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Senza via d’uscita? Verso il disastro

di Alessandro Leonardi - 17/02/2015

Fonte: L'intellettuale dissidente


Ogni crisi degli anni 90, specialmente la bolla delle Dot-Com, ha fatto alzare la posta in gioco e aumentato le turbolenze all'interno del Sistema, creando le basi per la deflagrazione del 2007. Parte V .

  

La recessione innescata dalla bolla delle Dot-Com (2001-2003) ebbe sostanzialmente una breve durata e colpì principalmente il settore dell’informatica, con deboli riflessi nell’economia reale. L’impatto venne attenuato dalla rapida reazione delle banche centrali che portarono i tassi al minimo storico, garantendo una maggiore liquidità ai mercati finanziari. Molti economisti (specialmente quelli della Scuola Austriaca), alla luce dei fatti successivi, videro in queste politiche monetarie uno dei fattori rilevanti che avrebbe dato vita alla Grande Crisi del 2007. Il laissez-faire consigliato da Greenspan (banchiere centrale della FED all’epoca) e le sempre più rapida deregolamentazioni nel modello finanziario globale innescarono inevitabilmente la pericolosissima bolla immobiliare statunitense, con effetti a catena negli anni successivi in tutti gli ambiti borsistici, dalle speculazioni su i cambi valutari fino alle commodities.

La deregulation avviata negli anni 80 continuò imperterrita negli anni seguenti con l’abrogazione nel 1999 della famosa legge Glass-Steagall Act, la quale aveva posto un freno alla speculazioni bancarie per diverse decadi, essendo stata istituita appositamente nel 1933 per evitare di ripetere gli errori e i disastri della Grande Depressione del 1929. La scomparsa degli ultimi lacci legislativi costituirono un ulteriore incentivo per il mondo finanziario e bancario, avviato ormai verso la finanza “creativa” e molteplici operazioni rischiose.
In un mondo tecnologicamente sempre più avanzato l’ingegneria finanziaria e l’ascesa del HFT (High Frequency Trading) incrementarono esponenzialmente i rischi legati alle speculazioni, così come i movimenti dei capitali attraverso i mercati del pianeta. Matematici e fisici divennero nel primo decennio del XXI sec. uno dei pilastri del sistema bancario attraverso la creazione di prodotti finanziari sempre più complessi, sfuggenti, ma dall’altissimo potenziale remunerativo. L’economia di “carta” sostituì così in modo preponderante l’economia reale, mentre altri pilastri del Sistema diventavano sempre più potenti e pervasivi, come lo Shadow Banking System e il sistema dei paradisi off-shore.

Contemporaneamente il mondo veniva sconvolto dagli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, i quali contribuirono a modificare i bilanci dell’amministrazione statunitense, moltiplicando il budget per la Difesa e la lotta contro il terrorismo, comportando però un aumento notevole del deficit federale e uno scombinamento ulteriore della bilancia dei pagamenti.
L’aumento dei debiti pubblici e privati insieme all’esuberanza irrazionale dei mercati posero le basi per la crisi più grave dalla depressione del 1929. Illusi dal continuo rialzo dei prezzi delle abitazioni, dai magici “rendimenti” dei mutui subprime e dalle immense speculazioni sulle materie prime (nel 2008 il prezzo del petrolio volò a 147 dollari), le autorità bancarie e politiche sottovalutarono nettamente l’immenso rischio preso dal sistema finanziario, anche nel momento in cui fu evidente che la bolla non era più sostenibile, come nell’estate del 2007. Come in un impressionante effetto domino, i maggiori centri finanziari/bancari iniziarono a cadere uno dopo l’altro fino ad arrivare al fatidico tracollo della Lehman Brothers nel settembre del 2008. A quel punto, con il panico ai massimi livelli, il Sistema globale era sul punto di collassare divorato dalla montagna di debiti e denaro inesistente.

La reazione disperata delle autorità portarono all’elaborazione e potenziamento delle vecchie soluzioni (tassi d’interesse allo 0%, liquidità al sistema finanziario, re-introduzione di nuove regolamentazioni come la Volcker Rule) unite alla nuova soluzione (il Quantitative Easing) in attesa delle famose riforme politiche. Il salvataggio del mercato finanziario venne scaricato su i conti pubblici degli Stati e sulla classe media, mentre la Grande Recessione colpiva il mondo occidentale. Dalla bolla americana si passò presto ai problemi dell’Eurozona e alla sostenibilità dei paesi Piigs. In questo caso la soluzione implementata d’emergenza subì una variazione rispetto a quella anglosassone, introducendo il famoso concetto dell’Austerity, in contrapposizione con le soluzioni neo-keynesiane del deficit spending e del QE. Due metodi diversi per combattere la Crisi strisciante. Due metodi basati su una pericolosa illusione.