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Libia: riascoltiamo la voce del "tiranno sanguinario" e degli "eroi" esportatori di democrazia

di Emilio Borelli - 17/02/2015

Fonte: controinformazione

Quello che Vi propongo oggi è un post che Vi farà perdere un pò di tempo, ma ne varrà la pena, sono sicuro che non resisterete alla curiosità di aprire i filmati, alla fin fine non sono lunghissimi, ed è la Storia che viene raccontata, la Storia contemporanea, quella dei nostri giorni, vissuta sulla pelle, non “raccontata” dai portavoce di un potere sempre meno onesto e sempre meno credibile. Si parla di Libia e di altre lontane missioni di Pace.


PACE, che bella parola, riempie i polmoni, la bocca e le…tasche, di molti, gettando in miseria e disperazione moltissimi.

Satira sulla Libia

Curioso che i politicanti dell’Italietta di Berlusconi e Napolitano si pronuncino in autodifese tardive quanto poco sincere – sono degli stupidi, non hanno capito il “grande gioco” di cui sono le pedine più infime – così il genio geopolitico Gasparri, noto stratega, dichiara di esser “stati costretti ad attaccare Gheddafi”.

Gheddafi non ha da esser ricordato da codesti pusillanimi, era l’unico ed ultimo vero STATISTA dell’Africa, morto sul campo, chi vuol crederlo rintanato in un cunicolo continui a farlo, non cambierà la storia ed il percorso dell’unico uomo che tra il 1970 ed il 1972 riuscì ad imporre alla Nazione Araba una unità di orgogli e di intenti a fronte degli speculatori del petrolio.

Vedi: estratto intervista di Gheddafi
l 31 marzo 2011, quando già erano iniziati da 12 giorni i bombardamenti della Libia, venne messo in rete questo servizio, datato al 2009, una intervista in cui Gheddafi col suo sarcasmo (quello si, davvero spietato nei confronti della persistente copertura mediatica delle menzogne della strategia atlantista) interpreta alcune delle ovvietà della Storia contemporanea.

clintontripoli

Ecco la rappresentazione del Demonio, con gli occhi da psicopatica eccitata, in compagnia
dei suoi baldi tagliagole. Complimenti alla nostra diplomazia e condoglianze alla Costituzione.
E qualcuno si fa ancora domande?
A seguire una sintesi del “devastante” Maledetta Primavera, un documentario di Fulvio Grimaldi sulla retorica delle false primavere arabe. Grimaldi (già RAI 3, BBC) ha un grave limite nel suo percorso di giornalista: ha l’abitudine di andare “sul campo”, e peggio ancora non è uso prender le veline delle notizie dagli addetti di ambasciata, forse è per questo che è diventato un giornalista scomodo.

Maledetta primavera è un filmato che quanti hanno conosciuto la realtà della Jamahiriya libica e non la menzognera ricostruzione diffamatoria architettata negli anni contro il Paese guida dell’Africa sahariana
sapranno apprezzare, chi non lo ha veduto allora – uscì tempestivamente, ma comunque troppo tardi e troppo “semplice” per esser creduto dalla egoista ed ignava mentalità di una Europa succube dei progetti per una nuova sudditanza, culturale, militare, politica, economica, etica – oggi lo troverà semplicemente un documento “storico”, una fotografia della sconcertante ipocrisia della nostra società e della violenza cieca del colonialismo più abietto.

Vedi:  quello che in TV non ti dicono sulla Libia

E’ in quella logica di ricerca di una dignità, di testimonianza di una amicizia fuori moda che anche il sottoscritto affrontava la realtà, nell’agosto 2011, del Nordafrica delle “Primavere” di Tunisia e Libia, scesi in volo il 25 agosto, lo stesso giorno della liberazione “mai chiarita” dei quattro giornalisti italiani, rapiti “non si è mai capito da chi”, erano gli ultimi giorni del Ramadan del 2011, una maledetta estate. Da quei giorni, e dai tanti giorni vissuti in precedenza in quelle regioni, a parlare con quella gente, dovetti sintetizzare con rabbia, urgenza, passione, il mio saggio “LIBIA IL NAUFRAGIO DELL’EUROPA” che malgrado io non fossi un giornalista o uno storico blasonati si è rivelato calzante, disperatamente calzante alla drammatica situazione che una manica di mentecatti e criminali, coadiuvati da servi e mercenari della stampa e delle forze armate hanno creato nel Nordafrica, ponendo per la prima volta – concreti – i presupposti per la fine della autonomia di scelta dell’Europa. Quello che hanno determinato per Africa, Nordafrica e Medio Oriente è sotto gli occhi di tutti, ma son certo che ci saranno sempre alcuni milioni di imbecilli convinti di altre VERITA’.

di Emilio Borrelli

Tratto da Trasversal-mente

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