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Meteo mercificato

di Simone Torresani - 14/10/2014

Fonte: Il giornale del Ribelle

 


 

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 L' ultimissima tragedia alluvionale di Genova ha fatto esplodere, come da copione, una dura polemica in Rete tra gli esperti meteo delle varie agenzie ufficiali (ARPA, Regioni, Aeronautica, etc) e i loro colleghi dei siti meteo privati, che spopolano nel cyberspazio.

Primi e secondi si arrogano il diritto di lanciare le allerte meteo, che in teoria spetterebbero ai primi, e puntano il dito su chi dovrebbe far eseguire tali allerte alla macchina della Protezione Civile.

La verità è che oggi, nell' era della "reificazione ", sintomo del "capitalismo assoluto", anche una scienza fondamentale come il meteo è ormai mercificata a fini di lucro e fatalmente è scaduta di contenuti, di forme e di credibilità.

Tra introiti pubblicitari, applicazioni per smartphone e vendite di bollettini meteo, i siti specializzati hanno un giro di affari milionario: basti andare su un sito a casaccio e vedere tutti i banner pubblicitari per rendersene conto.

Per alimentare il mercato, si deve ovviamente incentivare il consumatore del tempo atmosferico a cliccare sul sito: da qui le iperboli, le esagerazioni, le previsioni a venti giorni di distanza che vengono sempre stravolte ogni ora, ogni cosa fa brodo per attirare utenze e incrementare gli introiti pubblicitari.

Anche dividere, nei commenti degli articoli meteo, i visitatori in "caldofili vs freddofili", con tanto di attacchi, insulti gratuiti, tifo da stadio tra le due opposte fazioni: solo questo fa capire che la scienza degli elementi è ormai ad uno stadio terminale, ridotta a Circo Barnum, a meteorine, ad annunci di Armageddon in ogni istante.

Oltre a queste tare, la scienza meteo moderna si basa su un pensiero meccanicista, cartesiano, che nulla ha a che fare con il tempo atmosferico, il quale è entropico, è il Caos più assoluto e raramente si inquadra nelle gabbie mentali schematiche umane.

Anticicloni, basse pressioni, linee di convergenza tropicali, monsoni, temperature delle acque di superficie oceaniche, sono le conseguenze di determinate leggi scientifiche, è vero, ma nessuna legge naturale permette che debbano muoversi in un determinato modo sulla scacchiera globale,come se fossero ingranaggi di un motore prodotto dall' uomo.

Questo pensiero cartesiano, che riduce l' atmosfera ad una "macchina", ha fatto sì che gli "esperti" ora si basino eccessivamente sui "modelli matematici", costruiti da complicatissimi algoritmi elaborati al computer per prevedere il tempo: tutto viene triturato a indici, a sigle, ad una mole di dati, di elaborazioni, di congetture.

E il paradosso è che tali modelli, che contengono a loro volta un pizzico di Teoria del Caos, non fanno altro che sfornare emissioni a medio-lungo termine che dicono tutto ed il contrario di tutto.

Dove è finito il senso della misura, il senso della osservazione quotidiana, il vecchio fiuto dell' esperto meteo come un Bernacca od un Baroni?

A questo punto il vecchio contadino o marinaio che fiuta il tempo o lo stregone tribale che recita la "danza della pioggia " hanno, da un punto di vista scientifico, la stessa validità dei soloni meteo moderni.

Abbiamo sputtanato e ridotto a merce anche una scienza fondamentale come il meteo, essenziale per un organismo come quello umano che vive nella biosfera e dipende dagli elementi, dalla pioggia, dal sole, dal giudizio delle stagioni.

Ormai la meteorologia non è più credibile e non saremo noi di certo a condannare un sindaco perplesso o meno su una allerta.

Ridotti così dobbiamo solo fare una cosa: riprenderci il nostro caro istinto, che mai falla e sapere da noi stessi quando si deve stare sul chi va là.