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La Russia in Crimea: salvare, proteggere e difendere

di Boris Novoseltsev - 05/03/2014


1623770La Crimea è ciò di cui il mondo intero parla. I media occidentali riportano notizie sull’“aggressione” o l’“intervento” in Ucraina accusando la Russia di cercare di annettersi territorio straniero. Ignorando completamente la realtà, Mosca aiuta a salvare, proteggere e difendere la popolazione russofona della penisola. Pochi giorni fa, i capi dell’Unione europea hanno firmato un accordo sulla gestione della crisi con il presidente legittimamente eletto dell’Ucraina. Ora i golpisti sono partner dell’occidente. La reazione inadeguata si spiega con la minaccia posta al gioco geopolitico occidentale sulla Grande Scacchiera …
Il piano delle “rivoluzioni colorate” ha iniziato a colpire in Asia centrale, ma ha nuova prospettiva di vita nel golpe di febbraio in Ucraina. Ora la tecnica della rivoluzione colorata è stata modificata aggiungendo alle “pacifiche” proteste di piazza le azioni di estremisti armati. La combinazione era volta a cacciare il Presidente Janukovich, non molto popolare. Ed è stata attuata. Ma coloro che hanno operato dietro le quinte volevano tutto, ora e qui, ecco perché l’occidente ha violato a tradimento l’accordo del 21 febbraio, che prima ha strappato per poi approvare il golpe del 22 febbraio a Kiev. L’occidente s’è impantanato nel suo stesso gioco geopolitico e perdendo le sue puntate ha smesso di trattare la Russia come un partner alla pari, ignorandone gli interessi legittimi nello spazio post-sovietico. La Russia ha mostrato sconcerto sugli eventi a Kiev svoltisi dalla fine di novembre. Questo atteggiamento è stato percepito come segno di debolezza o indifferenza, tutt’altro dal rispetto e dalla volontà della Federazione russa di non interferire negli affari interni di un altro Stato. L’occidente è stato trascinato dalla prospettiva che si profilava con l’attuazione del colpo di Stato in Ucraina. Il nuovo regime ha mostrato la sua vera natura non appena ha compiuto i primi passi, adottando la russofobia come politica ufficiale per trasformare l’Ucraina in una colonia dell’occidente. Si potrebbe supporre che tali misure non siano altro che una fase intermedia di un più ampio gioco geopolitico tracciato dalle potenze occidentali.
Prima di tutto, s’intendeva colpire la Flotta russa del Mar Nero. Subito dopo il colpo di Stato, si sono alzate voci che chiedono di stracciare l’accordo di Kharkov (sui prezzi del gas scontati all’Ucraina in cambio dell’estensione del contratto di affitto di Sebastopoli, porto principale della Flotta del Mar Nero) e della revoca del trattato che prevede la presenza della flotta. Delle teste calde hanno anche chiesto di annullare il “Trattato grande” in cui si afferma il riconoscimento della Russia da parte dell’Ucraina. Strappato il trattato, Kiev si troverebbe in una situazione senza uscita.  Spingere la Russia a ritirare la sua marina da Sebastopoli, prima che l’accordo scadesse, è un passo volto a minarne l’influenza nella regione. Anche se le basi di ripiego sono pronte, il ritiro verrebbe interpretato come il segno che la Russia perde la capacità d’influenzare gli eventi nell’estero vicino. Non c’è ragione di credere che l’occupazione strisciante dell’Ucraina possa comportare “l’esportazione di una rivoluzione in Russia”, ma non c’è dubbio che ci sia il tentativo di destabilizzare lo spazio post-sovietico. Vengono colpite economicamente sia la Russia che l’Ucraina. Europa fa sapere chiaramente che non ha alcun interesse nell’Ucraina come Stato industrializzato dalla robusta capacità di produzione high-tech. Nella migliore delle ipotesi viene percepita come provincia agricola dagli standard ecologici ignorati, consentendo la coltivazione di piante transgeniche. L’economia ucraina in stallo comprometterebbe anche gli stretti legami bilaterali, danneggiando la Russia. L’economia nella parte sud-orientale dell’Ucraina è strettamente legata ai Paesi dell’Unione doganale, la sua cooperazione con l’industria militare russa è feconda. Si prevede anche di rendere l’Ucraina dipendente dagli usurai. Non c’è dubbio che con i golpisti al timone a Kiev, la questione dell’Ucraina nella NATO verrebbe alla ribalta con il pretesto di “difendere gli interessi nazionali” e dell’“attuazione della riforma delle forze armate”…
La parte sud-orientale del Paese è alquanto scombussolata per via della fuga dal Paese del Presidente Victor Janukovich e del tradimento di molti parlamentari del Partito delle Regioni, complicando gli sforzi per contrastare la tendenza. Soprattutto nelle condizioni in cui l’“opportunismo evolutivo” sostituisce la legge. E’ difficile immaginare gli Stati Uniti impiantare la difesa missilistica dalle parti di Lugansk e Donetsk, e fors’anche a Dnepropetrovsk, per esempio il dispiegamento degli intercettori statunitensi a 1000 km dai centri di vitale importanza russi, sarebbe stato inaccettabile. Ma i siti della difesa antimissile sarebbero solo l’elemento più vistoso della NATO in Ucraina. Gli Stati Uniti non cercano nemmeno di nascondere il fatto di schierarvi strutture di ricerca dei virus e chimici; si può immaginare cosa farebbero se non ci fosse alcuna resistenza? La Russia può restare tranquilla mentre la NATO stringe sempre più il cappio intorno al suo collo, mentre milioni di vite russe vengono compromesse in Ucraina con eventi che prendono una piega sfavorevole?
Giocando tale gioco geopolitico, l’occidente si avvicina alla linea rossa della minaccia all’equilibrio di forze regionali del Mar Nero e, potenzialmente, di tutta l’Eurasia. Gli interessi della Russia nella regione non sono astratti, ma una realtà con cui l’occidente deve fare i conti. Mai un dialogo occidente-Russia potrebbe procedere secondo il modello che vede la Russia fare sempre concessioni ritirandosi… C’è un aspetto positivo, molti politici occidentali cominciano a rendersene conto. La reazione emotiva che minaccia sanzioni, ecc., non ha nulla a che fare con un qualsiasi aiuto all’Ucraina, finanziario o militare. E’ inutile sprecare tempo e fatica cercando di accordarsi con coloro che in occidente ignorano regolarmente il diritto internazionale e i principi della sovranità statale, mentre perseguono a qualunque costo i propri obiettivi, ossessionati dall’idea dell’espansione della NATO verso Est. Dovrebbero essere decisamente ignorati. Questo modo di trattarli sarebbe molto più efficace, come gli eventi in Crimea e Ucraina dimostrano.

crimeaLa ripubblicazione è gradita in riferimento al giornale on-line della Strategic Culture Foundation.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora