Non so se avete presente il film “Ricomincio da tre”, quando il protagonista napoletano (Massimo Troisi medesimo…) decide di partire in autostop da Napoli e, ogni volta qualcuno lo carica in macchina, alla domanda: “Da dove vieni?”, la risposta: “Da Napoli” compendia la replica: “Ah! emigrante, eh?”. E lui che, ogni volta, a smentire il luogo comune napoletano=emigrante, chiosa: “No: turista”. Finché, all’ennesimo riproporsi del tormentone, non potendone più, cede: “Sì, emigrante”… Lo ricordate, vero? Beh, vi devo dire la verità: nell’ottica di quello che intendo per viaggio, preferisco senz’altro l’emigrante al turista.

Ma, dico: ce l’avete presente questo moderno Odisseo della prenotazione last minut e dell’all inclusive? Il viaggio? Azzerato dai “mezzi di trasporto sempre più moderni e veloci”… La residenza? Fategli trovare una stanza d’albergo senza vista mare e con l’impianto d’ aria condizionata difettoso e vedrete che vi denuncia… La gastronomia? Un bel Mc Donald’s non ce lo toglie nessuno, in nessun angolo del mondo: che certe schifezze indigene, non sia mai causino diarrea… Relazioni con i locali? Ma se non parlano manco inglese… Una bella escursione archeologica? “E che so’ venuto fino a qui pe’ vede’ i ruderi? a Roma semo pieni de ruderi! Ma ‘ansai quanto è mejo stassene spaparanzati sull’amaca? Du’ fotografie alli monumenti ‘e scattamo poi, mentre er purman ce riporta all’aeroporto…”

Dieci anni fa, giusti giusti, partii da Roma con mio figlio, allora decenne, con una Polo abbastanza malandata (e peggio ritornata): destinazione Istanbul… Roma-Brindisi; Brindisi-Igoumenitsa (con nave, non essendo la Polo un mezzo anfibio…); Igoumenitsa-Salonicco (con pernottamento in un albergo di puttane, ovviamente non prenotato: all’arrivo pomeridiano non m’ero accorto della sua ragione sociale… imprevisti di viaggio!); Salonicco-Istanbul. E ritorno, con sosta marittima all’isola greca di Taxos, scelta a caso ma, vivaddio! fuori dal circuito greco-similvip-mondano… Le Meteore dei mille monasteri eremiti (in Grecia); i nidi e le cicogne sui comignoli delle case ai lati della strada a due corsie e senza soste di emergenza; le piccole e linde parrocchie ortodosse; il lavaggio auto obbligatorio (ma gratuito) al confine greco-turco… E poi: Topkapi, Kapali Carsi, la Moschea Blu, i mosaici bizantini, la Torre di Galata, Santa Sophia, la Cisterna, il tramonto assurdo-rosso del Bosforo, le offerte di massaggio turco a ogni angolo di strada, puntuali quasi come i tentativi di borseggio ("Ahò!?! quanno i romani fanno ahò, nun ci provare: nun te conviene…") etc... etc... etc... Tutto bellissimo, impareggiabilmente bellissimo. Ma quando ho chiesto a mio figlio cosa gli fosse piaciuto di più, la risposta è stata: “Il viaggio...”.

E nun c’ho manco ‘na foto…