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Obama, addio

di Paolo De Gregorio - 05/11/2014

Fonte: Arianna editrice


Ora che per Obama la carriera politica è finita e lo aspettano solo due anni di umiliazioni che gli infliggeranno Camera e Senato a maggioranza repubblicana, sarebbe bene ricordare tutte le illusioni a base di “yes we can”, ossessivamente ripetuto nella campagna presidenziale, che rivelava una profonda e ingenua ignoranza di come funziona il potere in America, che può tranquillamente tollerare un presidente nero, donna, un attore o un gay, colti o ignoranti, tanto le decisioni vere si prendono altrove.

Ma la cosa più ridicola e insultante per i sudditi è che queste campagne elettorali, che durano mesi e per cui si spendono cifre notevoli, sembra che debbano servire a chi sa che cosa, che sono modello di democrazia, mentre dovrebbe essere chiaro a chiunque usa il cervello che il gigantesco e granitico apparato, che comprende banche, multinazionali, Pentagono, complesso militare industriale (con 900 basi militari nel mondo), servizi segreti, lobby ebraica, evangelici, ecc., sono il vero potere, e chiunque si azzardi a toccarli viene eliminato, qualche volta anche fisicamente.

 

Se volete farvi qualche grassa risata, andate a leggere gli articoli di Furio Colombo su “il Fatto Quotidiano” appena dopo la prima elezione di Obama, gabbata per un evento rivoluzionario capace di cambiare il mondo, una stupefacente lezione di democrazia e di integrazione razziale, da prendere a modello anche in Europa, e questo intelligentissimo signore passa per un progressista.

Obama non ha realizzato nulla del suo programma elettorale, anche se si dice che sia l’uomo più potente del mondo, talmente potente che non è riuscito nemmeno a dare l’assistenza sanitaria promessa a tutti i cittadini indigenti.

Ogni volta che si parla dell’America bisognerebbe ricordare chi prende veramente le decisioni e ricordare che l’aggressione all’Irak fu decisa su false “prove” fornite dalla CIA al presidente Bush, e non farebbe male riflettere se quella guerra fu decisa dai servizi segreti e dal Pentagono o da quell’ubriacone, ignorante di Bush.

 

Purtroppo la maggioranza delle persone è convinta che gli americani vivano in un paese democratico, anche se la sua politica estera è basata sulla potenza militare, sulla guerra, sull’appoggio a rivoluzioni fasulle, denominando “terroristi” tutti quelli che si oppongono a questa politica.

Come si sa, tutti gli imperi finiscono, ma per prima cosa bisogna riconoscerli per quello che sono e non spacciarli per democrazia.