa volta i due termini coincidono) o è tutto finito (Ricordate la sorte dell’URSS e dei Berkut, ecc.).
Quindi.
C’è stato un golpe a Kiev. La giunta liberalnaziatlantista è andata al potere. Questa giunta fa parte della rete egemonica statunitense, segmento del nuovo ordine mondiale che cerca disperatamente di salvarsi. C’è un altro segmento della stessa rete in Russia. Prevalse negli anni ’90, ed ebbe influenza negli anni 2000, fu in procinto di tornare al potere nel 2008-2012, ma fu respinto di nuovo da Putin nel 2012.

Il colpo di Stato in Ucraina è un successo di tale rete. Ricordo che tutto ciò è accaduto a causa del riavvicinamento di Janukovich alla Russia. Tutto il resto è solo una cortina fumogena. Ma non finirà qui. Si avrà un colpo di Stato in Russia. Kissinger non esagera. “Penso che (Putin) ritenga che sia una prova generale di ciò che vorremmo fare a Mosca”, ha detto Kissinger. Cosa vuol dire “vorremmo fare”? Significa che la quinta colonna in Russia è pronta ad agire. Abbiamo visto come rovina la struttura di potere, il Partito delle Regioni e Janukovich ne sono degli esempi vividi. E’ anche facile vedere il probabile destino dei funzionari corrotti. Non è solo il destino della Crimea e dell’oriente ucraino che Putin dovrà difendere dalla giunta di Kiev.

Si decide il destino della Russia e ancora più il destino della storia mondiale. Se darà una risposta adeguata, affronterà la tenace opposizione dell’impero mondiale statunitense, che si mostra in buona salute e in pieno controllo dell’Europa. Ma se Putin non deciderà di agire, il campo di battaglia sarà a Mosca. Il segmento russo del liberalnazismo, in cui i nazisti sono gli utili idioti dei padroni liberali, non dispone di una base di massa come in Ucraina, ma può trovarla una non meno forte tra gli strati superiori della società e nell’élite politica.
Sappiamo che Putin non è Janukovich e che i russi sono pronti a sostenerlo. Ma gli statunitensi e i  nazisti ucraini vogliono una dimostrazione. Sfidano Putin: certo non sei Janukovich, ma chi sa…?
Quali rischi? I rischi si bilanciano: non accettando la giunta ucraina e sostenendo la Crimea e l’est dell’Ucraina (la stessa cosa, oggi) si scontrerà con gli Stati Uniti e le loro marionette europee. Accettando la giunta come governo legale, tradirebbe i Berkut e favorirebbe la fase successiva del piano di distruzione della Russia (interna ed esterna). La quinta colonna è mobilitata. Putin è sotto grande pressione (interna ed esterna). La cosa principale, ora, è ritenere l’incidente ucraino un illegale colpo di Stato e negare qualsiasi legittimità ai ribelli. Significa rifiutare la sovranità dell’Ucraina nel momento politico attuale, come accadde con la Georgia quando volle occupare Tskhinvali e Sukhumi. L’accettazione della giunta di Kiev apporterebbe un enorme attentato alla sovranità della Russia, ponendo in questione l’esistenza di una qualsiasi sovranità.
Il mondo è bloccato, giustamente. In questi minuti si decide il corso della storia mondiale.

Traduzione di Alessandro Lattanzio