Deve così pedalare, l’Italia!
di Andrea Bertaglio - 02/04/2014
Fonte: greenme
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Si può pensare che l’Italia sia fondamentalmente un paese stupido? Non un paese di stupidi, no, un paese stupido in sé, come sistema. Spesso si può rispondere con un triste “sì”.
E lo si può fare una volta di più, ho pensato, quando intervistando il professor Paolo Pileri del Politecnico di Milano, responsabile del progetto VENTO e italiano tutt’altro che stupido, appunto, ho scoperto una cosa: in Germania, dove da vent’anni si sta investendo sul cicloturismo, sono state realizzate dorsali cicloturistiche come VENTO per 50.000 chilometri, e oggi il solo cicloturismo regge un'economia di 4 miliardi di euro all'anno.
“In Germania tutto il settore della bicicletta ha 300.000 occupati e un’economia da 16 miliardi annui”, mi ha rivelato Paolo Pileri: “E non ditemi che sono pazzo a pensare che in Italia si possa investire in queste opere, opere grandi come le abbiamo classificate noi di VENTO. Non si sottovaluti questo settore e le sue potenzialità: con il costo di un paio di chilometri di autostrada si realizza una dorsale cicloturistica come VENTO: 679 km!”.
Sentito ciò, non stupisce sentire che la Germania abbia ormai (insieme a Francia, Spagna e Stati Uniti d’America) più turisti che la visitano di quanto non succeda in Italia. Ma proviamo a immaginare quanti turisti nordici, tedeschi e olandesi in primis, sarebbero disposti a caricare le loro biciclette sul tettuccio dell’auto o sul carrellino del camper per godere del nostro clima, visitare le nostre bellezze artistiche e paesaggistiche, magari assaporando le nostre arcinote ma banalizzate eccellenze enogastronomiche, invece che visitare i pur bellissimi luoghi della Mosella o della Foresta nera.
E invece? Invece no, se vengono qui riescono a malapena a fare due passi o due pedalate senza rischiare di essere investiti (se non rapinati). E per vedere cosa? Zone stupende coperte irrimediabilmente da villette e capannoni vuoti, una costa ultra-cementificata, rifiuti ovunque e luoghi incredibili come Pompei che, nonostante le balle del politicante di turno, cadono letteralmente a pezzi.
Sì, forse l’Italia è davvero un paese stupido. E a volte viene da pensare che la crisi che la sta soffocando se la sia in gran parte cercata, alla faccia dei piagnistei per cui la colpa dei nostri mali è sempre di qualcun altro.
Poco importa se poi ci sono grandissime e importantissime superstar internazionali come il bravissimo e premiatissimo regista Paolo Sorrentino che ci parla di “grande bellezza”, e che per promuovere la creatività italiana (e la solita immagine stereotipata e patinata per turisti americani affamati di pizza, dolce vita e mandolino), girano per le strade di Los Angeles in Fiat 500 (anche se oggi fabbricata in Messico, Polonia e, nella sua versione “Large”, in Serbia).
Altro che grande bellezza! Forse i film che varrebbe la pena guardare e premiare sarebbero altri. soprattutto in un paese immobile, in cui l’importante sembra solo illudersi di essere ancora negli anni ’60. Quelli di un boom che, purtroppo o per fortuna, non si ripeterà più. Mantenendo ovviamente la stessa mentalità di quegli anni, gli stessi vizi, lo stesso modo di affrontare la crisi economica, la politica, la vita. E illudendosi che anche gli altri attorno a noi stiano facendo lo stesso.

